Il sindaco di Palermo, invece di far ripulire una città sommersa dall’immondizia, continua a fare campagna elettorale per le elezioni regionali. Continuando ad utilizzare impropriamente la presidenza dell’ANCI Sicilia per fini di parte, Orlando, ieri, ha presentato la settima lista a sostegno del candidato alla presidenza della Regione del centrosinistra, Fabrizio Micari, il rettore dell’università di Palermo che non si è ancora dimesso
Ieri lo “statista” – così si è autodefinito il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando (anche se, alla fine, non è mai uscito da Palermo, nel senso che, dal 1985 ad oggi, ha ricoperto il posto di sindaco di Palermo, senza essere mai riuscito, politicamente parlando, a spiccare il salto verso altri incarichi: quindi “statista a Palermo”…) – ha presentato la sua lista dei territori in appoggio a Fabrizio Micari, il rettore dell’università del capoluogo siciliano (che non si dimesso e continua a fare il candidato-rettore: ad ognuno il proprio stile) candidato alla presidenza della Regione per il centrosinistra.
Presentazione spocchiosa dell lista dei territori – che si chiama ‘Arcipelago Sicilia’ – come leggiamo su un articolo pubblicato da Blog Sicilia:
“ll professore Micari non ha voti? Micari ha consenso e sarà il prossimo presidente della Regione siciliana perché sarà votato dalle persone che non l’hanno incontrato e che magari non lo incontreranno mai. Chi ha ancora la vecchia calcolatrice dei consensi è tagliato fuori dalla storia: Micari è il punto di sintesi tra consensi e consenso”.
Importante anche una precisazione fatta da Orlando, che sarà interessante verificare tra i candidati delle sette liste a sostegno di Micari:
“I candidati nella lista Micari-presidente saranno essere a posto dal punto di vista etico”, se è vero che “dovranno produrre il certificato penale e i carichi pendenti”.
Dopo di che “l’auto-statista”, invece di andare a far ripulire Palermo sommersa dai rifiuti, con le caditoie piene di immondizia che si intasano ad ogni pioggia, si è trasformato in legislatore, anzi in una sorta di autorità che sta al di sopra dello stesso Parlamento siciliano che dovrà abolire il voto segreto e dovrà introdurre, addirittura!, un nuovo articolo nello Statuto per impegnare l’Assemblea regionale siciliana a recepire le leggi nazionali entro sei mesi, passati i quali le leggi dello Stato diventano leggi regionali.
Insomma, il programma di Fabrizio Micari lo ha già scritto Leoluca Orlando lo “statista”…
Per la cronaca, nessun accenno dello “statista” al fatto che sta utilizzando la presidenza dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) come strumento di parte per organizzare la campagna elettorale a Micari. Anche questo è ‘stile’: lo ‘stile’ di Orlando e del centrosinistra siciliano: usare le istituzioni per fini di parte.
E Micari che parte ha recitato ieri? Intanto il solito bell’inchino al presidente uscente Rosario Crocetta, ultimo tra i presidenti di tutte le Regioni italiane (COME POTETE LEGGERE QUI). Per Micari, il Governo Crocetta avrebbe “risanato il Bilancio regionale”. Il rettore dell’università di Palermo che non si è mai dimesso ha detto che il Bilancio regionale è “solido” e che la sanità (queste è più bella di quella del Bilancio “risanato”) è “cresciuta”.
Chissà cosa stanno pensando di Micari le persone che non l’hanno incontrato e che magari non lo incontreranno mai”, ma che, secondo Leoluca Orlando, eleggeranno il rettore dell’università di Palermo presidente della Regione?
Chissà cosa penderanno tutti i soggetti che dipendono dalla pesa regionale e che non vengono pagati da una Regione che ha “risanato” il proprio Bilancio non pagando più?
Chissà cosa penseranno di Micari i siciliani che, giorno dopo giorno, pagano di persona gli effetti nefasti dei tagli alla sanità, aspettando, magari, ore ed ore in un Pronto Soccorso prima di essere visitati?
Le sviolinate di Micari a Crocetta e, soprattutto, all’assessore-commissario imposto da Renzi in Sicilia, Alessandro Baccei, avvalorano un’indiscrezione che circola già da tempo: e cioè che sarebbe intenzione di Micari, nel caso in cui dovesse essere eletto presidente della Regione, di confermare Baccei all’assessorato all’Economia…
Se ci facciamo caso, sembra un dialogo a distanza: Baccei che dice:
“Resto solo se me lo chiedono in siciliani”. E Micari che, da candidato alla presidenza della Regione, celebra le ‘gesta’ di Baccei…
Insomma, votando Baccei, pardon, Micari, i siciliani riavrebbero il commissario renziano Baccei per altri cinque anni. Del resto, i conti tornano: Leoluca Orlando è renziano, Micari è renziano e Baccei è Renzi…
Tra l’altro, quasi a suggellare il valore politico dell’indiscrezione, arriva un incontro di oggi sulle ex Province siciliane che il Governo Renzi e il Governo Crocetta hanno fatto fallire. Appuntamento alle 15 e 30 nella sede elettorale di Micari per parlare, appunto, di ex Province e di precari (votano anche loro no?).
Sapete chi interverrà, oltre a Micari? Angelo Rughetti, sottosegretario al ministero della Pubblica Amministrazione e Semplificazione, Davide Faraone sottosegretario alla Salute, e Alessandro Baccei…
P.S.
Però è una bella accoppiata, no? Leoluca Orlando che utilizza la presidenza dell’ANCI Sicilia per fini di parte, Fabrizio Micari che, di fatto, è candidato alla presidenza della Regione con il ‘paracadute’: se perde torna a fare il rettore dell’università di Palermo, e quindi è candidato da rettore dell’università di Palermo, in perfetto accordo con il ‘clima’ che si respira in queste ore nelle università…