La vicenda sembrava risolta: c’è la legge regionale, ci sono le risorse finanziarie (da integrare, magari, con altri fondi: ma si potrebbe già partire). Ma era troppo bello per essere vero. La sensazione è che l’attuale Governo regionale non abbia alcuna intenzione di sbloccare questa vertenza
C’è la legge, ci sono i soldi, ma non c’è la volontà politica. Al di là delle chiacchiere, l’attuale Governo della Regione non ha alcuna intenzione di sbloccare la vertenza degli oltre mille e 500 dipendenti degli ex Sportelli multifunzionali.
Stasera i lavoratori hanno diffuso la seguente nota:
“Gli operatori ex Sportelli multifunzionali, autorizzati dalla Questura (di Palermo ndr), annunciano, a partire da lunedì 31 luglio 2017, alle ore 9.00, un sit-in permanente in Via Trinacria e un nuovo sciopero della fame per sensibilizzare il Governo e i deputati (del Parlamento siciliano ndr) sull’insostenibile situazione di indigenza nella quale versano, avendo esaurito anche gli ammortizzatori sociali. Una manifestazione nuova solo in termini temporali, che si ripete a scadenze ravvicinate, ormai, da più di tre anni a questa parte”.
“Come ampiamente previsto – prosegue la nota – il cronoprogramma non ha rispettato i tempi indicati”.
Il riferimento è al cronoprogramma messo a punto dall’assessore regionale al Lavoro, Carmencita Mangano.
I lavoratori, licenziati negli anni passati dal Governo regionale, chiedono “con forza di essere rimessi al lavoro immediatamente. Chiedono che siano posti in essere tutti gli atti amministrativi, facilitati da risorse regionali eventualmente da integrare in fase di assestamento del Bilancio, in attesa di sbloccare le risorse nazionali (delibera 330, non si comprende che fine hanno fatto le risorse appostate) e comumitarie (delibera 244, tempi troppo lunghi e farraginosi), indicati nell’art. 13 della legge regionale n. 8 del 9 maggio 2017, utilizzando TUTTI gli operatori ex Sportelli multifunzionali, bacino indicato espressamente dalla legge, attraverso il Ciapi di Priolo, ente in house della Regione siciliana”.
“Una norma virtuosa – leggiamo sempre nella nota – allo stato disattesa nella sua interezza, voluta dai lavoratori e da un gruppo di deputati, votata all’unanimità dal Parlamento siciliano con il parere favorevole dello stesso Governo e della commissione Bilancio (del’Ars ndr), che ha un duplice effetto: offrire i servizi agli utenti, finora negati, relativi tanto alle politiche attive quanto alle politiche sociali e rimettere al lavoro la platea di lavoratori per troppo tempo penalizzata”.
“Facciamo un appello accorato a tutti i deputati, che da sempre, hanno sostenuto le nostre rivendicazioni, di pretendere il rispetto della legge, ignorata nella sua interezza dall’amministrazione regionale, e di supportarci fattivamente, anche nella richiesta di aumentare le risorse regionali, durante la nostra ennesima fatica ed estremo sacrificio. I lavoratori interromperanno lo sciopero della fame e il sit in solo se ci saranno atti concreti”.
P.S.
Lo scriviamo da tempo e lo ribadiamo ancora una volta: l’attuale Governo regionale non ha alcuna voglia di sbloccare questa vertenza. Forse con un accordo tra centrosinistra e centrodestra con un candidato unico alla presidenza della Regione ci sarebbero state buone possibilità. Ma tale accordo non ci sarà.
Il centrosinistra a trazione PD che governa la Regione, che ormai ha la certezza quasi matematica di andare incontro a un disastro elettorale (con riferimento alle elezioni regionali del 5 novembre), molto difficilmente sbloccherà una vertenza dalla quale non ricaverebbe alcunché.
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