…ma non è improbabile polemica sull’attribuzione del premio di maggioranza. Ma a nostro modesto avviso, nelle recenti elezioni comunali di Palermo i problemi sono ben altri e ben più complessi: tutte cose che abbiamo più volte scritto ed evidenziato su questo blog
A che punto è la telenovela del nuovo Consiglio comunale di Palermo? Ricordate? Qualche giorno dopo le elezioni – circa un mese fa – dicevano che, in concomitanza con il Festino di Santa Rosaria sarebbero stati resi noti i nomi dei nuovi consiglieri comunali. Ci siamo lasciati alle spalle da tre giorni il 15 luglio, ma della proclamazione del nuovo Consiglio comunale del capoluogo della Sicilia si sa ancora poco.
Si sa poco: ma qualcosa si sa. E un po’, su tale argomento, abbiamo scritto noi, raccontando cosa incredibili. Ricordiamo che l’Ufficio elettorale centrale – chiamato a proclamare sindaco e consiglieri comunali – ha lavorato solo sui verbali delle 600 Sezioni elettorali di Palermo.
Il problema – e l’abbiamo raccontato in tutte le salse – è che i verbali sono in buona parte compilati male e alcuni, addirittura, lasciati in bianco! Lo abbiamo potuto constatare con i nostri occhi. E l’hanno ribadito il responsabile di Forza Italia che ha seguito le vicende di questo tormentato post spoglio, Nicola Caldarone, e l’avvocato Nadia Spallita, candidata a sindaco che, da consigliere comunale uscente, ha presentato una richiesta di accesso agli atti.
E’ noto che l’Ufficio elettorale centrale non ha il potere di aprire le schede. Il lavoro di tale ufficio si basa solo sull’esame dei verbali.
Non sappiamo come finirà questa storia. Ma, da indiscrezioni, ci giunge notizia che sarebbe in corso una diatriba sull’attribuzione del premio di maggioranza, ovviamente sempre sulla base di quanto risulta dai verbali.
Quello che possiamo dire è che non è la prima volta che si discute di come attribuire il premio di maggioranza nei Consigli comunali della Sicilia. La legge regionale n. 35 del 1997 ebbe bisogno prima di un aggiornamento e poi di un’interpretazione autentica, cioè di una legge successiva che spiegava come attribuire il premio di maggioranza.
Ebbene, tale interpretazione autentica della citata legge regionale n. 35 del 1997 arrivò quattordici anni dopo con la legge regionale n. 6 del 2011.
Tale interpretazione autentica stabilisce che il premio di maggioranza viene attribuito calcolandolo sulle liste che hanno superato lo sbarramento del 5% (che è la soglia che una lista deve superare per potere avere propri rappresentanti nel Consiglio comunale).
Questo principio è contenuto nella legge elettorale approvata dal Parlamento siciliano lo scorso anno, cioè sulla legge n. 17 del 2016? No, ma in questi casi si dovrebbe applicare la vecchia legge, perché l’ultima legge non è intervenuta su tale questione e, quindi, dovrebbe valere l’interpretazione autentica della legge regionale n. 6 del 2011.
Questo è almeno quanto abbiamo capito noi di questo tema .
Ma il problema – a nostro modesto avviso – nelle elezioni comunali di Palermo non sta nell’attribuzione del premio di maggioranza, ma in un complesso di anomalie che meriterebbero ben altri approfondimenti.
Del resto, e avete letto gli articoli che abbiamo pubblicato non sarà difficile capire il perché…
A nostro modesto avviso la riapertura della schede e il riconteggio dei voti sarebbe un’operazione salutare e necessaria per diradare le troppe ombre.
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