Ormai, nel centrosinistra siciliano non sanno più dove cercare il candidato alla presidenza della Regione. Cracolici e Faraone si sono ritirati allo ZEN di Palermo, colpiti da crisi mistiche. Non si esclude un ‘Concorso internazionale di idee’, come per il Tram di Palermo in via Libertà. Matteo Orfini, in visita nelle acque di Aretusa, insiste: “Senza Piero Grasso unn’avemu ‘unni iri…”
Non sanno più a che santo votarsi. Girano e si rigirano, si passano in rassegna l’uno con l’altro (o contro l’altro). Ma, alla fine, nel centrosinistra siciliana, PD in testa, il candidato per la presidenza della Regione siciliana non può che essere uno: Piero Grasso. Lo ha ribadito il presidente del Partito Democratico in visita a Siracusa:
“Non rinunciamo all’idea di convincere il presidente del Senato ad accettare la candidatura per la guida della Sicilia”.
Ed è anche logico: chi dovrebbe candidare, se non Grasso, il centrosinistra siciliano?
L’assessore regionale all’Agricoltura, Antonello Cracolici, dopo gli incendi che hanno incenerito mezza Sicilia, viene considerato ormai come una specie di “Nerone siciliano”. Lui stesso ha capito l’antifona e si è chiamato fuori.
Il sottosegretario, Davide Faraone, che la scorsa settimana ha cominciato un tour in tutta la Sicilia “Visiterò tutte le città dell’Isola, grandi e piccole – diceva -. Busserò ad ogni porta. Voglio capire i veri problemi della Sicilia di oggi”.
Si racconta che dopo la prima tappa ha rinunciato: a quanto pare bussava, ma nessuno gli apriva la porta.
Qualcuno ha pensato al segretario regionale del PD, Fausto Raciti. Il suo sguardo intelligente aveva convinto quasi tutti. Poi hanno fatto un sondaggio e quasi tutti, al telefono, rispondevano:
“E cu è?”.
Così è caduta anche la candidatura di Raciti alla presidenza della Regione.
Poi la scelta è caduta sul Ministro Angelino Alfano:
“E’ lui il nostro uomo – hanno detto tutti gli esponenti di centrosinistra -. In Sicilia lo conoscono tutti”.
Infatti: lo conoscono davvero tutti. Anche quelli del centrodestra. Dove, a quanto pare, l’avevano già opzionato per candidarlo in alternativa a Nello Musumeci.
Alla fine i dirigenti del centrosinistra si sono sentiti con il commissario di Forza Italia della Sicilia, Gianfranco Miccichè e hanno litigato. Prima litigavano dicendo:
“Lo candidiamo noi”, dicevano quelli del centrosinistra.
“No, lo candidiamo noi”, ribattevano quelli del centrodestra.
Quando hanno capito che Alfano si era proposto a tutt’e due i poli, la lite si è invertita:
“Candidatevelo voi”, dicevano quelli del centrosinistra.
“No, candidatevelo voi”, ribattevano quelli del centrodestra.
Alla fine si è capito che Alfano lo cercano tutti, ma nessuno lo vuole.
A un certo punto è intervenuto Pino Firrarello da Bronte:
“Candidiamo Giovanni La Via e facciamolo votare dal centrodestra e dal centrosinistra”.
Era quasi fatta quando, a un certo, un dirigente del PD ha detto:
“Lo sapete che se facciamo una cosa del genere la nostra lista va sotto il 5% vero?”.
E s’affumò pure la candidatura trasformista di La Via.
Non ci rimane che Piero Grasso, hanno detto tutti. O Leoluca Orlando.
A proposito, ma Rosario Crocetta si è dimesso?
Ma quando mai!
Ma se non si dimette Crocetta come facciamo a candidare Orlando se Grasso dirà di nuovi di no?
Boh…
Non si esclude un ‘Concorso internazionale di idee’ per trovare il candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione siciliana. Insomma, come per il Tram di Palermo in via Libertà!
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