‘Peppe’ Arnone scrive a Renzi: vuole la candidatura per cambiare il PD siciliano di Renzi…

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Il bastiano contrario della sinistra agrigentina – anzi, della politica agrigentina – ha scritto una lettera a Renzi. Già militante del PCI di Enrico Berlinguer negli anni ’80 del secolo passato, candidandosi alle elezioni regionali nel PD, Arnone vorrebbe il PD siciliano renziano. E vorrebbe farlo con il consenso dello stesso Renzi…

Il bastian contrario della sinistra di Agrigento, Giuseppe ‘Peppe’ Arnone, avvocato, già militante del PCI degli anni ’80 del secolo passato, già dirigente di Legambiente in Sicilia quando l’ambientalismo non era un affare ma tutela dell’ambiente, in occasione delle elezioni regionali siciliane del prossimo 5 novembre ha scritto una lettera al segretario nazionale del PD, Matteo Renzi. Vuole essere candidato alle elezioni regionali.

“Sono tra i fondatori del Partito Democratico – scrive Arnone – facevo parte, eletto alle primarie, dell’Assemblea Costituente (del PD ndr). Oggi mi ritrovo ad essere, molto probabilmente, il militante del Partito Democratico siciliano con la storia più bella e in grado di parlare ai cittadini che vogliono il cambiamento e credono nei nostri valori statutari (non in quelli spesso praticati che sono in realtà opposti a quelli statutari). Non faccio parte di alcuna casta, vivo e ho sempre vissuto con il mio lavoro, sono infatti un noto e apprezzato avvocato che difende i deboli e le vittime. Oggi sono anche assurto a ‘simbolo’ dell’ingiustizia, vittima di una magistratura malata. Mentre negli ultimi anni ben 4 collaboratori di giustizia hanno parlato, in dettaglio, dell’odio di Cosa Nostra per il militante del PCI, della sinistra, di Legambiente, e delle ‘ricorrenti discussioni’ sul mio omicidio, ho conosciuto l’esperienza del carcere per aver difeso 3 ragazzi disabili e la loro madre”.

Arnone è stato arrestato nei mesi scorsi dai magistrati del Tribunale di Agrigento. poi rimesso in libertà.

“Di questa scandalosa vicenda – scrive Arnone – ove oggi il mio operato ha ricevuto giustizia dal Tribunale del Riesame e dalla Cassazione, se n’è occupata ampiamente la grande stampa e per due puntate anche la trasmissione de Le Iene. In terra agrigentina, e spesso anche a Palermo, non posso mettere piede in un bar senza trovare qualcuno che mi voglia far festa ed offrirmi il caffè. Giusy Nicolini è stata per anni il mio braccio destro, e può riassumere tutte le vincenti battaglie che ha condotto Legambiente con la mia leadership, istituendo Parchi, naturali ed archeologici, Riserve, tutelando mari e coste. E mandando in galera e facendo condannare spesso gli speculatori”.

“Sono il politico di sinistra – scrive sempre Arnone – che ha impedito le ricandidature di Mirello Crisafulli, l’amico del capomafia, e che si è battuto per non ricandidare Francantonio Genovese, colui che mi ha tolto la tessera del PD, e che oggi ha 10 anni di galera sul groppone. Ho il torto di parlare quel linguaggio franco, limpido, diretto, che piaceva a Pio La Torre e ad Enrico Berlinguer. Mi sono formato in una scuola politica ove chi ruba è un ladro, e non conta nulla la maglia politica che indossa. Per questo ho combattuto collusi e mafiosi di ogni colore politico, ricevendo minacce di morte anche da mafiosi e collusi vicini al mio partito”.

“Per questa ragione mi sono sempre scontrato durissimamente col più destro e discusso dei politici matrice PCI, l’On. Capodicasa, colui che non ha disdegnato, assieme alla sua corrente, neanche l’utilizzo del ricatto per conseguire i suoi scopi: chiedete a Giovanni Panepinto o a Benedetto Adragna, o all’esecutore Giuseppe Giuffrida, o al ‘collaboratore’ Franco Castaldo”.

“Anche in questi anni del dilagante malaffare di Crocetta, dagli ‘sbiancamenti anali’ alle nomine e promozioni di maniaci sessuali alfaniani, dall’asservimento all’affarismo a Montante e a Confindustria Sicilia alle nomine delle varie Monterosso e cuffariani da raccatto – scrive sempre Arnone – mi sono schierato con grande nettezza e vigore dalla parte dei valori dei miei maestri, La Torre e Berlinguer. E come mi prendo il merito di aver contribuito in modo determinante alla fine della carriera di Crisafulli, e alla fuoriuscita di Capodicasa dal PD, rivendico di aver contribuito alla non ricandidatura di Crocetta. E dopo le elezioni fornirò una forte spinta perché un’ampia serie di vicende vengano vagliate dai Tribunali, oggi sonnacchiosi avanti a Crocetta, Lumia e al loro circo!”.

“Caro Renzi – scrive sempre il bastian contrario della Valle dei Templi – ho pubblicato, nell’estate del 2016, un dossier sulle malefatte di Alfano, Crocetta, Lumia e dei loro compari, e nell’estate del 2017, un altro dossier, intitolato ‘La Banda Alfano…’. Quando scrivevo quest’ultima pubblicazione – molto, molto documentata – erano i giorni in cui Matteo Renzi pronunciava parole di fuoco contro Alfano e quest’ultimo faceva mercato con gli uomini di Berlusconi”.

In realtà ora non è più così, perché il Ministro Angelino Alfano è parte integrante del centrosinistra e Arnone dovrebbe essere suo alleato…

“Mi avvio a concludere – scrive ancora Arnone -. Lo Statuto (del PD ndr) prevede che i cittadini come me, registrati nell’Albo degli Elettori del Partito Democratico, possono proporre la loro candidatura. Qui ad Agrigento mi si dice che lo Statuto non conta nulla, e le candidature le decidono le correnti, anche quelle inventate all’uopo all’ultimo minuto. Ad esempio, i giornali hanno dato notizia della candidatura proposta da tale corrente Pittella, nella persona di un noto medico, esperto nella cura dei latitanti. Poi questo medico ha optato per un altro partito, credo di centrodestra”.

“Per quanto mi riguarda, intendo impegnare la mia forza, l’autorevolezza che ho conquistato in quasi 30 anni, rischiando spesso la vita, per restituire la sinistra siciliana e il PD ai valori di Pio La Torre: e condivido perfettamente il pensiero di Andrea Orlando – che ho sostenuto alle primarie – che ha avuto il coraggio di diffondere una sacrosanta verità: ‘Oggi, in Sicilia, nel Partito Democratico, non vi sarebbe spazio per un uomo come Pio La Torre, neanche per un giovane come lo è stato Pio La Torre negli anni ‘50’. È proprio così, io voglio cambiare, assieme a tanti altri che ci stanno abbandonando, un partito che è in mano alle correnti e ai gruppi di potere, e che ha tollerato che il nostro presidente Crocetta facesse rimpiangere, per spregio delle leggi, i peggiori presidenti del centrodestra. Ho concluso caro Renzi. Vi è spazio per Giuseppe Arnone nelle liste del PD alle regionali siciliane?”.

 

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