Al Ministro degli Interni si rivolge Salvatore ‘Totò’ Petrotto, candidato alle elezioni regionali con la lista “Noi Siciliani con Busalacchi Sicilia Libera e Sovrana” per parlare dei problemi che travaglino Agrigento e la sua provincia. L’occasione per fare il punto della situazione sugli imbrogli e sulle tante, troppe storture
di Salvatore ‘Totò’ Petrotto
candidato alle elezioni regionali con la lista
“Noi Siciliani con Busalacchi Sicilia Libera e Sovrana”
Le ultime allarmanti e gravissime novità? In questi ultimi mesi il Governo nazionale – con in testa il Ministro degli Esteri, l’agrigentino Angelino Alfano – non si sta accorgendo dell’ultimo, micidiale regalo che sta facendo agli agrigentini: migliaia di migranti che arrivano ormai direttamente sulle spiagge di questa provincia, sfuggendo a qualsiasi controllo ed identificazione!
Anzi, nessuno ne parla, ai media nazionali è stato imposto di non dare alcuno spazio a queste notizie riguardanti gli sbarchi-fantasma lungo le coste agrigentine.
La gente ha paura, è terrorizzata e chiede, inutilmente, aiuto allo Stato che, finora, assiste inerme a quella che ormai a molti sembra un’occupazione.
Coloro i quali sbarcano indossano anche delle magliette nere con l’effigie di simboli che richiamano il terrorismo di radice islamica. Si tratta di giovani che si scambiano tra di loro mazzette di banconote e degli strani pacchi, pieni non si sa di che cosa.
Le Forze dell’ordine da qualche mese assistono, senza ancora intervenire, a questi sbarchi clandestini ed anonimi. Ci risulta anzi che i responsabili provinciali dell’ordine pubblico della provincia di Agrigento si sono rifiutati di rilasciare un’intervista ad una giornalista del TG 2.
Noi agrigentini vogliamo sapere cosa sta succedendo, siamo seriamente preoccupati, anzi oserei dire terrorizzati.
Si tratta di una vera e propria invasione che dura da mesi e nessuno interviene. Ci rivolgiamo al Ministro dell’Interno, Marco Minniti, perché intervenga su questa ultima scandalosa vicenda degli sbarchi-fantasma, ma anche riguardo alla gestione illegale del centro di accoglienza di Lampedusa, i cui servizi per qualche decina di milioni di euro sono stati affidati senza celebrare alcuna gara d’appalto. Su questa vicenda c’è una segnalazione dell’Autorità Nazionale Anticorruzione.
Sempre nell’Agrigentino, senza celebrare gare d’appalto,come emerge ad esempio,dai decreti di affidamento dell’ATO AG2, a firma di Claudio Guarneri, già segretario provinciale del PDL. Il Guarneri ha firmato affidamenti in proroga per oltre 20 milioni di euro, nella qualità del dirigente della GE.S.A. S.p.A. di Agrigento. Il decreto in questione è il n° 47 del 28/12/2012. Ed ancora in un un altro decreto, il n° 2 del 10/01/2013, l’ulteriore proroga di oltre 20 milioni di euro, la quinta per l’esattezza, è stata firmata dal commissario liquidatore della società, la Dottoressa Teresa Restivo.
Questo susseguirsi di proroghe si protrae, dal 2009 ad oggi. Infatti è notizia di questi giorni che, nella città di Agrigento sono stati riaffidati, ancora una volta attraverso una proroga di 2 anni, i servizi di raccolta e smaltimento dei rifiuti sempre alla stessa società, l’ISEDA capofila di un’associazione temporanea d’impresa che, dal 1996 ad oggi, ha beneficiato di qualche decennio di proroghe non proprio legittime!
I servizi relativi alla gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti, assicurati dall’ISEDA, del valore di più di 200 milioni di euro, tra l’altro, dal 2007, non contemplano, in maniera riteniamo anch’essa illegittima, l’effettuazione della raccolta differenziata dei rifiuti.
Caro ministro dell’Interno Minniti, anche la gestione di acqua e depuratori (una decina dei quali, da 2 anni a questa parte, è stata sequestrata dalla magistratura) risente dell’influenza del suo collega ministro Alfano che, fino allo scorso anno ricopriva l’incarico di ministro dell’Interno e che ha omesso di rispondere a delle precise interrogazioni parlamentari, relative a queste gravissime situazioni che riguardano un’intera provincia, quella agrigentina, peraltro sommersa dai rifiuti ed inondata dai liquami fognari non depurati.
Di tali gestioni illegali di acqua, depuratori e rifiuti, e delle relative conseguenze anche sotto il profilo igienico sanitario, se ne sono occupate due Commissioni parlamentari nazionali d’inchiesta, quella che ha indagato sul ciclo dei rifiuti e dei reati ad esso correlati, presieduta dall’On. Alessandro Bratti, e la Commissione Nazionale Antimafia, presieduta dall’on. Rosy Bindi. Tali fatti sono peraltro emersi nel corso della visita, che risale allo scorso anno, proprio della Commissione parlamentare nazionale Antimafia, presso la Prefettura di Agrigento.
In quell’occasione emergeva un quadro preoccupante rispetto alla gestione della stessa Prefettura, praticamente alla mercé del suo collega Alfano, oggi Ministro degli Esteri, che ha nominato a dicembre 2013 quale prefetto della Città dei Templi il pugliese Nicola Diomede, da 20 anni in servizio presso la stessa Prefettura agrigentina. A maggio dello stesso anno, per la verità, Alfano aveva per così dire messo alla prova il Diomede nominandolo prima capo della sua segreteria politica.
Per 3 anni consecutivi, ad esempio, proprio la prefettura agrigentina, retta in precedenza dalla dottoressa Francesca Ferrandino, oggi prefetto a Messina, ha lasciato operare, per 3 anni consecutivi, senza certificazione antimafia, la società di gestione dei servizi idrici e fognari agrigentini, Girgenti Acque, del valore complessivo di 1 miliardo di euro.
Da premettere che l’azionista di maggioranza, nonché legale rappresentante di questa società, Marco Campione, oltre ad essere stato condannato per reati contro la Pubblica Amministrazione, continua a gestire il servizio idrico integrato in 27 Comuni agrigentini. Egli, senza che alcun organo di controllo amministrativo ha mai elevato una sanzione nei suoi confronti, continua a reiterare una serie di reati di truffa, falso ed inquinamento ambientale per i quali è sotto processo presso due Tribunali, quello di Agrigento e quello di Sciacca, assieme a tutto il suo consiglio di amministrazione ed ai funzionari pubblici che avrebbero dovuto controllare, per conto dell’ATO idrico di Agrigento, la corretta e lagale gestione di questi servizi pubblici.
Riteniamo che, oltre alla Regione ed all’ATO idrico, tale società avrebbe dovuto essere da tempo sottoposta al controllo di legalità da parte della Prefettura, in ordine anche all’applicazione di una serie di norme relative alla legislazione antimafia, oltre che per fare osservare una lunga serie di obblighi contrattuali, fin qui disattesi, da almeno sei anni a questa parte.
Oltretutto come evidenziato anche dall’Autorità Nazionale Anticorruzione in più di un suo pronunciamento ufficiale, in casi del genere, considerato che Marco Campione, azionista di maggioranza e legale rappresentante della società che gestisce tali servizi pubblici, è stato condannato in via definitiva per reati contro la Pubblica Amministrazione, probabilmente avrebbe dovuto essere destituito proprio da parte della Prefettura agrigentina, già alcuni anni fa!
Su questa delicata vicenda, ma anche riguardo all’illegale gestione dei rifiuti nell’Agrigentino, sono state presentate inoltre delle interrogazioni parlamentari nel 2013 e nel 2015, indirizzate a tutto il Governo nazionale e, in modo particolare, al ministro Alfano, quali quella del senatore dei 5 Stelle Mario Michelle Giarrusso e del suo gruppo parlamentare.
A nessuna di queste interrogazioni che riguardano la discutibile gestione del servizio idrico da parte di Girgenti Acque il Governo nazionale ha mai risposto.
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