In questa rubrica che ci accompagnerà in questi quarantacinque giorni di campagna elettorale andremo a ‘caccia’ delle emozioni. Cosa abbiamo oggi nel ‘carniere’? La sicurezza di Nello Musumeci (si sussurra che Vittorio Sgarbi non si candiderebbe). La disperazione di Antonello Cracolici e dei dirigenti del PD, che cominciano ad avvertire l’emorragia di voti verso Fava. E la metamorfosi degli orlandiani diventati renziani…
Sono tre, in queste ore, le ‘emozioni’ che imperversano nella campagna elettorale per le elezioni regionali del 5 novembre. Due riguardano il centrosinistra e una riguarda il centrodestra. Cominciamo con quest’ultima.
Dalle parti di Nello Musumeci cominciano a sentirsi sicuri. Il sondaggio di Piepoli che li dà oltre il 40 per cento li fa sentire in una botte di ferro. Rispetto al sondaggio di Alessandra Ghisleri di qualche settimana addietro, guadagnano punti.
Forse la notizia che circola da qualche giorno – e cioè che Vittorio Sgarbi si ritirerebbe, ovvero non presenterebbe la sua candidatura alla presidenza della Regione siciliana – è vera? Vattelappesca.
Un fatto è certo: se Sgarbi – che comunque, di solito, si muove con Berlusconi – dovesse decidere di candidarsi, i sondaggisti, compreso l’istituto Piepoli, dovrebbero rivedere i numeri. Perché Sgarbi, eventualmente sostenuto sottobanco da Berlusconi, farebbe danno… E il danno lo farebbe soprattutto a Musumeci.
Nel centrosinistra, invece, l’atmosfera si va facendo sempre più greve. Il riferimento è soprattutto al PD siciliano, i cui dirigenti avrebbero iniziato a toccare con mano un fenomeno che hanno sottovalutato: la fuga dei propri elettori verso la lista di Claudio Fava.
La prova la si è avuta qualche giorno fa a Sciacca – paese dove il Carnevale ha una grande tradizione – dove, a quanto si racconta, c’è chi avrebbe pensato di preparare ‘na ‘carruzzata’ (un carro allegorico) proprio sul PD. L’idea sarebbe balzata in testa a questo ‘qualcuno’ leggendo i cartelloni che il Partito Democratico ha diffuso in tutta la Sicilia (a proposito: quanto stanno costando?) dove si ‘magnificano’ i successi del Governo regionale di Rosario Crocetta.
A parte l’umorismo sul Bilancio regionale ‘risanato’, a fare scattare la molla dell’ironia sarebbe stata la celebrazione dei ‘successi’ ottenuti dal Governo Crocetta nella sanità, soprattutto nella gestione dei Pronto Soccorso…
Deve aver saputo qualcosa il segretario cittadino del PD, Michele Catanzaro, che sul Giornale di Sicilia on line ha criticato aspramente questa bizzarra campagna pubblicitaria che, incredibilmente, prosegue:
“Il PD – ha dichiarato Catanzaro – deve lanciare messaggi chiari e corrispondenti alla realtà. Questo non lo è, i cittadini protestano, e con slogan del genere noi fatichiamo a farci guardare in faccia dalla gente”.
Nessuno ha il coraggio di dirlo – anche per non mettere in difficoltà chi ha voluto questa bizzarra campagna di promozione – ma c’è chi comincia a pensare che la celebrazione dei ‘successi’ amministrativi del Governo Crocetta, con manifesti e pubblicità varie, stia in realtà spingendo una parte dell’elettorato del PD verso la lista di Fava…
Segnaliamo un messaggio inviato dall’assessore Antonello Cracolici, candidato per la quinta volta, che si affida a toni quasi gozzaniani:
“Domenica 24 settembre, ore 10 (Mondello Palace Hotel) si parte”.
Uno che riceve questo messaggio pensa:
“Finalmente Cracolici si toglie dai piedi’”. E invece no!
“Presento la mia candidatura – prosegue il messaggio – alle persone che mi vogliono bene”. Insomma, siamo a L’amica di nonna Speranza’ in chiave craoliciana…
Non va meglio per Leoluca Orlando, il camaleontico sindaco di Palermo. “Luca”, come lo chiamano i suoi amici in città, è riuscito, da presidente dell’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) a tenere bassa, se non a farla scomparire, la tensione nei Comuni dell’Isola in occasione del referendum sulle trivelle.
Gli è andata bene (o quasi) anche in occasione del referendum sulle folli riforme costituzionali di Renzi dello scorso 4 dicembre: profilo basso, ‘colpettini’, ammiccamenti e silenzi, tanti assordanti silenzi.
Si è dovuto scoprire solo quando Renzi è venuto a Palermo ad abbracciare il rettore dell’università, Fabrizio Micari. E’ noto che gli studenti non hanno ‘apprezzato’ e sono stati manganellati.
Ma “Luca” aveva la scusa: era il sindaco di Palermo, figura istituzionale, non poteva non esserci insieme con Renzi e Micari… O quasi.
Per le elezioni regionali, però, “Luca” si è sbracato: non solo ha candidato Fabrizio Micari alla presidenza della Regione siciliana per conto di Renzi, ma ha dovuto imporlo ad alleati riottosi (“Ma chi è Micari? Non lo conosce nessuno!”, gridavano), sostituendosi al segretario regionale del PD, Fausto Raciti…
A questo punto, a Palermo, molti hanno cominciato a pensare:
“Ma ‘u sinnacu c’addivintò, renziano? (il sindaco Orlando è diventato renziano?).
“Luca” ha provato a smorzare:
“Micari non è il candidato di Renzi”. Ma qualche giorno dopo Renzi ha detto che Micari è il suo candidato. Vabbè…
Insomma, la ‘buona borghesia panormita orlandiana, che ha sempre pensato di essere ‘progressista’ e, in alcuni casi, addirittura di sinistra!, si ritrova, oggi, tra i neo-liberisti di Renzi, tra attacchi allo Statuto dei lavoratori e Jobs Act. Mamma mia!
Per non parlare dei tanti professori di Liceo orlandiani che dicono peste e corna della ‘Buona scuola renzianaana e che, tre mesi dopo le elezioni, scoprono di aver votato per un sindaco renziano!
Per non parlare dei candidati – ovviamente vecchi orlandiani – alle elezioni regionali a sostegno della candidatura di Fabrizio Micari, i quali, se interpellati sul fatto che si candidano a sostegno del candidato di Renzi, Micari, se la danno a gambe:
“Sono in campagna elettorale, scusa…”.
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