La banda dell’Onesto

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Musumeci l’Onesto avrebbe attratto verso di sé antichi pregiudicati, paramafiosi, collusi e corrotti, cacciatori di incarichi, “sperti” e consulenti e chi più ne ha più ne metta? Tutti all’ombra dell’onesto Musumeci? Tutta la stampa, giornali cartacei e on line, inneggiano alla virtù salvifica di Musumeci, l’onestà che, da condizione naturale della persona civile, diventa una virtù rara

Come chiamare il movimento spontaneo, fortemente etico, generoso, motivatissimo, che si sta aggregando attorno al magnete col pizzo, al catalizzatore muto? Come chiamare tutta la schiuma dei mari, la suburra delle politica, l’armata delle tenebre? Un magistrato volenteroso potrebbe aprire un fascicolo e denominarlo “Musumeci Sebastiano (detto Nello) più 69″.

Ma come, direte voi!, Musumeci l’Onesto avrebbe attratto verso di sé antichi pregiudicati, paramafiosi, collusi e corrotti, cacciatori di incarichi, “sperti” e consulenti e chi più ne ha più ne metta? Tutti all’ombra dell’onesto Musumeci? Tutta la stampa, giornali cartacei e on line, inneggiano alla virtù salvifica di Musumeci, l’onestà che, da condizione naturale della persona civile, diventa una virtù rara.

Onesto? E che c’è di mirabolante, di rivoluzionario nell’essere onesto? L’onestà è la regola, la santità è l’eccezione. Purtroppo dopo vent’anni di volgarità, di menzogne, di corruzione e di squallore morale gestiti dal grande pregiudicato e puttaniere a suon di milioni piazzati strategicamente a magistrati, bambole minorenni, giornalisti, politici, imprenditori e poveracci e posti di lavoro (non a milioni, ma strategicamente dispensati qua e là), i valori sono saltati, la regola è diventata eccezione e va esaltata e glorificata.

Sarà questo forse il motivo per cui l‘aggettivo onesto tra i componenti della coalizione di destracentro spetta al solo Musumeci, e nessun giornalista si ricordi di associare il nome di Micciché, Romano, La Galla, Lombardo e compagnia all’aggettivo di onesto.

E la par condicio? Onesto il Duce, per transitività oneste le sue legioni. Ma sappiamo tutti che nulla è come sembra. Aveva ragione Aldo Moro:

“Questo Paese non si salverà se non nascerà un nuovo senso del dovere”.

I nipotini traviati di Moro fanno comunella con politici a libro paga di Berlusconi, tutti benedetti sotto il mantello dell’Onesto. Ingrigiti, un po’ invecchiati, ma pur sempre irriducibili, i vari Cesa, Buttiglione, Casini, Romano, Lombardo, da 50 anni appozzati sulle vene dei siciliani, pregustano l’ennesimo banchetto.

Che felicità! Quanti figli e figlie, dalla piccola Daniela Cardinale al piccolo Lombardo, a Genovese il piccolo si preparano a succedere ai loro genitori sugli scranni arraffatorii. Loro in Parlamento e i nostri figli a servire birra nei pub londinesi. Qualcuno però potrebbe dire: i giovani e le giovani siciliane se lo meritano, devono andare via, devono andare a fare i servi all’estero, a lavare le scale nelle case a Berlino, a fare pizze a Lisbona, ad asciugare i capelli delle Parigine.

Stupidi, arroganti, e ciechi, sono loro gli artefici del loro destino, loro che non vanno a votare “perché fanno tutti schifo”. Sai che dolore i vari Cracolici, Crocetta, Orlando, Musumeci, Romano, Miccichè, Lombardo se i giovani se ne vanno o non votano! Tutta salute, invece! E’ quello che vogliono, è quello per cui lavorano.

Loro secernono schifo, creano schifo, si circondano di schifo, prosperano nello schifo. A loro interessa che vadano a votare i loro schiavi sottomessi.

E infatti, che felicità per i rituffi della società incivile, i magnacci, i perdigiorno, i leccaculo, le mosche da bar, i fannulloni, le cose inutili, i sottoproletari lasciati nell’ignoranza dei loro diritti, gli (im)prenditori,i professionisti(!!), i sottopancia, i tirapiedi,gli aspiranti a qualunque cosa che li liberi della loro miseria attuale e li cacci in un altra, gente senza onore né dignità.

Che felicità per tutti quelli per i quali ogni campagna elettorale è una festa, tra buoni benzina, contanti, frigoriferi e piccoli elettrodomestici, cene, biglietti gratis per ogni tipo di manifestazione. Sono i soliti 800.000, e altrettanti se ne contano nel centrosinistra.

Si sanno anche i nomi e i cognomi. E’ gente fidelizzata. Oltre ai papponi, che sono la maggioranza, ci sono i coatti del voto e i malati della sindrome di Stoccolma, quelli cioè convinti che gli unici che li possono liberare sono i loro carcerieri.

Nessuna meraviglia, però. E’ gente il cui livello culturale e il cui livello di intelligenza è pari a quello degli antichi egizi che adoravano un insetto. Diamogli però atto che dall’adorazione dello Scarabeo stercorario sacro al voto a Musumeci e Berlusconi un passettino avanti è stato fatto.

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