Al di là delle chiacchiere – come ha denunciato il professore Silvano Riggio e come denuncia oggi Nadia Spallitta – a Palermo il cemento abusivi avanza senza sosta. Da qui l’aumento del degrado del territorio. Problemi anche per le bollette idriche, sempre più ‘salate’. E per gli atti amministrativi che vengono nascosti o pubblicati in modo forse un po’ troppo ‘sintetico’…
Atti amministrativi poco ‘trasparenti, aumento delle bollette dell’acqua, tanti, troppi cittadini che non pagano il servizio idrico (leggere allacci abusivi) e la piaga dell’abusivismo edilizio che si espande senza controllo.
Il tema del cemento che, a Palermo, avanza nel silenzio generale è stato sottolineato ieri dal professore Silvano Riggio (QUI LA SUA INTERVISTA). Oggi Nadia Spallitta, coordinatrice dei Verdi della città, riprende la questione.
“Purtroppo, a Palermo – sottolinea Nadia Spallitta – si continua a costruire abusivamente. Il Comune dovrebbe intervenire. Ma, forse, ci sono poche unità operative disponibili per affrontare questo problema. I controlli, invece, andrebbero potenziati. Perché le abitazioni realizzate in assenza di concessioni edilizie sono veramente tante”.
L’attacco al territorio è strisciante. E avviene nel silenzio generale. Che fare?
“Le vie da seguire sono due – sottolinea Nadia Spallitta -:o si procede con i Piani di recupero, o si dà il via alla demolizioni delle case abusive”.
In Sicilia, in alcuni Comuni (molto pochi, per la verità) si sta procedendo alla demolizione delle abitazioni abusive. A Licata, in provincia di Agrigento, il sindaco, Angelo Cambiano, rischia in proprio pur di far rispettare la legge. Anche a Carini il sindaco, Giovì Monteleone, sta provando a far rispettare la legge (se vogliamo essere precisi, il primo sindaco della Sicilia che ha buttato giù le case abusive è stato Nino Mannino, sempre a Carini, negli anni ’90 del secolo passato).
Ma questi esempi non valgono a Palermo. Palermo, infatti, rimane la città di Pizzo Sella: la città nella quale, nel 1995, il Consiglio comunale vota sì alla demolizione delle ville costruite sul pizzo di una collina che domina Mondello, ma non succede nulla. Anzi succede che spuntano altre colline con le ville costruite di qua e di là…
“Credo che a Palermo bisognerebbe puntare sui Piani di recupero – dice sempre Nadia Spallitta -. Con la creazione di verde pubblico. Palermo ha bisogno di verde pubblico. E ce ne rendiamo conto in estate, nelle giornate particolarmente calde, quando la mancanza di alberi trasforma la città in un forno”.
“Tra l’altro – osserva sempre la coordinatrice dei Verdi di Palermo – Piani di recupero significa oneri di urbanizzazione: risorse finanziarie che entrerebbero nelle ‘casse’ del Comune”.
Un altro problema grave è legato agli allacciamenti abusivi dell’acqua.
“In città sono tanti gli allacciamenti idrici abusivi – dice sempre Nadia Spallitta -. Basti pensare alla situazione dello ZEN. E’ un problema che non è mai stato affrontato. E invece andrebbe affrontato, alla luce dell’aumento, quasi il raddoppio, della bolletta dell’acqua a carico dei cittadini che pagano per il servizio idrico”.
Il tema della bolletta idrica è scottante. Ma, come per l’abusivismo edilizio, non se ne parla. Riuscirà il nuovo Consiglio comunale di Palermo quanto meno a porre tali temi all’attenzione dei cittadini?
A Palermo si assiste a una situazione che danneggia i cittadini che pagano le bollette dell’acqua. L’AMAP – la società del Comune che gestisce il servizio – ha ereditato il personale di APS, la società privata che gestiva il servizio idrico in un gran numero di Comuni della provincia di Palermo.
Così, per far quadrare i conti, l’AMAP rifila ai cittadini bollette sempre più ‘salate’. Bollette sempre più ‘pesanti’ per fronteggiare sia i maggiori costi dovuti al personale ex APS transitato nell’AMAP, sia per ‘appattare le carte’, scaricando sui cittadini che pagano i costi dei cittadini che non pagano l’acqua.
“Perché non si fa un censimento degli immobili pubblici utilizzati dai privati?”, si chiede e chiede Nadia Spallitta. Con il censimento, vuoi o non vuoi, emergerebbero le magagne. E chi oggi usufruisce di allacci abusivi sarebbe costretto a pagare per un servizio – il servizio idrico – che oggi non paga.
“Tra l’altro – sottolinea sempre la coordinatrice dei Verdi di Palermo – andrebbe verificata la regolarità degli aumenti delle bollette idriche”.
Infatti non può essere AMAP a decidere, dall’oggi al domani, l’aumento delle bollette. Esiste un’autorità nazionale.
“Quello che so – dice sempre Nadia Spallitta – è che il Consiglio comunale non ha ancora approvato il Piano industriale dell’AMAP”.
Anche di questo si dovrebbe occupare il nuovo Consiglio comunale.
Resta da capire il perché non si procede con il cosiddetto controllo analogo. In una parola, i bilanci delle società del Comune di Palermo dovrebbero confluire nel Bilancio comunale. Così prevede la nuova legge di contabilità pubblica.
Ultima notazione: la ‘trasparenza’ amministrativa.
“Sul sito del Comune di Palermo – osserva Nadia Spallitta, che nella vita fa l’avvocato – la pubblicazione degli atti amministrativi è un po’ troppo sintetica. vero è che la legge consente di ricorrere alla sintesi. Ma la sintesi non deve fare venire meno le informazioni fondamentali sugli stessi atti amministrativi. I cittadini hanno il diritto di conoscere i motivi per i quali si adottano gli atti amministrativi. E, soprattutto, i costi di tali atti”.
Questo è un problema che riguarda la vecchia politica siciliana: si parla di ‘trasparenza’ amministrativa. Ma quando si deve passare dalle parole ai fatti, ecco che arrivano i furbi…
Anche di questo si dovrebbe occupare il nuovo Consiglio comunale: l’informazione su atti e fatti amministrativi che l’Amministrazione comunale deve fornire ai cittadini.
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Per quanto riguarda le municipalizzate sono nate in Francia nel 1923 ed hanno funzionato tanto da diventare leader nel mondo, al contrario di quelle italiane mangia soldi ed inefficienti nei servizi e nelle persone. La Francia quella di cui si parla in queste ore ha il primato per cui c'è tutto da imparare.
Acqua: deve essere Pubblica. Va bene! A Singapore così funziona, eppure non hanno acqua però l'acquistano e quindi dipendono dalla vicina Malesia. Hanno l'acqua potabile in tutta la città Stato ed è gratis, ma questa è una scelta politica. Nel caso Italia: chi paga e chi è disposto a fare investimenti notevoli nel rendere efficiente una rete che fa acqua da tutte le parti? Non solo in Sicilia ma pure a Roma ovviamente. Se qualcuno porta come esempio il rapporto privato di un improvvisato imprenditore che ha triplicato le tariffe è evidente la collusione fra il pubblico ed il privato, ma se ci si affida a gruppi seri che hanno una certa esperienza internazionale alle spalle e fanno questo da anni, ci si può parlare ed evitare le solite brutte figure che prima o poi fanno bruciare il politico di turno e gli esperti che girano a vuoto per poi andarsene dietro una lauta ricompensa che i cittadini sono tenuti a pagare. Su questo potremmo aiutarvi.
Quando si compete a livello internazionale e la Sicilia non è disgiunta da questo processo anche se pensa locale, ci si deve confrontare nelle esperienze degli altri Paesi verificando quali sono i suoi punti di forza e quelli di debolezza per poter combattere e vincere su una linea strategica comune. Fare il contrario rappresenta un percorso come quello dei litigiosi cow boy con le rapine, le guerre di secessione fra il nord ed il sud per poi arrivare dopo un lungo cammino che solo l’antropologia culturale meglio può spiegare a quello sviluppo che consente di gareggiare alla pari con gli altri competitori. Questa è la fase storica che vedo in certi Paesi. Uno strumento che può aiutare è stato inventato molti anni fa per aiutare quelle amministrazioni che presentano gli stessi problemi enunciati al fulcro dei quali c’è l’urbanizzazione, le costruzioni, il cemento. Mi sembra che il caso si addica pure alla Regione Sicilia. Utile questo link: http://www.forumpachallenge.it/soluzioni/un-nuovo-rinascimento-italiano