E’ ufficiale: alle elezioni regionali siciliane Berlusconi e Miccichè andranno a sbattere

20 agosto 2017

Come questo blog scrive da tempo, o Berlusconi e Gianfranco Miccichè accetteranno le condizioni di Nello Musumeci, o andranno a sbattere contro il muro. La seconda ipotesi, in queste ore, sembra la più probabile. Il dilemma del Cantiere Popolare: andare a sbattere con Forza Italia, nella speranza di conservare qualche ‘straputino’ romano, o tentare la carta di Roberto Lagalla? Alfaniani verso la spaccatura 

A quanto pare Gaetano Armao, già assessore del Governo regionale di Raffaele Lombardo, candidato da Berlusconi alla presidenza della Regione siciliana, non avrà come ‘vice’ Nello Musumeci. A noi, in verità, era sembrato molto, ma molto strano che Musumeci accettasse di fare il vice presidente della Regione ad Armao, se non altro perché è in campagna elettorale – da candidato alla guida della Sicilia – dallo scorso novembre. Ma siccome abbiamo letto questa ‘news’ su autorevoli organi di stampa, l’abbiamo riportata con i nostri dubbi (QUI L’ARTICOLO).

Adesso i fatti stanno dimostrando che Musumeci, come già accennato, non ha alcuna intenzione di andare a fare il ‘vice’ ad Armao. La notizia è che il coordinatore-commissario di Forza Italia in Sicilia, Gianfranco Miccichè, in queste ore, starebbe vagliando l’ipotesi di trascinare il suo partito verso una linea morta.

In questa fase non sappiamo ancora se Miccichè andrà a sbattere da solo con la ‘sua’ Forza Italia, o se ci andrà in compagna della ‘ciurma’ del Ministro Angelino Alfano e del Cantiere Popolare di Saverio Romano.

Da quello che si capisce in queste ore, insomma, gli scenari, nel centrodestra, sono due.

Primo scenario. Nello Musumeci, turandosi il naso, accetta l’alleanza con Forza Italia. In questo caso l’avvocato Gaetano Armao andrebbe a fare il vice di Musumeci.

In questo primo scenario perderebbe Musumeci, che si ritroverebbe come vice presidente della Regione, che gli piaccia o no, l’ex assessore del Governo Lombardo: cosa, questa, che farebbe perdere forza alla sua candidatura di uomo politico che vuole rinnovare la Sicilia, perché il rinnovamento non si può certo fare portandosi dietro, in posizione di rilievo, l’ombra del fallimentare Governo Lombardo.

Ma il vero sconfitto, in questo primo, eventuale scenario, sarebbe Berlusconi, costretto ad accettare una candidatura, quella di Musumeci, che, a livello di visibilità politica nazionale, porta il segno della Lega Nord di Matteo Salvini e di Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni.

Secondo scenario. Berlusconi e Gianfranco Miccichè, non essendo riusciti a imporre Armao candidato alla presidenza della Regione siciliana con Musumeci vice dello stesso Armao, vanno alle elezioni regionali siciliane con un proprio candidato, che dovrebbe essere lo stesso Armao.

Questo significherebbe che il centrodestra avrebbe almeno due candidati: Musumeci e Armao. Berlusconi e Miccichè uscirebbero lo stesso sconfitti, ma almeno avrebbero la possibilità di ‘contarsi’ in vista delle elezioni politiche nazionali del prossimo anno.

‘Contarsi’ significa vedere quanti voti prenderà (o perderà) Forza Italia alle elezioni regionali siciliane. Passaggio importante. Perché la candidatura di Nello Musumeci senza i belusconiani rilancerà, a partire dalla Sicilia, la destra che fu Alleanza nazionale che, adesso, si ritrova sotto le bandiere di Fratelli d’Italia.

Che significa questo? Che oltre ai ‘pezzi’ di Forza Italia che si accingono a lasciare questo partito dopo la fallimentare gestione di Miccichè (uno di questi potrebbe essere Vincenzo Figuccia, ma non solo lui), a lasciare i belusconiani potrebbero essere altri dirigenti azzurri che provengono da An.

Resta da capire che cosa faranno Saverio Romano e i suoi amici del Cantiere Popolare. Romano e Totò Cuffaro non hanno mai gradito la candidatura di Musumeci. Ma, fino ad oggi, non si sono sbilanciati sulla candidatura dell’ex rettore dell’università di Palermo, Roberto Lagalla.

A questo punto, però, non è detto che questa formazione politica resti unità. Seguire Berlusconi e Miccichè potrebbe garantire a questo schieramento politico qualche ‘strapuntino’ a Roma (leggere qualche seggio nelle liste bloccate, visto che Renzi e Berlusconi, dovendo sistemare molti ‘camerieri’, confermeranno almeno una quota di parlamentari nazionali ‘nominati’ dalle segreterie dei rispettivi partiti).

Ma un’alleanza con Berlusconi e Miccichè alle elezioni regionali, magari in appoggio ad Armao, potrebbe non risultare proficua per il Cantiere Popolare in Sicilia.

Nella nuova Assemblea regionale siciliana si passerà da 90 a 70 deputati. Ci saranno da cinque a sette candidati alla presidenza della Regione e tante liste. E siccome è quasi matematico che il centrodestra diviso perderà le elezioni, non è detto che il Cantiere Popolare, da solo, superi il quorum del 5%.

Tutto dipenderà dalla spaccatura che oggi attraversa Alleanza Popolare del Ministro Alfano. Quest’ultimo vorrebbe andare con il centrosinistra. Ma una parte dei suoi vuole tornare con Forza Italia. Anche tra gli alfaniani si profila una spaccatura.

Bisognerà capire se un’ipotetica lista composta dal Cantiere Popolare e ‘pezzi’ di Alleanza Popolare avrebbe i numeri per raggiungere il quorum nel futuro Parlamento dell’Isola.

Sono discorsi ipotetici. perché chi dovesse decidere di lasciare il Ministro Alfano dovrebbe preferire, a rigor di logica – soprattutto se ha i voti – la lista di Forza Italia, dove il quorum è certo, piuttosto che una lista traballante.

In questo scenario il Cantiere Popolare, per rafforzare la propria lista, potrebbe decidere di appoggiare Roberto Lagalla quale candidato alla presidenza della Regione, nella speranza che il candidato presidente faccia da ‘traino’ alla stessa lista.

Ma è da mettere nel conto anche la possibilità che qualche esponente del Cantiere Popolare, vista – come si usa dire dalle nostre parti – ‘a carta maluppigghiata, decida di candidarsi con la lista di Musumeci…

P.S.

La parte più incomprensibile e contraddittoria di questa storia è rappresentata dagli ‘Indipendentisti siciliani’ che hanno seguito Gaetano Armao. Che oggi si ritrovano con il loro ‘leader’ candidato alla presidenza della Regione siciliana da Berlusconi!

Ma non si era detto che gli Indipendentisti siciliani – spesso divisi su tutto – almeno su un punto concordavano: e cioè sul fatto di non farsi egemonizzare dai partiti politici nazionali?

E cosa ci tocca vedere, invece? I “Siciliani indignati” di Armao con Berlusconi. Mah… 

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