A scoppio ritardato arriva un intervento dell’AGCM sui collegamenti marittimi con le isole minori. In sostanza, tutta colpa della Regione che non crea le condizioni per garantire un’adeguata concorrenza. E sull’acquisizione della Siremar, non sarebbe previsto un parere perché si tratta di un piccolo monopolio. Peccato che la stessa Autorità, nel 2011 la pensava diversamente…
Somiglia molto ad un gioco delle parti. O, forse, al gioco dello scaricabarile. Parliamo dell‘intervento a scoppio ritardato dell’Antitrust sulla questione dei collegamenti marittimi con le isole minori, datato 31 Luglio e rivolto sotto forma di invito al fine di “assicurare una maggiore concorrenza nei trasporti verso le isole minori delle due regioni” , al ministero dei Trasporti, alla Sicilia e alla Sardegna. Un documento che desta qualche perplessità, soprattutto, nella parte in cui l’Autorità ritiene di non dovere intervenire nel caso dell’acquisizione della Siremar da parte del gruppo Morace-Franza e della relativa posizione sul mercato di riferimento.
Ma andiamo con ordine. Ricordando che si tratta di un tema caldissimo in Sicilia da quando i magistrati di Palermo, con l’inchiesta Mare Mostrum, hanno cominciato ad indagare sugli affari milionari che ruotano intorno a questo settore. Una inchiesta definita dagli stessi inquirenti “un romanzo della corruzione” che ha portato all’arresto dell’armatore Ettore Morace, patròn della Liberty Lines (ex Ustica Lines) e che coinvolge diversi politici, direttamente o indirettamente (sotto in allegato trovate i nostri approfondimenti sul caso).
L’intervento dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) era stato chiesto formalmente, lo scorso Giugno, attraverso un esposto e una interrogazione firmati da Giulia Di Vita e da altri deputati del Movimento 5 Stelle. La potete leggere qui.
Due gli aspetti controversi denunciati :
Sul primo punto ci siamo soffermati in questo articolo dove evidenziamo l’anomalia del mancato intervento dell’Antitrust prima dell’acquisizione della Siremar da parte del gruppo Morace-Franza, soprattutto alla luce di un precedente importante: quando ad acquistare la Siremar era stata la Compagnia delle Isole (quindi la Regione in società con la Lauro ed altri), il parere non si era fatto attendere (23 Novembre 2001)
Da questo documento si evince che il parere sarebbe obbligatorio. Perché “l’operazione, in quanto comporta l’acquisizione di una parte di un’impresa (Siremar parte della Tirrenia, ndr) costituisce concentrazione ai sensi dell’articolo 5 della legge 287/90″. Legge che si applica, come ricorda l’Antitrust in questo parere, nei casi in cui il fatturato supera i 47 milioni di euro. Il fatturato Siremar, sempre dall’Antitrust era stato stimato in 73 milioni di euro, di cui 55 pubblici (in calce la parte in questione del documento).
Ed è proprio su questo punto che il pronunciamento di ieri non ci appare del tutto chiaro. Per Giovanni Pitruzzella da Palermo, che dal 29 Novembre 2011 presiede l’Antitrust, è tutto a posto: “Le denunce di possibili abusi di posizione dominante sono state quindi archiviate”. Perché? Perché il monopolio nato in Sicilia è di “una concentrazione di dimensioni troppo piccole per essere presa in considerazione della stessa Antitrust”.
Domanda: perché per l’Antitrust dell’era pre-pitruzzelliana era neccessario prenderlo in considerazione in virtù della legge 289/90 e per Pitruzzella, invece no? E’ cambiata la legge? Diverse interpretazioni? E chi lo sa.
Ricordiamo che nel caso della Compagnia delle Isole il parere era stato positivo perché nessuno dei soci operava sulle rotte Siremar. Lo stesso non può dirsi per i Morace e per i Franza.
Comunque se il mega professore galattico palermitano si autoassolve, avrà le sue ragione e speriamo che le renda note.
Il resto della comunicazione dell’Autorità guidata dal professore palermitano (sul cui nome non mancano rumors di una possibile candidatura alla Presidenza della Regione) sembra una lezione di diritto comunitario in tema di libera concorrenza. Parla dei servizi di collegamento con le isole minori e dice che ” l’attuale assetto dei collegamenti marittimi da/per le isole minori italiane e, in particolare, quello relativo alle isole minori in Sicilia e in Sardegna, caratterizzato dalla creazione di posizioni di monopolio in diversi collegamenti, al di là dei singoli episodi in base ai quali tali posizioni di monopolio si sono costituite, potrebbe essere in misura sostanziale influenzato da una non corretta applicazione della normativa e dei principi comunitari sulla liberalizzazione del cabotaggio marittimo da parte delle amministrazioni competenti”.
Cioè, le amministrazioni competenti hanno fatto ricorso allo strumento dei contratti di servizio in esclusiva, “senza preventivamente esplorare le altre possibilità contemplate dalla normativa, meno restrittive per la concorrenza, e comunque senza svolgere quell’indagine di mercato che consentirebbe di ridurre il perimetro dei servizi da assoggettare a Obblighi di Servizio Pubblico, eventualmente da inserire nei contratti di servizio”.
Nella comunicazione l’Autorità Antitrust ricorda che spetta “alle amministrazioni competenti il compito di svolgere un’approfondita indagine di mercato, aggiornandola periodicamente, per verificare se sussistono le condizioni per la prestazione dei servizi da parte di operatori di mercato, nonché al fine di verificare la possibilità di soddisfare le esigenze di trasporto pubblico senza attribuire diritti di esclusiva. Inoltre – ricorda ancora l’Antitrust – le amministrazioni competenti dovrebbero separare l’obiettivo di tutela della continuità territoriale – nei confronti dei residenti nelle isole minori, dei pendolari e di altre ben identificate categorie di utenti – e altri obiettivi di policy che esse intendono perseguire, quale ad esempio lo sviluppo delle attività turistiche nei territori interessati”.
Cambierà qualcosa dopo questa comunicazione? Intanto, l’appalto assegnato l’anno scorso alla Liberty Lines (il bando ha destato pesantissimi dubbi di legittimità, come vi raccontiamo qui. ) è in vigore e, forse, l’invito, si potrà raccogliere per quelli nuovi. Tra un po’ di anni.
Insomma, a cosa possa servire il pronunciamento dell’Antitrust al momento è difficile da capire.
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