“L’università dovrebbe mantenere un’autonomia chiara” diceva qualche giorno fa il rettore di Catania, Francesco Basile. Uno dei pochi a pensarla così, se è vero che professori e rettori si stanno schierando anche in prima persona. Ex alleati che diventano nemici e che non lesinano botte da orbi. Poveri studenti universitari! Intanto, sul sito dell’ateneo palermitano…
Chissà cosa ne pensano gli studenti. Chissà cosa dicono, a microfoni spenti, di tutti questi professori universitari che si affannano per una poltrona in vista delle prossime elezioni regionali. A microfoni spenti, noi ne abbiamo sentiti una decina, e non ne dicono bene. A microfoni spenti. Perché ufficialmente non vogliono parlare. E già questo la dice lunga sull’opportunità della scelta, da parte di un professore universitario, di scendere nell’agone politico. I ragazzi temono di esporsi “perché poi te li ritrovi in cattedra, magari durante un esame o un concorso”.
Risposta che sembra dare ragione a Roberto Lagalla, ex rettore dell’ateneo palermitano, che su Fabrizio Micari, suo successore e candidato alla Presidenza della Regione con il PD, dice:
“Micari è in una posizione quantomeno singolare dalla quale può esercitare un potere di intimidazione latente”.
Dichiarazione che abbiamo letto su Repubblica Palermo ieri e che contiene un esplicito riferimento alla decisione di Micari di congedarsi dall’incarico: “Non esiste l’istituto del congedo elettorale”.
Ma le parole di Lagalla, più che avere a cuore la tutela della libertà dei ragazzi, nascono più da rancori legati alla politica. Intanto, lui stesso – che è docente universitario presso la facoltà di Medicina – dopo avere ritirato la sua canidatura si è schierato con la coalizione di centrodestra che sostiene la corsa di Nello Musumeci. E, poi, come spiega il quotidiano, l’ex rettore è stato uno dei grandi e più importanti elettori di Micari, il quale come ringraziamento, è passato con il centrosinistra. Quando si dice la gratitudine…
Non sono i soli. C’è anche Gaetano Armao, indicato come vice da Nello Musumeci, che è professore aggregato nell’ateneo di Palermo. Anche lui aveva sostenuto Micari, ma certo non con la stessa potenza di un docente della facoltà di Medicina.
C’è anche Massimo Costa, professore di Economia con il suo movimento ‘Siciliani Liberi’ in piena campagna elettorale. Non è candidato, ma assessore in pectore.
A Messina, come riporta Repubblica, c’è il rettore Pietro Navarra, che non nasconde il suo impegno per il PD “tanto da essere considerato un capo corrente” e con lui una nutrita cordata di docenti.
Insomma, molti docenti universitari, più che ad insegnare, sembrano interessati ad imparare le trame della politica.
Alla faccia del rettore di Catania, Francesco Basile, che ha espresso quella che dovrebbe essere una verità lapalissiana:
“L’università dovrebbe mantenere un’autonomia chiara”.
La domanda è una sola: chi si preoccupa degli studenti? Chi può assicurare che queste scelte dei loro professori politicanti non si traducano in scelte liberticide nei loro confronti?
Chi può garantire che non siamo dinnanzi ad un utilizzo improprio di una carica pubblica? Parlare di potere di intimidazione latente, ed, eventualmente, non varrebbe solo per Micari, non equivale a parlare di un potere para mafioso?
L’insofferenza dei ragazzi non sempre è muta. A parte ‘Azione Universitaria’ che si è subito scagliata contro la candidatura di Micari, sullo stesso sito dell’università (younipa.it) continuano ad affacciarsi malumori. Stamattina in un articolo viene descritto tutto il disagio viene sintetizzato nel titolo: “Caro rettore non si possono servire due padroni”.
Ma, lo ripetiamo, la critica non può riguardare solo Micari per quanto rivesta un ruolo apicale e per quanto l’inopportunità sia più palese.
I dubbi riguardano questo fenomeno nel suo insieme. Che, a ben guardare, è lo specchio della degenerazione della politica siciliana che tutto infetta e tutto deforma.
Ai ragazzi possiamo solo dire di non cedere dinnanzi a nessuna forma di intimidazione. Di battersi per ogni forma di legalità e di libertà. Che vanno difese ogni giorno, non solo nelle giornate commemorative.
E che la libertà di voto resta l’unica vera arma per difendersi da quegli arrivisti descritti da Honorè dè Balzac. Quelli che sono come le scimmie che salgono in alto sugli alberi mostrando tanta agilità, ma una volta arrivati in alto mostrano solo le loro parti vergognose….
Nota della redazione
In relazione all’articolo qui sopra pubblicato, la redazione precisa che il riferimento al professor Massimo Costa non era dettato da nessun intento polemico, né tanto meno dall’intenzione di accomunare la sua figura a quella degli altri docenti universitari citati. Trattandosi di una panoramica sui protagonisti del mondo dell’università impegnati in prima persona in vista della prossima competizione elettorale, ci è sembrato logico inserire anche il suo nome sul quale, non a caso, non ci siamo soffermati con alcun commento. Ciò detto, comprendendo le ragioni di disagio del professor Costa, ci teniamo a sottolineare, ancora una volta, che non è mai stata intenzione di questa redazione paragonarlo ai ben più noti personaggi citati nell’articolo e che da questa redazione il professor Costa ha sempre ricevuto attestati di stima per il suo impegno.
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