Chi da giugno pontifica sulla rete, dipingendo gli operai della Forestale come “i responsabili degli incendi” nei boschi della Sicilia viene smentito dai fatti. Per la precisione, da un articolo pubblicato oggi dal Giornale di Sicilia. E delle inefficienze del Governo regionale? Non se ne parla. Sennò come farebbe l’Italia ad essere tra i ‘primi’ Paesi al mondo per informazione corretta, imparziale e, soprattutto, non condizionata da chi comanda?
Da quando è iniziata la stagione degli incendi dei boschi in Sicilia – in pratica da fine maggio – sulla rete abbiamo letto decine, forse centinaia di commenti contro gli operai della Forestale. Sono tanti, costano un sacco di soldi e bla bla bla. E, soprattutto, sono loro che danno fuoco ai boschi della nostra Isola. I più perspicaci hanno anche lanciato una proposta ‘lungimirante’: licenziare un migliaio di operai della Forestale (o forse più, non ricordiamo con esattezza il numero) per ogni incendio ‘a prescindere’ (QUI L’ARTICOLO CON LA PROPOSTA ‘LUNGIMIRANTE‘).
A metà giugno è stato accertato che nessun operai della Forestale era stato avviato al lavoro.
Così è venuto fuori che il Governo regionale ha deciso di ‘risparmiare’ sulle attività di prevenzione degli incendi.
Così abbiamo scoperto che le opere di prevenzione degli incendi – pulitura del sottobosco, realizzazione dei viali parafuoco e via continuando – che dovrebbero essere effettuate a partire da aprile, fino a metà giugno non sono state effettuate.
Abbiamo appurato anche che i mezzi antincendio – della Forestale e del Corpo Forestale – sono stati lasciati senza manutenzione.
Il Governo regionale del commissario-assessore, Alessandro Baccei – quello che tiene i ‘cordoni della borsa’ di una Regione siciliana commissariata, di fatto, da Renzi e dal suo PD – ha ‘risparmiato’ anche su questo.
Insomma: nessuna opera di prevenzione degli incendi e nessun operaio forestale assunto fino al 15 giugno. Però, sulla rete, i “colpevoli” sono sempre gli operai della Forestale: sono loro “che danno fuoco ai boschi!”.
Da giugno siamo arrivati a luglio. Le fiamme – complice anche un caldo da deserto del Sahara – hanno incenerito tante aree verdi della Sicilia. A metà luglio abbiamo accertato che erano stati assunti solo gli operai 151-isti (cioè gli operai che dovrebbero effettuare 151 giornate lavorative).
Abbiamo documentato che tra le fiamme, sotto il sole, con temperature tra 40 e 50 gradi centigradi, insieme con i Vigili del Fuoco e con il personale della Protezione civile, a spegnere le centinaia di incendi divampati in tutta l’Isola c’erano gli operai della Forestale.
Il 15 luglio, davanti a una Sicilia con tante aree verdi in fiamme, abbiamo chiesto a Silvano Riggio, docente di Ecologia all’università di Palermo, che cosa stava succedendo.
Riggio ci ha detto, sintetizzando, tre cose.
La prima cosa è che la Sicilia è ormai dentro una “bolla sahariana”: in pratica, siamo nel pieno di una desertificazione con un clima che – soprattutto nella parte occidentale della nostra Isola – è ormai simile, se non uguale, a quello del deserto del Sahara.
La seconda cosa che ci ha detto è che questo fenomeno è noto da anni: e che è da criminali, in uno scenario del genere, non effettuare le opere di prevenzione degli incendi nei boschi.
La terza cosa che ci ha detto è che, dietro gli incendi che hanno funestato e che continuano a funestare la Sicilia, c’è una strategia terroristica (QUI L’INTERVISTA CON IL PROFESSORE RIGGIO).
Mentre succedeva tutto questo, sulla rete gli operai della Forestale continuavano ad essere sotto accusa: i “colpevoli degli incendi in Sicilia sono loro”.
A metà luglio le autorità hanno acciuffato i primi piromani o incendiari. Tra di loro non c’era nemmeno un operaio della Forestale.
La cosa deve aver dato fastidio a chi, sulla rete, ha ripetutamente attaccato gli operai della Forestale.
Così, sulla rete, è comparsa la notizia di un operaio della Forestale preso dalle autorità mentre appiccava il fuoco ad un’area verde.
Nella terza decade di luglio gli incendi, in Sicilia, erano già centinaia: basta, su centinaia di incendi, l’arresto di un solo operaio forestale per gettare fango su un’intera categoria?
Sì, certo che basta: la tesi sbandierata da due mesi finalmente era stata dimostrata!
Però c’è un però. Qualche ora dopo la diffusione di questa notizia, sulla pagina facebook del Si.F.U.S. – il Sindacato Forestali Uniti per la Stabilizzazione – si spiega che la notizia dell’operaio forestale che appicca il fuoco nelle aree verdi è vecchia di due anni!
Qualche ‘Grande inquisitore’ del Forestali l’ha postata per disperazione: possibile che, con centinaia di incendi, non è stato scoperto nemmeno un operaio della Forestale incendiario o piromane?
Gli incendi sono stati tantissimi. La superficie di verde andata a fuoco supera i 20 mila ettari. Il fuoco non ha risparmiato le aree protette, Parchi e Riserve naturali.
Abbiamo appurato che i Canadair – gli aerei anfibi utilizzati per spegnere gli incendi, i cui interventi costano una barca di soldi (14 mila euro all’ora) – sono gestiti da privati (COME POTETE LEGGERE QUI). E, magari, verranno pagati anche con i fondi europei destinati alla Sicilia (COME POTETE LEGGERE QUI).
E abbiamo scoperto anche che l’attuale Governo regionale – il Governo che ha ‘risparmiato’ sugli operai della Forestale e sulle opere di prevenzione degli incendi – ha invece stanziato una barca di soldi – fondi europei, per la precisione – per la ‘lotta’ agli incendi e per gli interventi successivi agli incendi, prevedendo soldi anche per i privati: LO POTETE LEGGERE QUI e LO POTETE LEGGERE ANCHE QUI.
Siamo arrivati ai giorni nostri. Per la precisione, ad oggi, mercoledì, 16 agosto 2017.
Sul Giornale di Sicilia leggiamo un articolo che racconta gli incendi nei boschi della Sicilia.
Il giornale parla delle persone arrestate mentre appiccavano il fuoco.
L’ultimo caso – poche ore fa – è quello di un disoccupato di Mussomeli, provincia di Caltanissetta. Preso dalle forze dell’ordine dopo un rocambolesco inseguimento.
Il giornale fa il punto sugli arresti avvenuti durante l’estate. Ci sono stati arresti a Cefalù, a Ragusa, a Sciacca e in provincia di Trapani (QUI L’ARTICOLO DEL GIORNALE DI SICILIA).
Pensate un po’, tra i tanti soggetti arrestati mentre appiccavano il fuoco non c’è nemmeno un operaio della Forestale!
In compenso, grazie ai boschi della Sicilia andati a fuoco, c’è chi ci guadagnerà.
In compenso un operaio della Forestale – Francesco ‘Franchino’ Ganci, operatore radio addetto alle segnalazioni incendi – uno dei “mille” che dovrebbe essere licenziato per ogni incendio, almeno secondo certi ‘geni’ – ha scritto questo post su facebook. Racconta cosa si prova non dietro una scrivania a pontificare sui forestali, ma quando ci si trova, da operaio della Forestale addetto allo spegnimento degli incendi, a tu per tu con il fuoco. Leggetelo se avete tempo. E’ istruttivo.