Il grano arrivato nel porto di Pozzallo, dopo ben sette giorni, è stato sigillato alla presenza dei NAS e portato presso gli stabilimenti “Molino di Sicilia srl”, che hanno sede a Modica-Pozzallo e che fanno capo al gruppo Casillo, il più importante importatore di cereali d’Italia. Tutto quello che siamo riusciti a scoprire a Pozzallo. GranoSalus: iniziativa della magistratura?
Raggiunti al telefono, dall’USMAF di Siracusa fanno sapere che i controlli in corso sono quelli di sempre. Come tutti i carichi di cereali, anche il grano arrivato nel porto di Pozzallo con la nave ERDOGAN SENKAYA (una General Cargo IMO 8857655 MMSI 271002242 costruita nel 1991, battente bandiera della TURCHIA (TR) con una stazza lorda di 1239 ton, summer DWT 2429 tonnellate), ci dicono, è attualmente oggetto di analisi.
La cosa ci fa piacere. Noi sapevamo che l’USMAF – un ufficio del Ministero della Salute con sedi in tante aree portuali italiane – effettua i controlli sul 5% in media dei cereali che arrivano con le ‘fatidiche’ navi. Ora scopriamo che i controlli sarebbero a tappeto. meglio così.
Non siamo riusciti a parlare con il dirigente responsabile. Avremmo voluto chiedere notizie più precise sul carico contenuto nella ‘misteriosa’ nave arrivata nei giorni scorsi a Pozzallo.
Questo blog si è occupato più volte di questa nave. L’ultimo articolo l’abbiamo scritto tre giorni fa, esattamente il 9 settembre. Tre giorni fa questa nave risultava bloccata da quattro giorni a circa due miglia dal porto di Pozzallo. Se facciamo quattro conti, ebbene, la nave ERDOGAN SENKAYA, che è arrivata dall’Ucraina, è rimasta bloccata sette giorni. Perché? (QUI IL NOSTRO ARTICOLO DEL 9 SETTEMBRE).
In questa fase non possiamo rispondere a tale domanda. Ma i nostri amici di Pozzallo ci hanno raccontato che il carico della nave da poche ore. E ci hanno riferito che erano presenti i NAS, cioè gli uomini del Nucleo Antisofisticazioni e sanità dell’Arma dei Carabinieri.
I NAS, di solito, non si muovono per fare passeggiate. Si muovono per lavoro. Magari perché hanno ricevuto l’incarico dalla magistratura. Da Pozzallo non siamo riusciti a sapere di più. Ma da GranoSalus – l’associazione che raccoglie consumatori e produttori di grano duro di tutto il Mezzogiorno d’Italia, da noi consultati, ci hanno detto che, a loro parere, potrebbe essere intervenuta la magistratura.
La cosa non ci stupirebbe. Grazie all’azione combinata di GranoSalus e di questo blog (il cui editore, Franco Busalacchi, candidato alla presidenza della Regione, nel proprio programma di governo, considera prioritaria la ‘Battaglia del grano’, ovvero i controlli a tappeto sul grano che arriva nella nostra Isola con le navi e, in generale, i controlli su tutti i prodotti agricoli che arrivano in Sicilia da tanti Paesi del mondo: controlli per accertare l’eventuale presenza di contaminanti- sotto in allegato un video che riassume la questione e la denuncia delle multinazionali nei confronti di questo blog), le navi cariche di grano che arrivano in Italia non sono più notizie da tenere nascoste.
Con buona pace della grande industria italiana della pasta e delle multinazionali, i consumatori – e anche gli agricoltori – oggi sono molto più attenti. E vogliono sapere e capire.
Già, sapere e capire. Noi siamo riusciti a sapere che la nave carica di grano duro è arrivata a Pozzallo dall’Ucraina. E che il grano è stato scaricato da poche ore. E che il grano, a bordo di mezzi gommati, è stato trasportato presso gli stabilimenti “Molino di Sicilia srl”, che hanno sede a Modica-Pozzallo e che fanno capo al gruppo Casillo, il più importante importatore di cereali d’Italia.
Per la cronaca, si tratta dello stabilimento che, per grandezza, è il secondo d’Europa.
Ci hanno detto anche che il grano, una volta caricato sui mezzi gommati, è stato sigillato alla presenza dei NAS. E poi è stato scortato fino allo stabilimento di Casillo.
Qualche domanda ci sembra naturale. Per esempio: sono stati riscontrati dei problemi? Ed, eventualmente, che tipo di problemi?
Ricordiamo che i controlli sul grano che arriva dall’Ucraina sono molto importanti, per escludere la presenza di radionuclidi.
Non ci stiamo inventando nulla: secondo l’ultimo rapporto di Greenpeace – “Nuclear scars: The Lasting Legacies of Chernobyl and Fukushima” – l’inquinamento nucleare dopo il disastro della centrale nucleare di Chernobyl interessa sia l’Ucraina, sia la Russia. Ebbene, queste zone sono coltivate a cereali, a cominciare dal grano duro.
Sulla carta oltre 10 mila chilometri quadrati – in pratica un milione di ettari di terreno tra Russia, Bielorussia e Ucraina non dovrebbero essere utilizzati per qualunque tipo di attività, soprattutto agricola perché tali terreni sono impregnati di Plutonio.
Se andiamo indietro nel tempo leggiamo anche un articolo del quotidiano La Repubblica dell’ottobre 1988 (QUI L’ARTICOLO).
Di solito, quando vengono riscontrati problemi, l’Unione Europea viene subito allertata. ma fino a questo momento, ci dicono sempre da GranoSalus, non c’è alcun allerta europeo. Forse perché, ipotizzano sempre a GranoSalus, potrebbe essere in corso un’iniziativa da parte della magistratura.
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bene ... mi son fatto 1 bell'articolino su FB.... e passato negli altri 2 mie gruppi ke trattano BIO-FOTONICA ... ci conto ke le persone si sveglino .. !!! ....... gruppo Casillo ... ottima EVOLUZIONE .....
Sicuramente E grano radioattivo !!!