D’Alia novello Catone il Censore: dopo aver cambiato opinioni e casacca critica chi fa come lui!

Condividi

E’ passato dal centrodestra al centrosinistra. E oggi critica chi passa dal centrosinistra al centrodestra. Ha passato quasi tre anni a litigare con il presidente Crocetta per questioni di potere & di poltrone. Oggi si preoccupa della ‘governabilità’ della Sicilia dopo aver ‘sgovernato’ la Regione per cinque anni. Le avventure di un politico incoerente che rinfaccia agli altri quello che ha fatto lui… 

Certo che ce ne vuole, di sfacciataggine, per scrivere quello che scrive Giampiero D’Alia, parlamentare nazionale eletto in Sicilia, finito a coordinare i Centristi per l’Europa, visto che è stato buttato fuori dall’UDC.

“I cambia casacca – leggiamo in un suo comunicato – sono la causa dell’instabilità (istituzionale, ndt.) e frenano i processi riformatori in Sicilia: la ‘transumanza’ è causa della palude in cui ristagna la Regione. Un fenomeno esecrabile dal punto di vista etico”.

Eh sì, D’Alia, che sta all’etica in politica come Rosario Crocetta e il senatore Giuseppe Lumia stanno all’antimafia, adesso è diventato un moralista.

Vediamo cos’ha combinato in questi anni D’Alia.

Ha regalato Crocetta alla Sicilia, se è vero che è stato lui, nell’estate del 2012, a proporre al PD e, in generale, a tutta la coalizione di centrosinistra siciliano, la candidatura di Rosario da Gela alla presidenza della Regione.

Dopo aver militato per anni nel centrodestra, D’Alia e la ‘sua’ UDC sono passati nel centrosinistra. Non male per uno che oggi critica i cambi di casacca, no?

Quando Crocetta, a Sala d’Ercole, allargava la maggioranza che lo sosteneva, facendo incetta di deputati di centrodestra che passavano nel centrosinistra, D’Alia non ha trovato nulla da dire.

Ora che il centrosinistra è perdente e che tanti deputati (ma non solo i deputati: anche tanti personaggi dislocati nel territorio, che magari la gente non conosce, ma che i politici conoscono bene) passano dal centrosinistra al centrodestra, a D’Alia la cosa non piace più.

“Questa gente – osserva D’Alia, novello Catone il Censore della politica siciliana – pensa che le regionali siano un concorso pubblico in cui non è importante fare vincere le idee, i valori e le proposte, ma ottenere un posto di lavoro ben retribuito, con spregiudicatezza e con chiunque. I voltagabbana pensano solo alla loro sopravvivenza. Gli elettori puniranno quelli che hanno cambiato casacca”.

Se fosse così, gli elettori dovrebbero punire D’Alia, che dal 2001 al 2005 non solo faceva parte dell’UDC di centrodestra di Totò Cuffaro, ma passava il tempo a litigare con l’allora segretario regionale di questo partito in Sicilia, Raffaele Lombardo. Quest’ultimo lascerà l’UDC per fondare l’MPA proprio in polemica con D’Alia.

Insomma, oggi D’Alia sembra aver dimenticato di aver fatto parte, per anni, del centrodestra e di essere stato, anche lui, un “cambia casacca”. Ha dimenticato quando, con Pierfedinando Casini, leader nazionale dell’UDC, governavano, tra alti e bassi, con Berlusconi.

Avendo rimosso il suo passato – e forse avendo realizzato che l’unica speranza di una sua molto improbabile rielezione al Parlamento nazionale passa da un posto nel PD, magari in una lista bloccata – oggi D’Alia si erge a moralista…

“Chi vincerà le elezioni – scrive il Catone dello Stretto di Messina – non dovrebbe accogliere tra le proprie fila chi è stato avversario in campagna elettorale”.

In pratica, chi vincerà le elezioni regionali del prossimo 5 novembre, non dovrebbe fare quello che hanno fatto Crocetta, Lumia, D’Alia e compagnia bella: e cioè intruppare ex avversari tra le proprie fila!

Che coerenza, onorevole D’Alia! Che massaggio politico importante e di alto, altissimo valore etico, soprattutto se lanciato da un uomo coerente come lei…

A proposito del candidato del centrodestra alla presidenza della Regione, Nello Musumeci, D’Alia precisa:

“Lo stimo, ma rischia di rimanere ingabbiato. Non canditi i voltagabbana. Musumeci è il candidato di una coalizione che per metà non lo voleva. Non lo faranno governare”.

Che detto da lui, che su Crocetta ha cambiato opinione sei o sette volte, è quasi comico. Ecco a voi un paio di ‘perle’ di D’Alia su Crocetta:

Estate 2012:

“”Crocetta è sceso in campo col sostegno di Raffaele Lombardo, quindi non ci interessa la sua candidatura”.

Qualche tempo dopo D’Alia aveva cambiato opinione:

“Abbiamo incontrato Rosario Crocetta che ci ha illustrato le sue opinioni sul futuro della Sicilia. Ha letto e apprezzato il programma del mio partito che ha come obiettivi principali il risanamento economico e finanziario della Regione, la realizzazione di un patto per la crescita e l’occupazione che parta dal documento stilato dalle parti sociali siciliane lo scorso 1 marzo, e la lotta a ogni forma di illegalità”.

D’Alia alleato di Crocetta. Hanno governato insieme e hanno ‘risanato’ il Bilancio regionale, se è vero che la Regione non paga almeno la metà dei soggetti che dipendono dalla stessa amministrazione regionale (di fatto la Regione è fallita, ma questo non si deve dire, tanto la ‘liquidazione coatta amministrativa’ della Regione siciliana e della sua Autonomia sempre più snaturata vengono gestite da Renzi attraverso il ‘commissario’assessore’ Alessandro Baccei).

Dopo di che D’Alia – quello che oggi si preoccupa della governabilità della Sicilia – inizia a litigare con Crocetta per questioni ‘nobili’: la spartizione degli assessorati. Ecco cosa dichiara due anni dopo, cioè nel 2014:

“Crocetta non faccia come Lombardo: ora un patto, o si vota”.

Risposta di Crocetta:

“D’Alia sollecita puntualmente le impugnative del commissario dello Stato con l’intenzione di terremotare il quadro politico”.

Controreplica di D’Alia:

“Voglio rassicurare il presidente Rosario Crocetta: con le scie chimiche non c’entro niente e non faccio parte del Bilderberg”.

Dal novembre 2012 al 2015 Crocetta, D’Alia e gli esponenti del PD non hanno fatto altro che litigare per questioni di potere. Oggi D’Alia si preoccupa dell’ingovernabilità degli altri…

Onorevole D’Alia: ma lei, la mattina, si guarda allo specchio? E cosa pensa di se stesso?

Onorevole D’Alai, cos’è l’incoerenza? Glielo anticipiamo noi: si ha quando si hanno pensieri che non si susseguono in maniera logica, o quando si dice di qualcosa che è difficile da comprendere perché gli elementi che la compongono sembrano essere disgiunti…

Scriveva Guido Morselli nel ‘Diario’:

“Negli uomini, non esiste veramente che una sola coerenza: quella delle loro contraddizioni”…

Pubblicato da