In piena campagna elettorale per le elezioni regionali si scopre che la Rap – la società del Comune di Palermo che si dovrebbe occupare della raccolta e del trattamento dei rifiuti – appalta all’esterno opere per oltre 20 milioni di euro. Il tutto mentre in città, con temperature oltre i 40 gradi centigradi, l’immondizia rimane non raccolta lungo strage, marciapiedi e cassonetti. E se dovesse esplodere un’epidemia? Ma chi è che a Palermo tutela la salute pubblica?
Palermo è di nuovo la ‘Capitale europea della ‘munnizza’. Mezza città, in queste ore di grande caldo, somiglia alla città visitata da Goethe: immondizia nei marciapiedi, immondizia lungo le strade per la felicità di topi e scarafaggi (e anche dei gabbiani, che ormai fanno la spola tra Bellolampo e la città…). E poi tutti i materiali che dovrebbero essere raccolti nelle isole ecologiche – vecchi armadi, letti, materassi e via continuando – danno vita invece a improvvisate discariche abusive. E che cosa si viene a scoprire nel bel mezzo di questo disastro? Che la Rap – la società del Comune che si occupa della raccolta e del trattamento dei rifiuti – appalta a ditte esterne lavori per oltre 20 milioni di euro…
Siamo alla follia? No, siamo a Palermo. La città dove lo spoglio delle schede, alle elezioni comunali dello scorso 11 giugno, è stato un grande esempio di ‘trasparenza’ e di correttezza’ (se volete sapere quello che è successo nei seggi elettorali leggetevi questi articoli: anche per capire che cosa significa crisi di democrazia).
E’ in questo scenario che si inserisce questa incredibile storia degli appalti ‘esterni’ della Rap.
A sollevare la questione è la responsabile cittadina dei Verdi, Nadia Spallita:
“La nuova amministrazione – scrive in un comunicato Nadia Spallitta – deve garantire maggiormente la trasparenza e la pubblicità degli atti, soprattutto quelli più importanti come i bilanci delle partecipate. Analizzando il sito della Rap i dati si fermano al bilancio 2015. Per cui, non abbiamo il quadro consuntivo degli ultimi due anni, e non si è in grado di conoscere le cause della perdurante inefficienza del servizio di smaltimento dei rifiuti. La città continua ad essere sporca, parti del territorio sono utilizzate come discariche abusive, marciapiedi e strade, la cui manutenzione è affidata alla Rap, continuano ad essere dissestati e, soprattutto, non si hanno aggiornamenti sulla raccolta della differenziata”.
Come si può notare, il deficit di democrazia, a Palermo, non riguarda solo la gestione dei seggi elettorali, ma anche le società del Comune: a cominciare dalla Rap, della quale non si hanno notizie del Bilancio 2016.
“Visionando la proposta di budget del 2017 della Rap – dice sempre la responsabile dei verdi della città – che indica in 150 milioni il valore complessivo del servizio per il 2017, emergono incrementi consistenti di costi, che ammontano a circa trenta milioni di euro (10 milioni in più rispetto al 2015)”.
Poi arriva la parte più incredibile di questa storia:
“Si appaltano all’esterno le manutenzioni degli impianti (4 milioni di euro), il trasferimento e smaltimento del percolato (5 milioni di euro), l’assegnazione a soggetti autorizzati della raccolta differenziata (3 milioni di euro)”.
Poi ci sono i “noleggi di mezzi (4 milioni), ii servizi logistici di supporto del nuovo impianto di trattamento meccanico biologico (TMB. 5 milioni), i fitti passivi per le sede aziendali (1 milione), i servizi informatici (150.000 mila euro)”.
Non è strano che tutto questo avvenga a meno di tre mesi dalle elezioni regionali?
“Inoltre, dall’analisi complessiva delle previsioni di budget 2017 – prosegue Nadia Spallitta – emerge il rilevante costo dell’impianto TMB (circa 13 milioni,) ed il rilevante costo della differenziata (circa 13 milioni), mentre irrisorie rimangono le relative previsioni di entrata (1 milione e duecento mila euro). Se ne desume che non ci sarà un incremento della raccolta differenziata inverosimilmente ferma ad un primo step che riguarda solo 130.000 abitanti. Con i conseguenti aggravi di costi di gestione della discarica di Bellolampo, e conseguenti criticità per l’ ambiente”.
“A ciò – scrive sempre Nadia Spallitta – si aggiunga che buona parte delle entrate della Rap derivano dalla TARI, tassa pagata dai cittadini, che potrebbe essere ridimensionata e ridotta solo con una politica efficace, rivolta principalmente alla differenziata. In realtà queste proposte gestionali virtuose non si evincono dai dati di questo documento”.
“Auspico quindi, fortemente, che l’amministrazione comunale di Palermo modifichi il sistema poco efficace che ha caratterizzato la raccolta dei rifiuti negli ultimi anni – conclude Nadia Spallitta – e che si avvii un processo di radicale mutamento delle prospettive, rivolte al contenimento della spesa pubblica, che sarà possibile solo recependo una concezione innovativa del rifiuto, inteso non come scarto, ma come bene e valore anche economico, capace di produrre ricchezza per l’Ente ed occupazione.”