Da non credere: per la nomina di un dirigente generale sono stati scartati 1.450 dirigenti regionali…

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Nessuno di questi dirigenti regionali possiede i titoli di cui è invece in possesso il dottore Gaetano Valastro, nominato dirigente generale del dipartimento Acqua e Rifiuti della Regione. Titoli che l’assessore Vania Contraffatto, in una delibera di Giunta, illustra con dovizia di particolari. Chi ha preceduto Valastro ha tali titoli? E se non li ha come ha fatto lo stesso Governo regionale a tenerlo in carica? Una storia tutta da raccontare… 

Certo che il Governo regionale di Rosario Crocetta è veramente unico! A parte i danni che ha provocato – e che continua a provocare – in quasi tutti i settori della pubblica amministrazione, senza rendersene conto, ha praticamente ‘novellato’ la nomina dei dirigenti generali. Non ci credete?  Se non ci credete dovete andare a leggere la delibera della Giunta regionale n. 295 del 19 luglio di quest’anno, che porta la firma dell’assessore regionale per l’Energia e i Servizi di pubblica utilità, Vania Contraffatto. E’ l’atto amministrativo con il quale Gaetano Valastro viene nominato dirigente generale del dipartimento regionale Acqua e Rifiuti.

Nella delibera – che potete leggere in calce a questo articolo – l’assessore Contraffatto enuncia una serie di titoli importanti di cui è in possesso Gaetano Valastro, fino ad oggi direttore dell’ARPA di Siracusa (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente).

La notizia – veramente sensazionale – è che tra mille e 450 dirigenti regionali l’assessore Contraffatto non ha trovato uno solo di loro con i titoli che, invece, possiede il dottore Valastro, laureato in Chimica!

La cosa strana è la seguente: ma se per andare ad occupare il posto di dirigente generale al dipartimento Acqua e Rifiuti servono i titoli illustrati dall’assessore Contraffatto, come ha fatto il dottore Maurizio Pirillo ad essere nominato dirigente generale dello stesso dipartimento Acqua e Rifiuti?

Pirillo, che ancora per qualche giorno sarà ancora il dirigente generale del dipartimento Acqua e Rifiuti, non ha i titoli che l’assessore Contraffatto ha richiesto per la nomina di Valastro!

Come ha fatto, allora, a restare dirigente generale di tale dipartimento? E chi l’ha preceduto ha i titoli del dottore Valastro?

(Per la cronaca, fino al 31 luglio Pirillo resterà in carica come dirigente generale del dipartimento Acque e Rifiuti: l’1 agosto prenderà servizio al dipartimento Autonomie locali e verrà sostituito, per l’appunto, da Valastro).

Domanda: se per essere nominato dirigente generale del dipartimento Acqua e Rifiuti occorrono i titoli che ha Valastro, come mai lo stesso Governo regionale – e la stessa ‘assessora’ Vania Contraffatto – fino ad oggi, ha tenuto, come dirigente generale dello stesso dipartimento il dottore Pirillo?

Se estendiamo ad altri dipartimenti i criteri adottati dall’assessore Contraffatto, beh, non possiamo non porre qualche domanda.

Per esempio: che ci fa la dottoressa Rosaria ‘Rosa’ Barresi, agronoma, al dipartimento Ambiente della Regione?

Ancora: che ci fa un altro agronomo – il dottore Carmelo Frittitta – al vertice dipartimento Urbanistica?

Di più: che ci fa l’ingegnere Rino Giglione al vertice dell’Osservatorio epidemiologico?

Insomma: ‘sti criteri che hanno impedito all’assessore Contraffatto di trovare un dirigente generale tra i mille e 450 dirigenti regionali si applicano solo nel caso del dottore Valastro o per tutti?

Ah, dimenticavamo: il dottore Valastro non è riuscito a diventare direttore tecnico dell’ARPA, che è un incarico inferiore a quello di dirigente generale del dipartimento regionale Acqua e Rifiuti. Ne dobbiamo dedurre che il curriculum del dottore Valastro è stato ritenuto inferiore a quello del dirigente tecnico nominato all’ARPA…

Ma come funziona ‘sta Regione siciliana-crocettiana?

DELIBERA

 

 

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  • Dirò qualcosa che va controcorrente, ma che ci posso fare, non rappresento certo la verità più assoluta, ma certamente la realtà più vera che da sempre penalizza il nostro Paese. In un libro di tanti anni fa, tra l’altro consigliato in Bocconi e da tutte le Università di settore, scrivevo sulla gerarchia funzionale adottata in Italia. Premetto che di gerarchie nel mondo ce ne sono tante, raccolte nei libri di studi manageriali ma in Italia se ne segue solo una: quella militare. Licenza media equivale ai militarti di truppa; diploma significa sottufficiale; laurea ufficiale e professore, generale. Da qui la ricerca di un titolo nell’apparire senza considerare dove è stato conseguito, ma pure su che cosa ci si è soffermati a studiare. Sui professori ci sono poi le varie qualifiche e le lotte intestine fra chi è incaricato, ordinario, straordinario, magnifico e chi più ne ha più ne metta, in un prestigio che viene meno a nocumento della stessa categoria seppure rappresentata da taluni bravi e competenti, ma per un osservatore internazionale, di un prestigio che viene meno. Il colmo di tutto questo è che circa il 90%, del lavoro che uno intraprende, prescinde dal titolo di studio conseguito e se poi vediamo che quello che ha studiato non esiste più, ci si chiede a cosa serve il titolo se non ad alimentare un mercato della formazione vecchio e obsoleto. L’eliminazione del riconoscimento giuridico del titolo di studio, rappresenterebbe già un passo avanti, dando spazio a titoli accreditati dal mercato a livello internazionale innescando facilitazioni per accedervi destinato ai più bravi. Si eviterebbe di illudere i giovani che collezionano titoli a vita in quella offerta formativa universitaria che si ricicla anziché innovarsi. Che dire dei vecchi frustrati marchiati a vita per non essersi laureati o diplomati o indicati come dei Panda tipo il bravo giornalista non laureato Mentana, nell’ inseguire pezzi di carta che in effetti poco o nulla c’entrano con la ricchezza individuale o quella collettiva se non nei rituali di un mondo di altri tempi che in realtà è finito da tempo. I tedeschi premiano chi impara facendo così come gli svedesi che originariamente dovevano fare sistema per non fare affondare le loro navi nei mari tempestosi e così come facevano i vecchi genovesi che prima di fare i dirigenti come i Costa delle navi, pulivano gli scalini all’entrata dei loro scagni e poi quando avevano imparato, con tanta umiltà, se lo meritavano, insegnavano agli altri a lavorare e creare ricchezza e occupazione. Questa era l’Italia che funzionava.

  • sè un tizio dirige un'azienda come fà a capire sé i propri sottoposti stanno a lavorare o meglio sé stanno a lavorare bene sé lui stesso non sai come si fa quella cosa? ecco perché è importante per un dirigente fare la gavetta solo cosi da dirigente potrà dirigere ............

  • Gli agronomi hanno le competenze documentatevi , ignoranti ! Nel senso che ignorate le competenze di un dottore agronomo...suppongo che un architetto che progetta giardini è normale??? E che ne Sa di botanica, fisiologia vegetale irrigazione esigenze edafiche!!!

    • @Gio, a me, invece, sembra che l'articolo abbia colpito proprio nel segno. Purtroppo, questa protervia delle nomine dirigenziali da parte dei signorotti di turno è uno dei numerosi aspetti per cui l'Amministrazione regionale è andata nel tempo sempre più n'arreri comu u curdaru. Non è che per caso anche lei è un agronomo? Se lo è, allora si intenderà certamente di urbanistica e di piani regolatori come il suo collega Frittitta, oppure di demanio marittimo, di inquinamento atmosferico, di impianti industriali, ecc. come la sua collega Barresi, oppure delle materie di cui si occupano tanti tra gli oltre 400 agronomi regionali che con le scienze agrarie non c'entrano assolutamente nulla. Evviva la "competenza"!!!

  • Quello che è veramente assurdo è che è un magistrato a prestarsi a questi mezzucci...

  • Tutto parte dal ruolo unico dei dirigenti regionali, istituendo il quale si è dato per scontato che tutti i dirigenti, a prescindere dal tipo di laurea posseduto, potessero andare a dirigere qualunque ufficio. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: agronomi e filosofi alla Funzione Pubblica, ingegneri alla Salute ecc. ecc.
    Ormai, quel che conta è soltanto la retribuzione assegnata al responsabile di un servizio: le competenze richieste passano in secondo piano.
    Tanto, per ogni ufficio, ci sono i soliti 3 o 4 dipendenti del comparto che portano avanti la baracca.....almeno fino a quando non andranno in pensione.

  • @Romeo sei un dipendente regionale del comparto? allora non fare di tutta l'erba un fascio e non aggiungo altro. Per quanto riguarda la nomina del Dg del dipartimento acqua e rifiuti, l'Assessore poteva se poteva nominate il suo capo di gabinetto che guarda caso è un ingegnere che fa parte del plotone dei 1450 dirigenti regionali ma forse non avevi i titoli .....

  • La nomina del dottor. Frittitta? Grande professionalità, grande preparazione e soprattutto grande persona per bene.

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