Via libera al salvataggio della banche. A chi serve il Parlamento italiano?

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Anche il Senato dice sì. Sempre più chiara la linea della difesa degli interessi del capitalismo finanziario. La nostra domanda? Nasce da un articolo in cui i soliti amici del partito di governo si chiedono a cosa mai serva l’Assemblea regionale siciliana, dando esempio di un populismo di stampo neofascista…

Via libera del Senato al disegno di legge di conversione del decreto sulle banche venete per il quale il governo ha chiesto il voto di fiducia. I sì sono stati 148, i no 91, nessun astenuto. Il provvedimento, già approvato dalla Camera, diventa così legge.

Veementi le proteste del M5S: “Vi siete presi tutto prendetevi anche questi!”.  E, poi, rivolgendosi al PD, i parlamentari pentastellati hanno urlato frasi come queste: “Ladri! Vergogna!”.

Della decisione del Governo, appoggiata da entrambi i rami del Parlamento italiano, vi abbiamo parlato qui,  sottolineando come il provvedimento sia perfettamente in linea con la concezione della politica dei partiti tradizionali italiani e della banda oligarchica dell’Unione europea: servire i potenti, sostituire gli interessi democratici con gli interessi della grande finanza, affamare i popoli per fare arricchire ancora di più chi è già ricco. Il regno di quello che ormai si chiama finanzcapitalismo definito magistralmente da Luciano Gallino. 

Alla luce di quello che si sta combinando a Roma ormai da oltre un decennio – o meglio, come spiegano gli economisti estranei al sistema, da quando è in vigore l’euro– ovvero nulla di buono per il popolo che li ha eletti- ci chiediamo: a chi serve il Parlamento italiano?

Stupiti da questa domanda? Lo stesso stupore che abbiamo provato noi nel leggere, su un noto quotidiano dell’Isola, questa considerazione riferita all’Assemblea regionale siciliana, ovvero il Parlamento siciliano.

Questo giornale, partendo dal presupposto non certo errato che questa Assemblea non sta brillando per iniziative utili, ha titolato proprio così: “A cosa serve l’ARS?”

Un interrogativo che nasconde il solito strisciante e subdolo attacco alle istituzioni democratiche siciliane che Roma vorrebbe seppellire definitivamente- e più di quanto abbia già fatto- per fagocitare quel che resta della Sicilia. Hanno già depredato tutto quello che potevano depredare, l’ultimo ostacolo restano le istituzioni democratiche ed autonomiste della Sicilia  che, se ben gestite, potrebbe affermare gli interessi dei siciliani.  Basta guardare al Trentino. Non a caso Lombardia e Veneto si stanno battendo per avere l’Autonomia anche nelle loro regioni. 

Un interrogativo- quello posto da questo quotidiano- che, non solo risponde agli interessi esterni alla Sicilia, ma che è lo specchio della concezione antidemocratica dei partiti attualmente al governo. Populismo della peggiore specie di stampo neo fascista. Questo è.

La nostra domanda è, dunque, provocatoria: se si afferma che l’Ars è inutile perché non fa nulla di buono, lo stesso deve dirsi del Parlamento italiano. Ma su quest’ultimo, non leggeremo niente di simile su certi ‘giornaloni’ specchio del sistema.

Va da sé che chi ha a cuore la democrazia, mai si sognerebbe di auspicare la morte delle istituzioni che rappresentano il popolo. Si dovrebbe certamente, auspicare, la ‘morte politica’ di quei partiti che sia a Palermo che a Roma, lavorano contro gli interessi del popolo.

Ma, evidentemente, l’obiettivo di alcuni articoli non è denunciare la mala politica, ma le istituzioni democratiche siciliane che potrebbero un giorno, se gli elettori sceglieranno politici seri e al servizio del territorio, costituire un argine ad un capitalismo finanziario che fa della diseguaglianza il suo baluardo. Che poi è quello che pensavano dell’Autonomia siciliana persone del calibro di Piersanti Mattarella e di Pio La Torre: “La svolta drammatica- scriveva La Torre-  che vive oggi l’Autonomia siciliana non è che il risultato più evidente della volontà del Governo di mortificare gli istituti democratici del nostro Paese,  per fare passare le linee di sviluppo del capitalismo monopolistico”.

Il problema è che gli ‘eredi’ di La Torre e i loro satelliti sono passati dall’altro lato della barricata: difendono gli interessi di quel capitalismo monopolistico che oggi si chiama capitalismo finanziario.

Il vergognoso salvataggio delle banche: è il finanzcapitalismo bellezza! E i partiti tradizionali lo difendono…

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