Ce lo chiediamo perché, di fronte a un Governo nazionale – prima il Governo Renzi, ora il Governo Gentiloni – che ha scippato i fondi alla Regione e ai Comuni, il professore Leoluca Orlando Cascio, sindaco di Palermo, non ha mai protestato con Roma. Anzi sta sponsorizzando un candidato renziano alla presidenza della Regione per provare a mantenere al potere i partiti politici che hanno affossato la Sicilia. Come mai i sindaci siciliani non protestano?
Come ci capita spesso di scrivere da alcuni mesi a questa parte, i Comuni siciliani sono senza soldi. E sono senza soldi per un effetto a catena ‘corretto’, in negativo, dal Governo nazionale.
Lo scenario è semplice: l’Unione Europea dell’euro impone politiche economiche restrittive; lo Stato italiano taglia risorse finanziarie alle Regioni e ai Comuni (le ex Province, con la fallimentare riforma voluta dal Ministro Graziano Delrio in Italia sono praticamente scomparse, mentre in Sicilia esistono ancora, ma sono al fallimento). E la Regione siciliana – tecnicamente in default – non eroga ai Comuni il Fondo per le autonomie locali, i fondi per i precari e il fondo con il quale i Comuni devono pagare le rate dei mutui (nel complesso, circa 650 milioni di euro).
La particolarità è che la Sicilia viene costretta dallo Stato a pagare, in proporzione, molto di più di quanto pagano le altre Regioni italiane per fronteggiare l’austerità voluta da un’Unione Europea che fa solo gli interessi delle multinazionali e, in generale, del Finanz-capitalismo.
Un solo esempio: per il risanamento delle finanze dello Stato la Regione siciliana – che in tutte le statistiche economiche italiane ed europee è l’ultima in classifica per condizioni economiche – paga quanto la Lombardia, che è una delle Regioni più ricche d’Italia, cioè un miliardo e 300 milioni di euro all’anno!
A questo esborso si sommano i due ‘Patti scellerati’ firmati da Crocetta con il Governo Renzi, che hanno regalato allo Stato una ‘barca’ di soldi (in calce a questo articolo potete approfondire la storia e i costi esorbitanti, a carico degli ignari siciliani, dei due ‘Patti scellerati’ firmati da Crocetta con l’avallo del PD siciliano, di Sicilia Futura di Totò Cardinale, del partito del Ministro Angelino Alfano e dei centristi di Giampiero D’Alia).
Il risultato di questo ascarismo del Governo regionale e dei partiti che lo sostengono è il sostanziale fallimento, anche se non dichiarato, della Regione siciliana, che non è più in grado di erogare le risorse finanziarie ai Comuni.
Come già accennato, questo avviene perché il Governo nazionale – prima il Governo Renzi, adesso il Governo Gentiloni – penalizza oltremondo la Regione imponendogli, ogni anno, un obolo pari a un miliardo e 300 milioni di euro e, contemporaneamente, scippa alla stessa Regione siciliana risorse finanziarie che, a norma dello Statuto, sono di pertinenza regionale.
Come ha fatto lo Stato a scippare alla Regione siciliana i fondi regionali, calpestando lo Statuto autonomistico siciliano? Semplice: perché il Governo regionale di Rosario Crocetta – sostenuto dal PD, da Sicilia Futura di Totò Cardinale, dal partito del Ministro Angelino Alfano e dai centristi di Giampiero D’Alia – gliel’ha consentito.
Così abbiamo una Regione siciliana in default non dichiarato che non paga (è un caso che la Procura della Corte dei Conti, quest’anno, non ne voleva sapere di approvare i conti della Regione siciliana?). E i Comuni siciliani, quasi tutti senza soldi, che non sono più nelle condizioni di assicurare molti dei servizi.
Se a questo aggiungiamo che le nove Province siciliane sono pure in default non dichiarato – sempre perché tartassate dallo Stato, che gli ha tagliato i trasferimenti e, con un atto abusivo, si è anche impossessato dei 220 milioni di euro che le Province incassavano ogni anno grazie alla RC auto – la ‘frittata’ è completa.
Lo scenario ormai visibile di questo sfascio provocato dal Governo nazionale sono le strade provinciali abbandonate (due giorni fa abbiamo pubblicato un articolo che documenta il disastro di una delle tante strade nelle quali andava in scena la Targa Florio: la Caltavuturo-Scillato). E anche gli edifici scolastici senza manutenzione.
Tutto questo in una Sicilia nella quale la maggioranza degli edifici scolastici è stata realizzata ignorando le norme antisismiche (lo ricordiamo alla luce del terremoto che ha colpito Ischia: se dovesse succedere qualcosa negli edifici scolastici della nostra Isola almeno non ci vangano a dire che non ne sapevano nulla!).
Questo lo scenario. Ebbene, cosa fa, davanti a questo scenario, il presidente dell’ANCi Sicilia, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, il professore sindaco di Palermo, Leoluca Orlando Cascio?
A rigor di logica, già da mesi, dovrebbe protestare contro il Governo nazionale, invitandolo a restituire alla Regione siciliana i soldi che gli ha rubato calpestando lo Statuto.
Perché se lo Stato non restituirà alla Regione siciliana i soldi che gli ha rubato, la stessa Regione non potrà erogare ai Comuni i circa 650 milioni di euro tra Fondo per le autonomie locali, fondo per il precariato e fondo per pagare le rate dei mutui (fino a questo momento – e siamo a fine agosto – la Regione sta erogando ai quasi 400 Comuni della Sicilia appena 50 milioni di euro!).
Il presidente dell’ANCI Sicilia, Leoluca Orlando Cascio, dovrebbe chiedere a Roma i soldi che Roma ha scippato alla Sicilia. Ma non lo fa. E che fa invece?
Lancia appelli per trovare un candidato per la presidenza della Regione. A chi rivolge, Orlando, il proprio appello? Al PD siciliano, a Sicilia Futura di Totò Cardinale, al partito del Ministro Angelino Alfano, ai centristi di Giampiero D’Alia.
In pratica, Orlando si rivolge ai partiti che hanno provocato il fallimento della Regione siciliana! E lo fa proponendo un candidato insieme con Matteo Renzi, cioè con l’esponente politico che ha scippato alla Regione siciliana una barca di soldi in barba allo Statuto siciliano e che ha imposto a Crocetta due ‘Patti scellerati’ che hanno penalizzato oltremodo le finanze regionali.
Nella testa di Orlando, i partiti politici che hanno fatto fallire la Regione siciliana, i Comuni e le Province dovrebbero trovare un candidato per partecipare e vincere le elezioni regionali!
Nella testa di Orlando i Siciliani dovrebbero votare i partiti che hanno fatto fallire la Regione, i Comuni e le Province!
Se i Comuni siciliani fossero amministrati da sindaci che fanno gli interessi dei cittadini che li hanno eletti, Orlando sarebbe già stato buttato fuori dalla presidenza dell’ANCI Sicilia.
Ma in Sicilia la maggioranza dei sindaci è di centrosinistra. Così, in questa fase storica delicatissima, la maggioranza dei sindaci dei Comuni siciliani, invece di protestare non soltanto contro un Governo regionale imbelle, non soltanto contro i partiti politici che sostengono il Governo Crocetta, ma soprattutto contro il Governo nazionale, stanno zitti.
Di fatto, la maggioranza dei sindaci siciliani non sembra stia facendo gli interessi dei cittadini siciliani.
Questo spiega perché le strade comunali e provinciali sono abbandonate.
Questo spiega perché le strade siciliane, anche se quasi tutte sfasciate, sono piene di autovelox, installati non per la sicurezza dei cittadini, ma per tartassare i cittadini siciliani, per fargli pagare i soldi che lo Stato ha rubato alla Sicilia.
Questo spiega perché i Comuni siciliani – sempre per far pagare ai cittadini i soldi rubati da Roma – si sono inventati le ZTL.
Questo spiega perché gli edifici scolastici sono abbandonati.
Questo spiega perché la spesa sociale, nei Comuni, è quasi scomparsa.
Questo spiega perché l’assistenza agli anziani è andata a farsi benedire.
Questo spiega perché non ci sono più nemmeno i soldi per accompagnare a scuola gli studenti disabili.
L’elenco dei servizi che non ci sono più potrebbe continuare.
Questo spiega perché molti Comuni siciliani hanno già dichiarato il dissesto finanziario.
Questo spiega perché tanti altri Comuni siciliani – e tra questi i Comuni di Palermo e di Catania – sono vicini al dissesto finanziario.
E sapete, in tutto questo, cosa vuole fare il professore Leoluca Orlando Cascio sindaco di Palermo e presidente dell’ANCI Sicilia? Una bella lista di sindaci per sostenere il candidato espressione delle forze politiche che hanno affossato la Regione siciliana, i Comuni e le Province!
Sì, Leoluca Orlando Cascio – che in Sicilia fa il gioco del PD di Renzi – propone ai Siciliani un candidato renziano alla presidenza della Regione, affinché la stessa Regione siciliana continui ad essere governata da chi l’ha fatta fallire.
Questo è il professore Leoluca Orlando Cascio sindaco di Palermo.
Un sindaco di Palermo che, da quando è stato rieletto, non fa il sindaco di Palermo, ma il leader del PD renziano siciliano.
Un presidente dell’ANCI Sicilia che, invece di occuparsi dei Comuni, utilizza impropriamente e alla luce del sole l’ANCi Sicilia per finalità che nulla hanno a che vedere con l’ANCI Sicilia.
Secondo voi quanti sono i Siciliani ‘intelligenti’ che andranno dietro a Leoluca Orlando?
ECCO DI SEGUITO IL DOSSIER SUI DUE ‘PATTI SCELLERATI’ CONTRO LA SICILIA FIRMATI DA ROSARIO CROCETTA E MATTEO RENZI:
Il primo risale al Giugno del 2014. Il secondo a Giugno del 2016.
Sono due ‘Patti scellerati’ firmati da Rosario Crocetta con il Governo nazionale che, oltre a calpestare lo Statuto nelle sue previsioni tributarie (fatto gravissimo perché solo una legge costituzionale potrebbe modificare lo Statuto che ha rango costituzionale), prevedono la rinuncia ai contenziosi con lo Stato, ovvero la rinuncia agli effetti favorevoli delle sentenze della Corte Costituzionale, sempre in tema di tributi o di norme finanziarie di dubbia applicazione in Sicilia. Soldi che la Regione siciliana avrebbe potuto incassare e che, invece, il PD e Crocetta – ma non solo – hanno ‘regalato’ a Roma.
Per il primo ‘Patto scellerato’ – Giugno 2014 – si è parlato di 5 miliardi di euro a cui Crocetta avrebbe rinunciato. Non sappiamo se la stima sia corretta, ma va da sé che qualsiasi cifra sarebbe stata una boccata d’aria per le ‘casse’ della Regione.
Il secondo ‘Patto scellerato’ – Giugno del 2016 – è stato approvato dall’Ars, con 43 voti a favore (PD-UDC-NCD-PSI e frattaglie varie vicine alla maggioranza come Sicilia democratica e Patto per le riforme). Poi è stato inserito nel disegno di legge enti locali del Parlamento nazionale ed è stato votato, a Roma, anche dai parlamentari nazionali eletti in Sicilia, ad eccezione del Movimento 5 Stelle, che sia a Palermo che a Roma si è opposto.
La Sicilia ancora una volta sacrificata dagli ‘ascari’ siciliani e depredata da un Governo nazionale di sanguisuga. Furto che appare ancora più esecrabile alla luce delle denunce della Corte dei Conti, che ha accusato lo Stato di stressare i conti della Sicilia e l’Agenzia delle Entrate di comportarsi in maniera sleale.
Non solo. va ricordato che l’assessore regionale Alessandro Baccei – una sorta di commissario imposto da Renzi alla Sicilia – intervistato da un bravo giornalista siciliano per il settimanale L’Espresso, ha confessato che la Sicilia rinuncia già a 7 miliardi di euro l’anno.
Qui sotto alcuni approfondimenti sul tema:
http://timesicilia.it/rinuncia-ai-contenziosi-lo-manca-solo-via-libera-della-giunta/
http://www.inuovivespri.it/2016/07/05/corte-dei-conti-lo-stato-stressa-i-conti-della-sicilia/
http://www.inuovivespri.it/2016/05/22/baccei-conferma-lo-stato-ruba-7-miliardi-allanno-ai-siciliani/