Franco Busalacchi, candidato alla presidenza della Regione di un movimento politico che comprende autonomisti, sovranisti e indipendentisti, pone al centro della sua campagna elettorale il tema dei trasporti nell’Isola
“La condizione insostenibile della trasporti in Sicilia è la dimostrazione che la nostra regione è sottomessa agli interessi dei gruppi di potere sostenuti dal governo centrale di Roma. È una strategia per frenare lo sviluppo turistico della Sicilia e favorire le potenti località balneari del Nord d’Italia e in particolare la riviera romagnola”.
Così Franco Busalacchi, candidato alla presidenza della Regione di un movimento politico che comprende autonomisti, sovranisti e indipendentisti, pone al centro della sua campagna elettorale il tema dei trasporti nell’Isola.
“Non è accettabile che si impieghino quattro ore per oltrepassare lo Stretto”, spiega Busalacchi che si è recato a Messina e ha ascoltato i cittadini che da sempre assistono impotenti al continuo via vai di auto e mezzi pesanti che paralizzano il traffico a causa dell’assenza di un sistema viario che eviti il transito dei veicoli in pieno centro urbano.
“Tutta colpa – aggiunge Busalacchi – della Legge antitrust che invece di garantire i diritti dei consumatori impedisce che le auto siano trasportate sulle navi delle ferrovie dello Stato favorendo di fatto il monopolio della Caronte & Tourist e la creazione da parte di Ferrovie dello Stato di Bluferries non ha migliorato le cose”. La Bluferries, alla cui guida c’è il cugino di Angelino Alfano Giuseppe Sciumè, è stata costituita proprio nel tentativo di bypassare la legge Antitrust ma pur essendo parte dello stesso gruppo Ferrovie dello Stato non dialoga con Trenitalia e quindi non vengono garantite le coincidenze in caso di ritardi dei treni. Nessun vantaggio dunque per i cittadini ma ulteriori problemi.
Inoltre, il trasporto delle merci su rotaie in Sicilia è reso ancora più lento e accidentato dalle gallerie non a norma che non permettono il passaggio dei container. Senza considerare che i treni possono raggiungere la velocità massima di 160 chilometri orari (ben lontana dai criteri di alta velocità) soltanto in un tratto di pochi chilometri nei pressi di Patti. In più il servizio di alta velocità ferroviario non ha coincidenza con il sistema di trasporto via mare nelle fasce serali e notturne. Quindi molte merci possono arrivare in Sicilia soltanto via mare attraverso il porto calabrese di Gioia Tauro.
Per tutte queste ragioni, secondo Busalacchi, “l’unica strada percorribile per arginare questo disastro è il passaggio all’amministrazione pubblica regionale dell’intero servizio dei trasporti in Sicilia con una gestione competente e manageriale svincolata da lottizzazioni politiche e logiche nepotistiche e affaristiche di chi la Sicilia la vuole soltanto sfruttare”.