Malumori all’università di Palermo per la candidatura del rettore. I primi ad esternarlo sono i ragazzi di Azione Universitaria. Intanto, Antonio Fiumefreddo annuncia che non si candiderà perché la legge non lo consente:” C’è incompatibilità, proprio come nel caso di Micari”
Non nasce sotto una buona stella la candidatura di Fabrizio Micari alla Presidenza della Regione siciliana. Non solo per la spaccatura che ha creato tra il PD e i partiti di sinistra (SI, MDP, Rifondazione ecc…) che non hanno voluto ripetere lo schema sponsorizzato da Leoluca Orlando e Matteo Renzi di una alleanza con gli alfaniani, ma anche perché la notizia sta creando malumori all’interno della stessa università di Palermo. Molti studenti non hanno gradito la scelta del rettore di schierarsi e di candidarsi, senza però dimettersi dal ruolo apicale che riveste.
I primi ad uscire allo scoperto sono i ragazzi di Azione Universitaria, ma nei corridoi dell’università si dice che non saranno i soli:
“Azione Universitaria boccia la candidatura del rettore Micari a Presidente della Regione. Una scelta che dimostra, ancora una volta, come l’università sia intesa soltanto come trampolino di lancio per carriere politiche e ambizioni personali che nulla hanno a che vedere con gli studenti e l’università. L’ateneo dovrebbe mantenere una sua indipendenza e non può essere trasformato in un comitato elettorale.
Prendiamo atto – dichiara Marco Tronci Portavoce di AU Palermo – che da questo momento a capo dell’università non c’è più un rettore ma il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione. A pochi giorni dall’inaugurazione dell’anno accademico, e a fronte dei numerosi problemi che affliggono l’ateneo, il nostro pensiero va ai numerosi studenti che ogni giorno devono far fronte ai disservizi che rendono unico, in Italia, il nostro ateneo. La sua candidatura e la sua intenzione di restare seduto sulla poltrona di rettore – continua Tronci – dimostrano il suo totale disinteresse nei confronti degli studenti e dell’università quanto la mancanza di rispetto per il ruolo che riveste. Per questo motivo Azione Universitaria chiede le dimissioni immediate e irrevocabili. Il rettore Micari si prepari da una stagione di contestazione”.
Critiche molto pesanti sono arrivate anche da Franco Busalacchi, candidato alla Presidenza per Noi Siciliani con Busalacchi- Sicilia Libera e Sovrana, dal vice presidente della Commissione Antimafia, nonché candidato per Palazzo d’Orlèans di Mdp, Claudio Fava e da Ottavio Navarra, altro candidato della sinistra. E anche dal collega rettore dell’Università di Catania, Francesco Basile: “Rettore deve essere figura diversa, università rimanga fuori da politica”, ha detto a Livesicilia.
Da aggiungere che non si sono nemmeno placati i dubbi sulla sua incandidabilità. Oggi ne ha parlato Antonio Fiumefreddo, ormai ex numero uno di Riscossione Sicilia che ritira la sua candidatura: “Non mi candiderò alla Presidenza della Regione siciliana perché ci sono motivi di incompatibilità con il mio ruolo a Riscossione Sicilia, a meno di un parere autorevole che sconfigga la mia preparazione di diritto amministrativo” dice all’Italpress.
“La legge regionale n. 29 del 1951 recita che non sono eleggibili a deputati, e quindi a presidente della Regione, i dirigenti di enti soggetti a vigilanza e/controllo della Regione. Io mi sarei dovuto dimettere il 27 luglio, 90 giorni prima dalla maturazione del quinquennio rispetto alla data delle ultime elezioni”.
“La stessa cosa vale per il rettore Fabrizio Micari, che è incandidabile: si sarebbe dovuto dimettere prima perché la legge, alla lettera L, recita che non sono candidabili anche ‘i direttori generali, amministrativi e sanitari delle unita’ sanitarie locali, oltre ai legali rappresentanti delle aziende ospedaliere e delle aziende policlinico-universitarie, a meno che non ci si dimette prima. Micari presiede il Consiglio di amministrazione del Policlinico, di cui nomina il direttore sanitario”.