Raggiunto al telefono nella sua casa di Mondello, a Palermo, Silvano Riggio, docente universitario di Ecologia, dice di non credere all’esistenza di un decreto regionale che consente, addirittura, di anticipare la stagione della caccia. “Dopo tre mesi di incendi e di siccità gli animali sono stremati. Un Governo regionale che adotta un provvedimento del genere si macchia di infamia”
“Anticipo della stagione venatoria? Non ci credo. Non può essere vero. Dopo tutto quello che ha patito la Sicilia da maggio ad oggi, siccità e tre mesi di incendi in tante, troppo aree verdi, non posso pensare che un assessore regionale abbia dato il via libera alla caccia, per giunta in anticipo. Se la notizia fosse vera l’assessore che ha firmato tale atto si sarebbe macchiato di infamia”.
Raggiunto al telefono nella sua casa di Mondello, il professore Silvano Riggio, docente di Ecologia all’Università di Palermo, dice di non credere all’esistenza di un decreto che dà il via alla caccia in Sicilia, a partire dai primi giorni di settembre.
“Confesso che, da due giorni, mi occupo del giardino della mia casa. Non ho letto giornali e non ho acceso il computer. Ho ascoltato i TG la sera, ma non ricordo di aver sentito una notizia così assurda. Se la notizia fosse vera i TG nazionali ne avrebbero di certo parlato. Sarebbe una notizia da prima pagina. Perché dare il via alla caccia i primi giorni di settembre in un’Isola che, da tre mesi, è martoriata dagli incendi è pura follia. Non può essere vero”.
Leggiamo al professore Riggio i comunicati che l’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, ha diramato in questi giorni. Il primo comunicato in cui si dà notizia dell’apertura della caccia nei primi giorni di settembre e un secondo comunicato nel quale l’assessore, dopo le proteste degli ambientalisti, precisa che la caccia in Sicilia è stata autorizzata con alcune prescrizioni…
“Io continuo a non credere a una notizia del genere – ci risponde Riggio -. Perché è una notizia folle, senza senso. Se fosse vera tale notizia, beh, significherebbe che lo schifo, in Sicilia, ha ormai travolto tutto e tutti. Se l’assessore Cracolici è stato capace di firmare un provvedimento del genere, ebbene, ai Siciliani non resta che la protesta in piazza e, perché no?, la rivoluzione, quella vera, però”.
“Sparare agli animali, nelle attuali condizioni, è un atto di viltà – spiega il docente di Ecologia -. La siccità e, soprattutto, gli incendi che hanno incenerito migliaia di ettari di boschi della nostra Isola hanno ucciso un gran numero di animali. I pochi rimasti hanno abbandonato le aree incenerite cercando rifugio altrove”.
“Ci sono animali che si sono avvicinati alle periferie dei centri abitati – prosegue Riggio -. E ci sono animali che hanno trovato altri luoghi dove vivere, tra mille difficoltà. In entrambi i casi, sono animali stremati da un periodo terribile. Penso, soprattutto, ai piccoli. E cosa facciamo noi? Consentiamo ai cacciatori di andare ad ammazzarli. Di andare a sparare ai piccoli che si sono salvati dal fuoco. E’ incredibile! Ripeto: se questo decreto regionale sulla caccia esiste, siamo davanti a un atto di viltà”.
“I pochi animali scampati a un’estate terribile sono già in grande sofferenza – spiega il docente universitario di Ecologia -. E a chi vengono affidati questi animali? Ai cacciatori! Ma voi lo sapete chi sono i cacciatori? Lo sapete che persone sono? Chi va a sparare a un animale indifeso che persona è? E mi fermo qui per carità di patria”.
Riggio cita un antico adagio siciliano: “Supra a vaddara ‘u cravunciu“, ‘u cravunciu Cracolici”.
Insomma, si va per curare una ferita e arriva un male ancora maggiore: la scoperta, appunto, di ‘u cravuncio, che dovrebbe essere una sorta di tumore…
“Cracolici e il Governo regionale del quale fa parte – precisa ancora il docente universitario – hanno già grandi responsabilità. Se il fuoco ha inghiottito tanti boschi della Sicilia, ebbene, questo è avvenuto perché non c’è stata prevenzione. Perché non sono state effettuate le opere di prevenzione degli incendi. La siccità, la desertificazione e il rischio incendi sono fatti prevedibili. Chi governa non può ignorarli. La verità è che l’attuale Governo regionale non ha governato. Questi signori non hanno governato la Sicilia: si sono solo spartiti potere e poltrone”.
“Se questo decreto esiste per davvero – aggiunge – è bene che intervenga qualcuno per bloccarlo. Il Governo nazionale, il presidente della Repubblica: insomma che qualcuno intervenga e blocchi questo scempio. La caccia andrebbe abolita. Ma dopo tre mesi di incendi e di sofferenze non se ne dovrebbe nemmeno parlare”.
“Davanti a fatti così gravi, sempre che questo decreto sulla caccia esista – conclude Riggio – mi verrebbe di dire: basta, non andiamo più a votare. Lo confesso: sono uno dei tanti siciliani che negli ultimi anni, davanti allo schifo della politica, mi sono rifiutato di andare a votare. E credo di avere sbagliato. Perché non recarsi alle urne significa dare ancora spazio alla vecchia politica da quattro soldi. Invece noi siciliani dobbiamo tutti andare a votare, in massa, trasformando le prossime elezioni in un referendum contro chi ha deciso di dare in pasto ai cacciatori gli animali sfuggiti agli incendi. Sì, trasformiamo le elezioni in un referendum contro questi vecchi partiti di m…”.
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