Con 305 voti a favore i deputati confermano la fiducia al governo sul decreto legge vaccini. L’esame del testo proseguirà dalle 9 di stamattina con le votazioni relative agli ordini del giorno. Il voto finale e definitivo sul provvedimento è previsto alle 12 dopo le dichiarazioni di voto che verranno trasmesse in diretta televisiva a partire dalle 10
La seduta è cominciata alle 9 di sera e si è conclusa un po’ prima di mezzanotte. Hanno scelto il buio della notte i deputati della Camera dei Deputati per confermare la fiducia al governo sul decreto legge vaccini. Con ogni probabilità lo hanno fatto per cogliere di sorpresa i movimenti contrari a questo diktat e per evitare sit-in davanti a Montecitorio.
Su 454 presenti hanno votato in 452: 305 voti a favore, 147 contrari e due astenuti. L’esame del testo proseguirà dalle 9 di stamattina con le votazioni relative agli ordini del giorno. Il voto finale e definitivo sul provvedimento è previsto alle 12 dopo le dichiarazioni di voto che verranno trasmesse in diretta televisiva a partire dalle 10.
Di gran fretta. E con la solita mancanza di contraddittorio. Infatti, come è stato sottolineato in alcuni interventi, il problema di fondo, il problema vero, è la volontà del Governo di escludere il Parlamento, di non dare luogo al confronto con le altre forze politiche.
A nulla sono servite le proteste del M5S: “La forzatura della fiducia è la ‘degna’ conclusione di una lunga prova muscolare del ministro Lorenzin e del governo che, sui vaccini, hanno scelto di obbligare la popolazione, trattandola come una massa e non come un insieme di persone. Questo decreto ha spaccato il Paese e il governo, pur consapevole del fatto che il provvedimento era migliorabile, ha bloccato la discussione alla Camera in nome di equilibri politici da preservare”.
E della Lega per la quale “la fiducia è uno “schiaffo del governo alle famiglie”- Il senatore di Gal Bartolomeo Pepe annuncia invece l’invio di “una denuncia al procuratore di Manhattan, rispetto ai possibili casi di aggiotaggio in conseguenza della seduta notturna straordinaria della Camera per l’approvazione della legge”.
I vaccini, dunque, dopo 18 anni tornano obbligatori. L’obbligo varrà per l’iscrizione ad asili nido e scuole materne, nella fascia d’età 0-6 anni, ma riguarderà, con modalità diverse, anche elementari, scuole medie e primi due anni delle superiori, fino cioè ai 16 anni dei ragazzi.
Le vaccinazioni obbligatorie sono 10 – Antipoliomielitica, antidifterica, antitetanica, antiepatite B, antipertosse, antiHaemophilus influenzae tipo b. Queste vaccinazioni diventano obbligatorie “in via permanente”. Altre 4 vaccinazioni sono invece obbligatorie “sino a diversa successiva valutazione” dopo una verifica triennale e sono: antimorbillo, antirosolia, antiparotite, antivaricella. Sono poi raccomandate e offerte gratuitamente in base alle indicazioni del Calendario vaccinale, altre 4 vaccinazioni: antimeningococcica B e C, antipneumococcica e antirotavirus.
Gli esoneri. Sono esonerati dall’obbligo i bambini immunizzati per effetto della malattia naturale, per averla già contratta, o quelli che si trovano in specifiche condizioni cliniche. In questo caso, la vaccinazione può essere posticipata. Anche i minori stranieri non accompagnati dovranno essere vaccinati.
I vaccini monocomponenti. Per i soggetti immunizzati che hanno già avuto una delle malattie infettive previste, l’obbligo vaccinale potrà essere assolto con vaccini in formulazione monocomponente, senza l’antigene della malattia già contratta.
Le sanzioni. Se in genitori non vaccinano i figli, il dirigente scolastico è tenuto a segnalare la violazione alla asl. L’asl contatta il genitore per un colloquio, indicando modalità e tempi delle vaccinazioni da fare. Se il genitore non provvede, l’asl contesta formalmente l’inadempimento. In questo caso, è prevista per i genitori una sanzione da 100 a 500 euro.
Qui vi abbiamo raccontato dei dubbi e delle preoccupazioni dei tanti movimenti ‘free vax’ che hanno protestato contro l’obbligatorietà di questi vaccini e che, certamente, torneranno a fare sentire la loro voce.