Solo la minima parte dei prodotti alimentari che consumiamo è siciliana. Questo sistema va completamente ribaltato: dall’agroalimentare, ai prodotti della pesca, fino alla carne. Ci guadagneremo in salute e ci guadagnerà la nostra economia… L’ultimo capitolo del programma
Ed eccoci all’ultimo capitolo del programma di governo del candidato alla Presidenza della Regione siciliana, Franco Busalacchi. Nei prossimi giorni pubblicheremo una sintesi schematica dei punti fondamentali che comprende anche i contributi dei movimenti che si sono uniti a I Nuovi Vespri per tentare di mandare a casse la classe politica che ha ridotto la Sicilia in uno stato di colonia e di povertà assoluta.
Questo capitolo è, comunque, di fondamentale importanza. Parla, tra le altre cose, della difesa dell’agricoltura e del sistema agroalimentare siciliano. Franco Busalacchi (qui potete leggere il suo curriculum) ha già dato ‘un assaggio’ delle sue intenzioni per questo settore. Con questo blog, infatti, ha sfidato le multinazionali della pasta e le grandi e potenti associazioni di mugnai, denunciando l’utilizzo di grano estero che contiene veleni e che viene utilizzato dalle nostre industrie per poi finire sui nostri piatti. Una battaglia di Davide contro Golia per la difesa della nostra salute e della nostra agricoltura: il nostro grano resta il migliore. Non è stata una impresa semplice e ha richiesto, come potete intuire, un certo coraggio. Premiato dal recente pronunciamento del Tribunale di Roma, come potete leggere qui.
Questo è stato solo il primo passo.
Vediamo, a grandi linee, cosa c’è nel programma di governo sull’argomento.
La difesa delle nostre produzioni
E’ un questione di sopravvivenza: dobbiamo costruire un percorso in cui la produzione agroalimentare siciliana, per qualità e quantità, si adeguata alle necessità del mercato interno siciliano. Lo sforzo del mio governo sarà volto alla difesa intransigente della nostra produzione con l’inibizione assoluta dell’ingresso in Sicilia di prodotti extracomunitari sempre e comunque realizzati con costi da concorrenza sleale.
Queste le misure:
Sistema agro-alimentare- Zootecnia
-ammodernare il sistema produttivo agro-zootecnico siciliano in maniera da renderne competitive le relative produzioni assicurando al contempo agli imprenditori retribuzioni tali da contendere e razionalizzare l’attuale fenomeno migratorio a favore di altri settori produttivi;
-assicurare agli operatori della filiera un’adeguata formazione professionale di base;
-collegare in maniera efficace i diversi anelli della filiera tramite il supporto informativo necessario per favorire l’affermazione delle migliori tecniche produttive ed organizzative;
-incrementare le quote di prodotto vendute nel mercato del fresco e trasformato con contemporanea riduzione del ricorso agli interventi di sostegno;
-incrementare il numero degli imprenditori agricoli riuniti in associazioni con conseguente concentrazione dell’offerta e, indirettamente, stabilizzazione dei relativi redditi.
Un discorso a parte merita la zootecnia, che a seguito della dichiarazione di fallimento dell’Associazione regionale degli allevatori, si vede privata di supporti e servizi essenziali che ne hanno garantito e che debbono continuare a garantire la qualità e la sicurezza, per non parlare dell’innovazione e della ricerca applicata nel settore. Nella certezza che sarà fatta piena luce sulle circostanze ancora poco chiare che hanno determinato il default, assicuro ai tanti addetti del settore, che storicamente ha costituito e costituisce una fonte di ricchezza e di lavoro per l’intera Sicilia, che attraverso il sistema pubblico siciliano di riferimento, penso per primo ad esempio all’Istituto sperimentale zootecnico per la Sicilia, garantirò la continuità del servizio e la doverosa salvaguardia delle competenze e dei posti di lavoro finora utilizzati dall’ARAS.
Pesca
Nel settore della pesca il primo fattore strategico è quello di attivare lo strumento del piano regionale triennale inoltre, nella definizione di una politica di decentramento per il settore, assume una funzione strategica l’istituzione e l’attuazione dei “Distretti marini’’ quali forme di autogoverno (attivazione del piano di distretto) e gestione delle aree di pesca e dei territori costieri.
Sviluppo locale ed aree urbane
Accanto alle politiche finalizzate allo sviluppo di settori si sono individuate politiche rivolte ad aree territoriali specifiche, con l’intento di favorire sinergie, valorizzare le risorse endogene, individuare percorsi autonomi di sviluppo.
Tali politiche riguardano trasversalmente tutti i quattro assi prioritari individuati, all’interno dei quali sono individuati specifici programmi di intervento.
Gli obiettivi di questo percorso si possono cosi sintetizzare:
-creare un quadro di riferimento programmatico e legislativo capace di orientare le iniziative di sviluppo locale;
-favorire un collegamento stabile – una rete – fra tutte le iniziative di sviluppo locale, aiutando la crescita dei soggetti intermedi;
-creare un supporto tecnico a livello centrale – agenzia – per l’assistenza, l’orientamento e l’accompagnamento delle attività di progettazione e attuazione.
L’altro versante delle politiche più strettamente territoriali riguarda le aree urbane. In tale ambito sono già state avviate alcune iniziative di carattere innovativo, alcune delle quali finanziate dall’Unione Europea.
Occorre dare organicità a queste iniziative individuando una politica di sviluppo delle aree urbane basata su alcuni principi chiave che possono cosi riassumersi:
-controllo dell’espansione delle città;
-integrazione delle funzioni e dei gruppi sociali nel tessuto urbano;
-corretta gestione dell’ecosistema urbano (acqua,energia,rifiuti);
-miglioramento dell’accessibilità nel rispetto dell’ambiente;
-recupero, conservazione e sviluppo del patrimonio culturale.
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Ringrazio Franco Busalacchi e la redazione tutta, per ospitarmi nel suo blog, concedendomi di esternare tutto quello che mi pare senza ridurre o censurare. Questo è un gran bene per una una redazione libera e indipendente di taglio anglosassone, ma sopratutto per un candidato Presidente che da spazio e quindi avrà successo. L’argomento mi piace da sempre. Un territorio le cui eccellenze lo fanno unico nel mondo che solo a visitarlo ti rigenererà il corpo e la mente.
Qualche esempio con una costante: il cibo sano tira e chi segue questa strategia vince. Un amico economista statunitense, visto come andavano gli allevamenti intensivi nel suo Paese, ebbe l’idea di crearne uno di eccellenza in Bolivia a poco costo perché a contatto con la natura tanto che la carne pregiata veniva venduta cinque volte tanto in USA. La produzione in Uruguay di carne, non è assoggettata ad antibiotici per cui si è creato un business nell’esportazione riservato ad una clientela selezionata. La famosa bresaola della Valtellina è ricavata da una selezionata carne di Zebù importato dal Brasile che la fa così ricercata e buona. Potrei continuare, ma è molto semplice e induttivo pensare che se metto a sistema l’idea del cibo locale con la storia, la cultura e tanto che ci siamo un poco di mare, non è difficile pensare che il successo sarà assicurato. Certo, non è tutto rose e fiori, bisogna saperlo fare e lei caro Franco Busalacchi è stato fortunato perché ha trovato in me il migliore che c’è sul mercato internazionale, è italiano e si è messo in testa di realizzare il suo ultimo progetto in Sicilia non per pensare male, ma per dare il meglio della sua esperienza maturata in mezzo mondo contribuendo a creare milioni di posti di lavoro.
Tutto quello che lei ha citato che non ripeto, sono strumenti da noi “inventati” nei territori di tutto il mondo ed ora recepiti dall’Unione Europea e dalle Nazioni Unite nelle loro direttive che noi contribuiamo a scrivere. Rappresentiamo la voce più autorevole dell’Urbanistica a livello internazionale, siamo leader per lo sviluppo con un network costituito da oltre cento Paesi nel mondo, Università le più prestigiose, Camere di commercio, Associazioni costruttori, industriali, ecc, Casse Depositi e Prestiti, piccola e grande distribuzione, professionisti e ricercatori, ma pure grandi e piccole imprese che operando a sistema, hanno conquistato il mondo. Questo potremmo riproporre in un microcosmo come la Sicilia per creare un territorio di nicchia il cui fine è l’eccellenza. Quando portammo la città di Vienna al numero uno nel mondo come qualità della vita non eravamo di una parte politica o dell’altra. C’era una mente vivace che aveva dato inizio al processo di sviluppo e tutti i viennesi ne sono stati felici. Stessa cosa a Tokyo, Singapore, Lione, Parigi (tre volte all’anno posizioniamo la città), Olanda tutta, Taiwan, ecc. Si fanno le cose con le persone, le capiscono, le accettano e nasce la speranza e l’entusiasmo. In parole povere, lasciamo le menate dei litigi fra correnti per rimboccarci le maniche e lavorare tutti assieme. Solo così si può operare, con un accreditamento internazionale che costituisce la nostra clientela e non quella che decide per noi. Lei è un uomo fortunato.