ll giovane filosofo, profondo conoscitore della questione meridionale e della questione siciliana, è stato indicato come assessore regionale ai Beni Culturali dalla lista Noi Siciliani con Busalacchi-Sicilia Libera e Sovrana. In questi giorni è in Sicilia per fare conoscere le ragioni del suo impegno. Lo abbiamo intervistato. Ci ha parlato dell’esigenza di “ripartire dalle radici culturali della Sicilia che risalgono alla Magna Grecia e quindi dalla sua sovranità culturale” e ci ha ricordato da dove nascono tutti i pregiudizi sui popoli del Sud…
“Ripartire dalle radici culturali della Sicilia che risalgono alla Magna Grecia e quindi dalla sua sovranità culturale. Liberando così l’Isola dall’esterofilia convulsiva e rimettendola al centro”. Questa l’idea di Diego Fusaro, giovane filosofo e profondo conoscitore della questione meridionale e della questione siciliana, indicato come assessore regionale alla Cultura da Franco Busalacchi, leader e candidato alla presidenza della Regione siciliana del movimento “Noi siciliani con Busalacchi – Sicilia libera e sovrana”.
“Fusaro – ha detto Busalacchi- è l’uomo giusto per guidare l’assessorato regionale alla Cultura – sostiene Busalacchi – perché conosce perfettamente la questione meridionale e la questione siciliana, ed è quindi pienamente consapevole di quali sono i problemi dell’Isola, la loro radice storica e soprattutto le soluzioni”.
Non solo. Il coraggio di Fusaro nel denunciare le condizioni cui è stato ridotto il Sud Italia è fuori discussione e non trova eguali nella classe politica meridionale asservita agli interessi delle segreterie romane.
Da ieri è in giro per la Sicilia, accompagnato da Lillo Massimiliano Musso, leader di Forza del Popolo e vicepresidente della Regione designato da “Noi siciliani con Busalacchi” “Noi siamo alternativi a tutti gli schieramenti politici presenti in Sicilia – spiega Musso – e abbiamo posizioni chiare su tutti i temi attuali. Siamo dalla parte del popolo e quindi siamo per l’acqua e la sanità pubbliche, per il sostegno al reddito e alle imprese. Quindi siamo una forza del popolo”.
Abbiamo intervistato Fusaro. Tra le altre cose, ci ha ricordato da dove nascono tutti i problemi del Sud.
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Gentile Diego Fusaro,
forse ne abbiamo abbastanza dei ricordi ancestrali ( e si è dimenticato di Archimede di Siracusa il più grande scienziato di tutti i tempi e di Teocrito, dei Dionigi sempre di Siracusa, di Gelone, Terone, della battaglia di Imera, di Federico II di Svevia, re siciliano a tutti gli effetti, di...Michele Amari, Quasimodo, Sciascia...fino agli eroi mondiali Falcone e Borsellino...) di cui milioni di siciliani sanno poco e nulla.
Dopo lustri di "profugo" in Italia sono ritornato in Sicilia dove imperavano Chiesa e Democrazia cristiana; non credo che sia cambiato molto.
I siciliani, che, ripeto: non conoscono la propria e comune Storia, scambiano i loro diritti costituzionali, che sono sempre validi, attuali e di respiro umano, di umana internazionalità, con i favori da elargirsi in cambio di voti.
A che cosa serve loro la "Magna Grecia" se ha un tasso di disoccupazione giovanile allucinante e una continua emigrazione tesa ad arricchire sempre e comunque altri Paesi e altre realtà?
Bisogna spiegare loro che chi merita deve andare avanti senza raccomandazioni, perché i raccomandati di oggi e anche di ieri sono dentro una catena di indegnità e incapacità che si distingue in tutte le istituzioni regionali e nazionali,
Fino ai governi di "Mafia Capitale" e della P2.
Provi a chiedere, e ci riferisca di quanti siciliani ( quanti italiani) conoscono l'una e l'altra setta a delinquere, come e dove comanda, per quali scopi e da quando?
Certo dai primi massoni Savoia a seguire.
L'unica Rivoluzione di Popolo, in Italia, contro il più potente occupante d'Europa del tempo: gli Angioini, avvenne con inizio a Palermo nel 1282 e poi in tutta l'isola. Veda di consultare un certo Michele Amari...
Quanti conoscono quegli accadimenti, i primi rivoluzionari che si misero a capo della rivolta: Alaimo di Lentini, Palmiero Abate,Gualtiero di Caltagirone... erano "Signori" nobili! E chi chiamarono poi a governare l'isola? Altri occupanti "nobili", gli Aragonesi.
La Storia per rappresentarla bisogna conoscerla, fino dalle elementari. Insegnarla ai siciliani sarebbe il primo capitolo di una nuova Rivoluzione dentro la quale non di debbano commettere sempre gli stessi errori.
Un'impresa degna di Archimede!
Ci vorranno ancora duemila anni?
Dr. Filippo Grillo
Non dimentichiamoci del più
grande drammaturgo e poeta
della cultura occidentale
William Shakespeare, il quale
era siciliano, il suo vero
cognome era Florio.