Il Parlamento siciliano ha deciso di lavorare fino all’11 agosto. Esaminerà ed approverà una mega legge omnibus chiamata ‘collegato alla Finanziaria 2017’. Un tentativo, male affastellato, dei parlamentari uscenti (della vecchia politica: centrodestra e centrosinistra) di provare a farsi rieleggere il prossimo 5 novembre. Per molti di loro è solo una vala speranza…
Niente vacanze anticipate per il Parlamento siciliano. Si pensava che l’Aula, una volta ‘incassata’ la parifica del Bilancio consuntivo 2016, avrebbe approvato, come da prassi, lo stesso Bilancio dell’anno passato e, magari, una manovra di assestamento di Bilancio per rinviare tutto a settembre. Invece è tornato in auge il disegno di legge sul cosiddetto ‘collegato alla Finanziaria 2017’. Il provvedimento è già a Sala d’Ercole e il dibattito è già incardinato.
L’obiettivo è quello di lavorare sino all’11 di agosto, o magari qualche giorno prima, per approvare il consuntivo 2017, l’assestamento di Bilancio e, soprattutto, il ‘collegato alla Finanziaria 2017’ che interessa tanti deputati. Si tratterà dell’ultima legge di spesa prima della fine della legislatura: va ricordato, infatti, che le elezioni regionali sono previste per il novembre di quest’anno. Tolto i 90 giorni canonici prima del voto, non ci sarà più tempo per altre leggi.
Ricordiamo – è bene ricordare sempre i passaggi importanti di un fine legislatura – che la futura Assemblea regionale siciliana passerà da 90 a 70 deputati. E ricordiamo inoltre che lo schieramento politico che da cinque anni tiene il pallino – cioè il centrosinistra – dovrà fare i conti con un elettorato siciliano molto provato da cinque anni di Governo che definire disastrosi è poco.
Ricordiamo ancora che il 5 novembre si andrà al voto con le ex Province fallite, con i Comuni dell’Isola senza soldi (fino a questo momento – e siamo a fine luglio – i Comuni siciliani non hanno ancora ricevuto le risorse del Fondo regionale per le Autonomie locali, circa 340 milioni di euro; non hanno ricevuto i fondi per il precariato, circa 180 milioni di euro; non hanno ricevuto i 115 milioni di euro per il pagamento delle rate dei mutui) e, in generale, con interi settori dell’Amministrazione regionale senza soldi.
Per non parlare degli 8 mila operatori della Formazione professionale che hanno perso il lavoro, del fallimento delle politiche del lavoro e, in generale, della crisi economica.
A questi problemi si sono aggiunti i disastri delle ultime settimane provocati dagli incendi. Una pessima figura per il Governo regionale, che non solo ha avviato con ritardo le operazioni per la prevenzione degli incendi, ma non è nemmeno riuscito a proteggere dal fuoco la Riserva naturale dello Zingaro che è gestita da uno dei bracci operativi dell’assessorato regionale all’Agricoltura.
Insomma: disastri, su disastri, su disastri.
Che vogliamo dire? Che, con molta probabilità, con questo ‘collegato alla Finanziaria’ 2018 il centrosinistra – con qualche passaggio consociativo per ‘accelerare’ l’esame e l’approvazione del disegno di legge – proverà a recuperare sul piano del clientelismo ciò che ha perso sul piano politico, governando male la Sicilia.
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