Non basta parlare di trasformismo quando in ballo ci sono personaggi come questi. Da giovani promesse della politica siciliana nel 1996 sono oggi diventati l’emblema della politica del nulla… E poi ci si chiede come mai sia sempre più diffuso il sentimento dell’anti-politica…
Correva l’anno 1996. Da Milano, con un accento ‘agrigendino’ decisamente affievolito e con in tasca una laurea in Giurisprudenza conseguita a pieni voti presso la prestigiosa università Cattolica del Sacro Cuore, tornavano in Sicilia non ancora trentenni due giovani promesse della politica siciliana: Angelino Alfano e Michele Cimino. Astri nascenti di Forza Italia, suscitarono le speranze di molti naufraghi dei partiti di centrodestra: volti nuovi, ‘acculturati’ e pronti a ridare nuova linfa allo schieramento dei moderati e, in generale, a tutta la politica siciliana.
Vent’anni dopo di quelle speranze è rimasto ben poco. Ma loro hanno comunque lasciato un segno impersonando alla perfezione le maglie del trasformismo politico magistralmente descritto da Luigi Pirandello ne I Vecchi e i Giovani, da Federico De Roberto ne I Vicerè e da Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne Il Gattopardo.
Li ritroviamo, infatti, in uno schieramento politico opposto a quello che ha dato loro lustro: entrambi, infatti, ormai da qualche anno amoreggiano con il PD e, manco a dirlo, in vista delle prossime elezioni regionali, sono ben schierati a sostegno del candidato del centrosinistra, Fabrizio Micari. Da un polo all’altro con non chalance.
A ben guardare, però, i due ‘dioscuri’ della politica agrigentina non sono solo l’emblema del trasformismo più becero immortalato nella letteratura siciliana. Sono l’emblema della politica senza ideologia e senza idee, senza principi e senza coerenza, della politica del nulla. O meglio, della politica poltronistica. Una degenerazione che è responsabile della disaffezione dei cittadini nei confronti della politica e, in parte, anche del fiorire dell’anti-politica: se la politica è questa, meglio l’anti politica, dicono in molti. Vagli a dare torto!
Le due giovani ‘promesse’ hanno, in buona sostanza, fatto solo danno alla politica siciliana (e alla Sicilia con il loro innato ascarismo) dimostrando di avere sempre pensato solo ed esclusivamente ai propri orticelli, senza un briciolo di cultura politica a cui ispirarsi.
Certamente non sono i soli. Ma Alfano e Cimino sono l’esemplificazione plastica di questa politica del nulla, di questa politica delle poltrone che è responsabile della rabbia dei cittadini nei confronti di chi rappresenta le istituzioni.
Peccato che Milano non li abbia trattenuti a sé…