Il Bilancio della Regione e il ricorso della Corte dei Conti: cosa c’è sotto?

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Il Bilancio consuntivo 2016 è stato ‘parificato’, cioè approvato, dalla Sezione di controllo della Corte dei Conti. Ma la Procura generale ha presentato ricorso. Sembrerebbe una tempesta in un bicchiere d’acqua, perché se l’Ars approva il consuntivo 2016 con l’assestamento di Bilancio la vicenda si chiude qui, perché il ricorso si blocca. Dovrebbe essere questo l’esito finale di questa storia. Ma…

In queste ore assistiamo un po’ perplessi a uno scontro politico un po’ strano. Un batti e ribatti tra la procura della Corte dei Conti e il Governo della Regione. Con il coinvolgimento del Parlamento siciliano.

Sappiamo tutti che la Sezione di controllo della Corte dei Conti ha ‘parificato’ il Bilancio consuntivo 2016. Una ‘parifica’ (in pratica, l’approvazione) che è arrivata dopo che, per la prima volta nella storia dell’Autonomia siciliana, la magistratura contabile ha deciso di non ‘parificare’ subito il Bilancio.

I magistrati contabili hanno chiesto chiarimenti al Governo della Regione. Chiarimenti che sono stati forniti dall’assessore all’Economia, Alessandro Baccei, che è una sorta di commissario delle finanze regionali inviato da Renzi in Sicilia.

Dopo i chiarimenti forniti dall’assessore Baccei la Sezione di controllo ha ‘parificato’ (cioè ha approvato) il Bilancio consuntivo 2016.

Adesso la parola passa al Parlamento siciliano che dovrebbe approvare il consuntivo 2016 e l’assestamento di Bilancio.

In modo inusuale è intervenuta la Procura della Corte dei Conti che ha annunciato un ricorso. E’ evidente che gli uffici della Procura della Corte dei Conti non la pensano come gli uffici della Sezione di controllo della stessa Corte dei Conti.

Secondo il procuratore generale della Corte dei Conti, Pino Zingale, la Regione siciliana sarebbe a rischio default. Da qui il suo ricorso.

Sempre con riferimento all’evidenza dei fatti, è chiaro che i rilievi della Procura della Corte dei Conti riguardano l’assessore-commissario Baccei, perché è lui che, negli ultimi anni, ha gestito i conti della Regione.

A nostro avviso, Baccei non ha gestito bene i conti della Regione. O meglio, li ha gestiti nell’interesse della Regione siciliana, ma nell’interesse delle burocrazia ministeriali. Cosa che questo blog ha sempre scritto.

Tant’è vero che la Finanziaria 2017 è piena di ‘buchi’, cioè di capitoli che sono stati finanziati con soli che non ci sono.

Ma questi problemi riguardano il 2017, cioè l’anno in corso. La Corte dei Conti si è pronunciata sul Bilancio consuntivo 2016. Se si dovesse bloccare il consuntivo 2016, si bloccherebbe, automaticamente, anche la manovra economica e finanziaria di quest’anno, cioè la legge regionale di stabilità 2017 approvata la scorsa primavera.

In questo caso si configurerebbe la persistente violazione dello Statuto e il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e tutta l’Assemblea regionale siciliana andrebbero a casa.

Ma è un’ipotesi illogica, perché la Sezione di controllo della Corte dei Conti ha già approvato il Bilancio consuntivo 2016. E il ricorso della Procura generale si annulla nel momento in cui il Parlamento siciliano approva il Bilancio consuntivo 2016.

Perché, allora, tutto questo clamore?

L’assessore-commissario Baccei dice che i conti economici della Regione – parla della manovra economica e finanziaria 2017 – sono in ordine.

In realtà, se proprio la dobbiamo dire tutta, ci sono stati anni ben peggiori per il Bilancio – e soprattutto per la Finanziaria – della Regione siciliana.

Per carità, i problemi nei conti economici della Regione ci sono e sono gravi: ma come mai la Procura generale della Corte dei Conti se ne accorge solo oggi?

Dal 2014 ad oggi ricordiamo due ‘Patti scellerati’ firmati dal presidente Crocetta con il Governo nazionale (Presidente del Consiglio, Matteo Renzi) molto discutibili (del ‘Patto scellerato’ atto secondo, del giugno dello scorso anno, ha scritto un’inchiesta l’editore di questo blog, Franco Busalacchi, come potete leggere qui).

E ricordiamo anche la cancellazione di 10 miliardi di euro di residui attivi dal Bilancio della Regione, che hanno suscitato non poche perplessità (come potete leggere qui).

Per non parlare di altre pesanti penalizzazioni finanziarie che non solo l’assessore-commissario Baccei, ma la maggioranza di centrosinistra che sostiene il Governo – PD in testa – hanno imposto ai Siciliani. 

E’ per questo che oggi siamo un po’ perplessi.

Intanto una nota del presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone, chiarisce bene i termini della questione:

“L’approvazione del rendiconto – dice Ardizzone – costituisce un momento particolarmente importante e delicato dell’intera procedura di bilancio che si snoda durante l’anno attraverso l’approvazione di diversi documenti contabili. Tale importanza è dimostrata dal fatto che a essere coinvolti sono non soltanto il Governo della Regione, per la predisposizione del relativo disegno di legge, e l’Assemblea regionale, per l’esame e l’approvazione dello stesso, ma anche la Corte dei Conti in sede di controllo chiamata ad esaminare il rendiconto e a pronunciarsi sulla sua regolarità (cosiddetta parificazione)”.

“Ci troviamo, oggi – prosegue il presidente del Parlamento siciliano – in una fase del procedimento in cui la Corte dei Conti, in sede di controllo, ha esaurito il proprio ruolo, parificando il rendiconto per l’esercizio finanziario 2016, a seguito dei chiarimenti forniti dal Governo in sede di supplemento istruttorio richiesto dalla stessa Corte. Il Governo ha, quindi, presentato all’Assemblea il relativo disegno di legge di rendiconto e quello conseguente di assestamento di bilancio, anche per tenere conto delle osservazioni emerse in sede di giudizio di parifica. L’Assemblea regionale è pertanto tenuta, in base alle competenze attribuitele dallo Statuto, all’esame e conseguente votazione del rendiconto e dell’assestamento”.

“In qualità di presidente di questa Assemblea – conclude Ardizzone – sono pertanto chiamato a garantire che la stessa eserciti il proprio ruolo istituzionale, nel rispetto delle prerogative di tutti gli organi coinvolti in tale delicato procedimento legislativo”.

Insomma, l’Ars dovrebbe approvare il Bilancio consuntivo 2016 e l’assestamento di Bilancio per chiudere questa strana storia.

A meno che questa vicenda non persegua un altro obiettivo: la fine anticipate della legislatura per consentire a qualche sindaco – che in questo momento non è candidabile alla presidenza della Regione siciliana, di candidarsi.

I sindaci di città siciliane con un numero superiore a 20 mila abitanti, per potersi candidare all’Ars o alla presidenza della Regione, debbono dimettersi sei mesi prima. Ma questo principio decade nel caso di interruzione anticipata della legislatura.

La parola passa, quindi, al Parlamento siciliano che, approvando il consuntivo 2016 e l’assestamento di Bilancio dovrebbe chiudere la partita.

A meno che, lo ribadiamo, dietro non ci siano altri ‘giochi’: per esempio, un gioco della parti…

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