Gianni Battaglia (Articolo 1) al PD: “Senza discontinuità ognuno per la sua strada”

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Alle elezioni per la presidenza della Regione siciliana c’è anche Articolo 1, il partito nato dalla scissione del PD operata da Bersani. Abbiamo intervistato Gianni Battaglia, uno degli esponenti più in vista dei bersaniani siciliani. I ‘paletti’ al PD, la candidatura di Ottavio Navarra e la chiusura a Caterina Chinnici

Nel centrosinistra siciliano la confusione è tanta. C’è Rosario Crocetta che si vuole ricandidare alla guida della Sicilia perché è convinto di aver amministrato bene e, addirittura!, di aver ‘risanato’ il Bilancio della Regione. C’è Leoluca Orlando, il sindaco di Palermo, che si è auto-proclamato leader del centrosinistra siciliano (anche se non tutti, a cominciare dai vertici regionali del PD, gli riconoscono tale leadership), e che cerca un candidato (il presidente del Senato, Piero Grasso, gli ha già detto no). C’è il sottosegretario Davide Faraone in giro per la Sicilia, non si capisce se in vacanza o per accreditarsi come candidato a Palazzo d’Orleans. E c’è perfino chi, a luglio inoltrato, vorrebbe anche le ‘primarie’…

Che fare in questo caos? Noi abbiamo deciso di fare quattro chiacchiere con Gianni Battaglia, già parlamentare regionale del vecchio PCI, già assessore regionale e poi anche parlamentare nazionale. Battaglia è stato tra i primi, in Sicilia, a schierarsi contro Renzi, mentre tanti suoi compagni di strada, dopo le elezioni europee, quando il PD raggiungeva il 40%, si schieravano con il segretario nazionale del PD.

I fatti, alla lunga, hanno dato ragione a Gianni Battaglia, se è vero che oggi il renzismo perde colpi e credibilità politica. Ma non è di Renzi che vogliamo parlare con Battaglia, ma della situazione siciliana.

Battaglia, in Sicilia, è tra i fondatori di articolo 1, schieramento politico nato dalla scissione del PD capeggiata dall’ex segretario nazionale, Pier Luigi Bersani.

Allora, che ci racconta della politica in Sicilia?

“Che c’è un po’ di confusione”.

Questo l’avevamo capito. E oltre la confusione? Si intravede una candidatura a sinistra per la presidenza della Regione?

“Ci stiamo lavorando”.

Se non ricordiamo male, nelle scorse settimane, quando si profilava la possibilità della candidatura di Piero Grasso, voi di articolo 1 vi siete detti subito favorevoli…

“Certamente. La candidatura di Piero Grasso sarebbe stata discontinua. E noi siamo per la discontinuità”.

Discontinuità rispetto a cosa?

“Rispetto all’attuale scenario politico del renzismo, romano e siciliano”.

Ovvero?

“Semplice: se per la presidenza della Regione siciliana si profilerà una candidatura discontinua, noi l’appoggeremo”.

Insieme con il PD, come sarebbe accaduto con la candidatura di Piero Grasso?

“Certo. E’ chiaro che, senza il PD, non si possono vincere le elezioni in Sicilia. Ma la legittima aspirazione a correre per vincere non può fare venire meno i problemi politici da rimuovere. In parole semplici, se gli attuali dirigenti del PD siciliano pensano di candidare alla presidenza della Regione un renziano della prima ora, o un renziano della seconda ora o perfino un renziano della terza ora, noi non l’appoggeremo mai. L’ho detto e lo ripeto: serve discontinuità”.

Proviamo a indovinare: il renziano della prima ora potrebbe essere Davide Faraone, il renziano della seconda ora Giuseppe Lupo e il renziano della terza ora Antonello Cracolici. Giusto?

“Queste sono sue considerazioni. Quello che posso dire è che noi siamo disponibili a un’aggregazione di sinistra sotto il segno della netta discontinuità”.

Quindi potrebbe andare bene la candidatura di Ottavio Navarra, sponsorizzato da Rifondazione comunista e, in generale, dalle aree della sinistra alternative al PD?

“Nulla da dire su Ottavio Navarra. Siamo amici da anni e l’ho incontrato spesso alle riunioni di Articolo 1. Ma una decisione così importante non può maturare solo a Palermo. Anch’io leggo i giornali e so che a Palermo in tanti danno Ottavio Navarra candidato della sinistra alla guida della Sicilia. Ma a Ragusa, dove vivo, non è così. E non è così nemmeno in altre parti della Sicilia”.

A noi risulta che la candidatura di Ottavio Navarra sia alternativa al PD siciliano.

“Il problema non è il PD, ma il renzismo. Se il PD mette via le pessime riforme approvate in questi anni, dall’articolo 18 al Jobs Act, dalla scuola a tutti gli altri provvedimenti di stampo liberista, è chiaro che si può e si deve tornare a discutere con il PD”.

Anche in Sicilia’

“Certo”.

Si è parlato anche – sempre per la presidenza della Regione siciliana – di Caterina Chinnici. Lei che ne pensa?

“Penso che ci sono due problemi. In primo luogo, è stata assessore del Governo regionale di Raffaele Lombardo: e non mi sembra un elemento politico che si può ignorare. In secondo luogo, da quando è stata eletta nel PD al Parlamento europeo ci vogliono i radar per trovarla…”.

 

 

 

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