Fabrizio Micari: per la Sicilia soldi solo dalla UE. E lo Stato a cosa serve? Solo a derubarci?

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Il candidato di centrosinistra alla presidenza della Regione, Fabrizio Micari, parla a ruota libera. Dice, addirittura, che il Bilancio della Regione è “stabilizzato’, quando invece è stato ‘saccheggiato’, se è vero che una cospicua parte dei fondi per gli ospedali pubblici dell’Isola viene utilizzata per coprire i ‘buchi’ provocati dagli scippi finanziari del Governo nazionale. Lo scivolone dello stesso Micari sui fondi strutturali

Ormai, in questa campagna elettorale, le parole vengono pronunciate a ruota libera. E’ il caso del candidato alla presidenza della Regione siciliana del centrosinistra, Fabrizio Micari, che ne ha sparata una veramente grossa. La leggiamo insieme da un lancio dell’ANSA che cos’ha detto a proposito dei conti della Regione il rettore Micari:

“Ora che il bilancio è stato stabilizzato, gli unici finanziamenti sono quelli che arrivano dall’UE e qui occorre attrezzarsi per spenderli subito”.

Intanto, professore Micari, non c’è alcun Bilancio “stabilizzato”. Semmai, c’è un Bilancio della Regione siciliana ‘saccheggiato’ da Roma. Se non ci crede, oltre a girare come una trottola da un Comune all’altro dell’Isola per cercare di farsi conoscere, può farsi un giro tra gli ospedali siciliani, cominciando dai Pronto Soccorso: verificherà di persona come il Governo Renzi e il Governo regionale di Rosario Crocetta hanno ridotto la sanità pubblica siciliana.

Troverà – nei Pronto Soccorso – file chilometriche di pazienti che aspettano decine di ore – qualcuno anche più di ventiquattr’ore – prima di essere visitati.

Troverà gli stessi Pronto Soccorso intasati, perché, mancando i posti letto nei reparti, non si sa dove ricoverare i pazienti che dovrebbero essere ricoverati. Sa dove vengono ricoverati in assenza di posti letto nei reparti? Negli stessi Pronto Soccorso, dove capita…

Troverà i medici e gli infermieri sovraccaricati di lavoro e stressati fino all’inverosimile, vittime, insieme con gli utenti, di scelte politiche che definire folli è poco. 

Sa perché succede tutto questo, rettore Micari (ci scusi se la chiamiamo così, ma visto che, pur essendo candidato alla guida della Sicilia, non si è ancora dimesso da rettore dell’università di Palermo, ci sembra corretto rispettare i suoi titoli…)? Per due motivi.

Il primo motivo è che il Governo nazionale ha scippato tutto quello che poteva scippare (e, si fidi, anche quello che non avrebbe dovuto e potuto scippare) al Bilancio di una Regione che è in sostanziale default.

Il secondo motivo è che, non sapendo da dove prendere i soldi che il Governo nazionale ha scippato al Bilancio della Regione, il Governo Crocetta – con la connivenza dell’Assemblea regionale siciliana – utilizza a piene mani i fondi della sanità per pagare spese che con la stessa sanità siciliana non hanno nulla a che spartire.

Intanto, già da anni, erogano alle Aziende Sanitarie Provinciali (ASP) e alle Aziende ospedaliere meno fondi rispetto alle previsioni di legge. ASP e Aziende ospedaliere, per fronteggiare questi ammanchi causati dalla Regione, in parte tagliano servizi sanitari ai cittadini, in parte non pagano i fornitori e, in parte, si indebitano con le banche.

A questo punto si scopre che il “sistema sanitario siciliano è indebitato”. La notizia è falsa, perché è la Regione che ha ‘indebitato’ la sanità siciliana.

Ma siccome la notizia è che, comunque, “il sistema sanitario siciliano è indebitato”, Crocetta e l’Ars hanno contratto due mutui (il primo mutuo, all’Ars, è stato approvato anche dalle opposizioni di centrodestra: geniali!) per fronteggiare questi debiti della sanità siciliana che debiti della sanità siciliana non sono.

Di fatto, Governo regionale e Ars hanno fatto contrarre alla Regione due mutui miliardari non per pagare i debiti della sanità siciliana – che non era affatto indebitata – ma per ripianare parzialmente i soldi che il Governo nazionale ha scippato alla Regione. E questo è il primo imbroglio.

C’è anche un secondo imbroglio: non contenti di aver fatto pagare alla sanità i ‘buchi’ del Bilancio regionale prodotti dal Governo nazionale, il Governo Crocetta e l’Ars hanno stabilito che le rate di questi mutui sono a carico della stessa sanità siciliana!

Sì, ha letto bene, professore Micari: con i soldi che dovrebbero servire per gli ospedali pubblici dell’Isola – e magari per i Pronto Soccorso – il Governo regionale e l’Ars pagano le rate dei mutui contratti dalla Regione per fronteggiare i ‘buchi’ causati dagli scippi del Governo nazionale.

Sa cosa pagano pure con i fondi della sanità siciliana Governo e Ars? Per esempio, i dipendenti della SAS, una società regionale i cui dipendenti, in parte, operano per la sanità, ovviamente sulla base di una scelta politica (anche se dopo i rilievi mossi dalla Corte dei Conti ci risulta che siano sorti problemi…)

Sempre con i soldi della sanità siciliana Governo e Ars pagano l’ARPA. Parliamo dell’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente. Uffici che, sotto il profilo amministrativo, fanno capo all’assessorato al Territorio e Ambiente. Ma siccome – al solito – i soldi della Regione per la tutela dell’ambiente se li è presi il Governo nazionale, Governo regionale e Ars hanno deciso che 30 milioni di euro all’anno per l’ARPA debbono essere tolti agli ospedali pubblici della Sicilia.

In tutto questo l’ARPA serve a qualcosa? No. Perché in Sicilia funziona malissimo. Basti vedere quello che hanno combinato con la discarica di Bellolampo, a Palermo. Con gli abitanti del circondario che accusano senza mezzi termini l’ARPA di nascondere i dati sull’inquinamento (COME SI PUO’ LEGGERE QUI).

Per non parlare dei controlli sulla stessa discarica di Bellolampo dopo l’incendio dell’estate 2012: controlli che sono stati, praticamente, inesistenti (COME POTETE LEGGERE QUI).

Non solo l’ARPA è stata ridotta a ‘carrozzone’, ma è anche diventata una sorta di barzelletta per le modalità con le quali seleziona il proprio personale apicale: è il caso di un funzionario diventato mega-direttore galattico con un’incredibile serie di ‘salti amministrativi pindarici’, che hanno trasformato la stessa ARPA in una sorta di ‘Repubblica indipendente’… (COME SI PUO’ LEGGERE QUI).

Se il professore Micari non crede che la sanità pubblica siciliana sia stata ‘saccheggiata’ può chiedere ‘lumi’ al segretario del PD di Sciacca, Michele Catanzaro. Che, giustamente, contesta la grottesca pubblicità diffusa in tutta la Sicilia con cartelloni surreali dal suo partito:

“Ospedali e Pronto Soccorso più efficienti”.

Catanzaro parla delle disfunzioni dell’ospedale di Sciacca. Ma le possiamo assicurare, professore Micari, che è così ovunque, proprio perché una cospicua parte dei fondi della sanità siciliana viene utilizzata per finalità che nulla hanno a che vedere con la stessa sanità siciliana.

Questo vale per il “bilancio stabilizzato”.

Poi c’è il resto della sua frase che ci lascia di stucco: “…gli unici finanziamenti sono quelli che arrivano dall’UE e qui occorre attrezzarsi per spenderli subito”.

Lei professore Micari, come possiamo notare, è subito entrato nel ‘meraviglioso mondo del PD siciliano-renziano’, stando al quale la Regione siciliana serve solo al Governo nazionale per sanare i propri conti.

Quindi lo Stato italiano non deve nulla alla Sicilia? Si tiene i soldi dell’articolo 36 dello Statuto, si tiene i soldi dell’articolo 37, si tiene i soldi dell’articolo 38. Si tiene anche i 220 milioni di euro della RC Auto con le quali le ormai ex Province siciliane pagavano il personale.

Lo Stato ha più che dimezzato i fondi per le attività sociali (legge nazionale n. 328 del 2000). E non si sa che fine hanno fatto i soldi per le politiche attive del lavoro (che non debbono essere finanziate tutte con i fondi europei!).

Per non parlare delle opere pubbliche della Sicilia, tutte finanziate con i fondi europei.

Quindi, secondo lei, professore Micari, candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione, lo Stato non è vincolato, in Sicilia, a pagare gli interventi ordinari. Lo dice lei, non noi:

“…gli unici finanziamenti sono quelli che arrivano dall’UE e qui occorre attrezzarsi per spenderli subito”.

Ma lo sa, professore Micari, che i fondi europei debbono essere aggiuntivi e non sostitutivi rispetto ai fondi dello Stato?

Le diamo una notizia, professore Micari: le regole che sovrintendono alla spesa dei fondi strutturali non sono ancora cambiate. Quindi i fondi strutturali rimangono aggiuntivi e non sostitutivi rispetto a quelli dello Stato.

Vero è che l’Unione Europea è gestita da un covo di massoni che imbrogliano le carte: ma sulla spesa dei fondi strutturali non è cambiato nulla: rimane la cosiddetta “addizionalità”.

Se ne deduce, professore Micari, che quello che lei dice – “…gli unici finanziamenti sono quelli che arrivano dall’UE…” – non è vero.

Diventa vero solo se si è ascari: ma, ne siamo certi, non è il suo caso.

 

 

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