ELEZIONANDO/ Vi illustriamo perché l’assessore regionale all’Agricoltura uscente, Antonello Cracolici, ‘deve’ essere rieletto all’Assemblea regionale siciliana per la quinta volta consecutiva. Perché non è ‘epistemologicamente’ pensabile che uno come lui, dopo tutto quello che ha fatto, torni tra i comuni mortali della Sicilia, addirittura da impiegato tra scartoffie e ufficio. Non reggerebbe il contatto con la realtà…
La domanda è d’obbligo: perché, dopo quattro legislature passate tra i banchi dell’Assemblea regionale siciliana, Antonello Cracolici ha sentito il bisogno di candidarsi per la quinta volta? Cosa lo spinge a questo ‘sacrificio’?
Qualcuno potrebbe pensare: il PD siciliano, in questa campagna elettorale, è in grande difficoltà. E’ in arrivo una bella batosta “gentile”, per dirla con il rettore dell’università di Palermo, Fabrizio Miraci, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione.
A questo punto, meglio serrare le fila e candidare tutti quelli che possono portare voti. E siccome Cracolici ha ricoperto il ruolo di assessore, peraltro pubblicando mirabolanti bandi del PSR Sicilia in campagna elettorale, beh, quale candidato potrebbe essere migliore di lui?
Tesi rispettabilissima e, in parte, vera.
Qualcun altro aggiunge: Cracolici ha fatto tanto per il PD nazionale. Grazie a lui e a Giuseppe Lumia, nella primavera del 2008, Raffaele Lombardo, candidato alla presidenza della Regione nel centrodestra, aveva programmato il ribaltone.
Insomma, pur chiedendo e prendendo i voti dell’elettorato di centrodestra – che lo avrebbe eletto senza problemi – Lombardo, prima delle elezioni regionali del 2008, aveva stretto un accordo con il PD di Cracolici e Lumia.
Grazie a quest’operazione politica trasformista, il PD siciliano, pur perdendo le elezioni, andava al Governo della Regione. ‘Meraviglioso’, no?
Con il Governo Lombardo, è vero, la sinistra in tutte le sue sfaccettature (pensiamo ai grandi appalti) ha sostituito il centrodestra. La Sicilia e i Siciliani, è vero, hanno perso, perché quello di Lombardo è stato un Governo pessimo. Ma questo che importa? L’importante è che si siano ‘sistemati’ Cracolici, Lumia e i loro amici.
E, soprattutto, è importante che tutto il ‘maneggio’ della Sicilia sia finito nelle mani della sinistra e dei suoi sodali (più romani che siciliani).
Tra l’altro, il trasformismo di Lombardo non è un problema per la vecchia politica siciliana: tant’è vero che, oggi, l’ex presidente della Regione è di nuovo nel centrodestra, in appoggio a Nello Musumeci… Della serie, Franza o Spagna purché se magna!
Ma stiamo divagando. Quello che vogliamo dire è che Cracolici ‘merita’ la ricandidatura all’Ars per la quarta volta consecutiva perché ha contribuito a creare l’alternanza tra i due schieramenti della vecchia politica siciliana: dopo i ‘predoni’ del centrodestra sono arrivati i ‘predoni’ del centrosinistra. Non è, questo, un grande ‘merito’ da premiare?
Anche questa tesi regge.
Ma c’è un’altra motivazione, più forte e più importante delle prime due. Cracolici, nella vita, prima di entrare a Sala d’Ercole, lavorava all’INPS come impiegato.
Ora vi poniamo la domanda delle domande: secondo voi, Cracolici, dopo tutto il ‘bene’ che ha fatto al PD (ribadiamo, più romano che siciliano), dovrebbe uscire di scena e tornare a fare l’impegato dell’INPS?
Attenzione, cari Siciliani: non dovete pensare che Cracolici, tra Governo Lombardo e Governo Crocetta, ha contribuito a rendere la Sicilia ultima in tutto, facendo aumentare la disoccupazione, incrementando l’emigrazione dei giovani, distruggendo la Formazione professionale e le politiche del lavoro, incasinando gli agricoltori con incredibili ritardi nei pagamenti, ignorando la questione del grano duro siciliano, ‘inginocchiandosi’ al cospetto degli americani sulla vicenda Muos, lasciando l’acqua nella mani dei privati, consentendo a Roma di depredare il Bilancio della Regione e via continuando.
Non è con questi criteri che dovete guardare al ‘futuro’ di Cracolici: ricordatevi che, per la vecchia politica siciliana, distruggere la Sicilia, depredarla, violare sistematicamente le leggi con l’aiuto di chi dovrebbe farle rispettare (basti pensare allo sfascio dell’ARPA Sicilia e a tutto quello che l’Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente non ha fatto per salvaguardare l’ambiente e la salute dei cittadini) e altro ancora sono titoli di merito.
Ecco la vera chiave della ricandidatura di Cracolici: il merito. Gli amici del PD romano, in Sicilia, si sono fatti i ‘bagni’; mentre la Sicilia è ‘a mare’. Dopo questo ‘grande’ lavoro Cracolici dovrebbe tornare a fare l’impiegato dell’INPS per rientrare nel mondo reale dove la gente – i Siciliani – soffrono proprio per i pessimi Governi che lo stesso Cracolici ha contribuito a dare agli stessi Siciliani?
Sarebbe un atto di ‘cattiveria’. Cracolici non può tornare a fare l’impiegatuccio con uno stipendiuccio: via, siamo seri!
A lui – elettori permettendo – spettano altri cinque anni da oltre 10 mila euro al mese in tasca. Anche per dimenticare l’amarezza della Corte dei Conti che gliele ha date in testa di santa ragione!
La parola passa a voi, elettori Siciliani: il 5 novembre sarete voi a decidere le sorti di Antonello: non fate scherzi…
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