I fatti di Barcellona: “La Catalogna ha reagito come un vero e proprio Stato”

21 agosto 2017

Se qualcuno a Madrid ha pensato che l’attentato possa avere ridimensionato le ambizioni di indipendenza della Catalogna, si è sbagliato. Al contrario, come ci dice  Jaume Fores Llasat, psicologo social ed esponente di Esquerra Republicana di Catalunya, i catalani adesso hanno ancora più fiducia nelle loro istituzioni…Ecco perché

Se dopo l’attentato terroristico di Barcellona, il governo di Madrid ha sperato per un attimo che le ambizioni di indipendenza della Catalogna potessero ridimensionarsi, si è presto ricreduto. Le lacrime, l’amarezza, il sangue che ha macchiato una delle vie più turistiche della capitale catalana, hanno finito colo nutrire l’orgoglio catalano che è più vivo che mai. I messaggi lanciati da cittadini e istituzioni parlano chiaro: “Non abbiamo paura”, “Barcellona non cambierà”. E ancora: “Barcellona antifascista” hanno urlato le persone radunate per una delle manifestazioni di solidarietà mentre allontanavano un gruppo di estrema destra che sbraitava contro i musulmani presenti.

Non va dimenticato che il fascismo per i catalani è un mostro sempre vivo, non solo per le angherie subite al tempo del franchismo, ma anche perché vedono nelle istituzioni di Madrid- da sempre ostili alla loro causa -un appendice di quel sistema che ha ammorbato e forgiato la Spagna per quasi 40 anni. Concetto espresso chiaramente, ad esempio, da Anna Gabriel, deputata catalana della Cup, Candidatura d’unitat popular (partito indipendentista e marxista), in questa intervista che ci ha rilasciato durante una sua visita a Palermo.

La capitale catalana, dunque, città dell’accoglienza, tra le mete più ambite nella penisola iberica per migranti che arrivano da ogni dove- musulmani inclusi-  non ha nessuna intenzioni di accettare restrizioni in tema di diritti e libertà che potrebbero arrivare dal governo centrale né sulle politiche migratorie, né su altro.

Al contrario, i catalani, dopo questo dramma, ripongono ancora più fiducia nelle loro istituzioni. Lo dice a I Nuovi Vespri, Jaume Fores Llasat, psicologo social ed esponente di Esquerra Republicana di Catalunya, partito indipendentista catalano di ispirazione social democratica: “E’ stato uno shock per Barcellona- dice riferendosi all’attentato- siamo profondamente addolorati, ma da questi fatti abbiamo tratto una certezza: i Mossos d’Esquadra (la polizia catalana, ndr) hanno dimostrato di essere una vera e propria struttura di Stato, di altissimo livello. Non solo. Anche la risposta del Governo catalano e del sindaco di Barcellona è stata esemplare, mentre tutta la stampa internazionale si è rivolto al nostro Ministro dell’Interno per seguire la vicenda. La Catalogna è già uno Stato nei fatti, ed è uno Stato efficiente. Il governo spagnolo ha fatto la sua comparsa in ritardo e solo per finire sui giornali”. 

Il ministro dell’Interno catalano cui si riferisce Fores, si chiama Joaquim Forn. Il quale, parlando delle nazionalità delle vittime, all’indomani dell’attacco, ha specificato che c’erano anche “due spagnoli e due catalani”. Distinzione che ha fatto arricciare il naso a chi ancora si ostina a non riconoscere quella che per i catalani è già una realtà.

Lo stesso che ha corretto, in più occasioni, il collega spagnolo, Juan Zoido, secondo il quale la cellula jihadista responsabile dell’attentato era stata “totalmente smantellata“.
“Non voglio contraddire il ministro Zoido – ha dichiarato Forn – ma questa è un’indagine condotta dai Mossos d’Esquadra  e ci sono vari canali di investigazione e lavori che non si danno per terminati. Per questo la cellula non si può definire smantellata “fino a quando non sarà stata determinata la sorte di tutti i membri“.

Il ministro spagnolo è stato smentito anche dagli stessi Mossos: “Noi non possiamo né confermare né smentire il governo – ha spiegato il portavoce Albert Oliva – i Mossos guidano queste indagini, in coordinamento con la polizia nazionale e la Guardia civile. Vi informeremo quando considereremo che la cellula è stata smantellata”.

Messaggio chiarissimo: nel bene, così come nel male, la Catalogna è altro rispetto alla Spagna. 

 

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