Oggi i parlamentari della commissione Bilancio e Finanze dell’Ars hanno detto “No” al tentativo di ANAS di accaparrarsi la gestione delle autostrade Pa-Me, Me-Ct e Sr-Gela. Sala d’Ercole, intanto, ha rinviato alla prossima settimana l’esame del disegno di legge sul ‘Collegato alla Finanziaria 2017’. Dimissioni di Rosario Crocetta per fare posto alle possibli candidature di Piero Grasso o di Leoluca Orlando? L’ultima ‘genialata’ di Ardizzone
Siamo alle battute finali di una delle peggiori legislature della storia dell’Autonomia siciliana e il presidente del Parlamento siciliano, Giovanni Ardizzone, già protagonista di tanti ‘scivoloni’ (basti pensare al secondo ‘Patto scellerato’ Renzi-Crocetta – penalizzazioni a mai finire per la Regione siciliana e una riscrittura ‘leonina’ delle norme di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto siciliano – che Ardizzone ha messo ai voti all’Ars, con una maggioranza ascara di centrosinistra che l’ha approvato!), ne ha tirata fuori un’altra delle sue: vuole abolire il voto segreto!
Il voto segreto nasce con la democrazia. E’ uno strumento che serve ai parlamentari – che rispondono al popolo che li ha eletti – per esercitare il proprio mandato con libertà. Ma nel tempo del primato dell’economia sulla politica, con le multinazionali che dettano legge agli Stati e alla stessa Unione Europea, il presidente dell’Ars non trova niente di meglio che vulnerare la democrazia dentro il Parlamento siciliano!
“Una modifica del regolamento interno dell’Assemblea regionale siciliana – si legge in un comunicato – per abolire il voto segreto in Aula e modificare la composizione numerica delle Commissioni legislative in vista del nuovo Parlamento che nella prossima legislatura avrà 70 deputati. Lo ha proposto in Conferenza dei capigruppo il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Giovanni Ardizzone”.
“Ho spiegato ai presidenti dei gruppi parlamentari – afferma Ardizzone – che questo è il momento più opportuno per fare queste modifiche, vista l’assoluta incertezza di chi sarà il prossimo presidente della Regione. In questo modo, inoltre, le modifiche saranno operative già all’atto dell’insediamento del nuovo Parlamento”.
A parte le due parole – “Ho spiegato” – che il presidente Ardizzone si poteva risparmiare, si tratta di una proposta pericolosa, perché punta a limitare la libertà di parlamentari. Insomma, un Parlamento è tale se i parlamentari votano liberamente. Sono, invece, i ‘fratelli’ massoni che, quando si riuniscono, accettano, loro sì, le ‘spiegazioni’ del Gran Maestro…
‘Ardizzonate’ di fine legislatura a parte, cosa ha presentato, oggi, di interessante l’Assemblea regionale siciliana? Intanto il rinvio dei lavori parlamentari a martedì prossimo. Motivo: non c’è intesa, tra le forze politiche – soprattutto di governo – su come spartirsi i fondi del disegno di legge sul cosiddetto ‘Collegato’ alla Finanziaria 2017.
Il momento è ‘topico’ perché, subito dopo l’approvazione di questa legge, il presidente della Regione, Rosario Crocetta, si dovrebbe dimettere. Con l’interruzione della legislatura, infatti, non si applicherebbe più la legge che impone a sindaci di Comuni con un numero di abitanti superiore a 20 mila – per esempio, al sindaco di Palermo, Leoluca Orlando ‘uno a caso’ – di dimettersi 180 prima per potersi candidare alla presidenza della Regione.
Insomma, in caso di dimissioni di Crocetta (o anche nel caso in cui dovesse essere sfiduciato), Orlando o un altro sindaco di una media e grande città della Sicilia si potrebbe candidare alle elezioni per la presidenza della Regione.
Tempo, per i deputati uscenti, ne rimane poco. E pochi, alla fine, sono anche i soldi da spartire nel ‘Collegato alla Finanziaria’. E altrettanto poche sono le possibilità di essere rieletti per la maggioranza dei deputati dell’Ars. Da qui il grande nervosismo.
Un’altra notizia degna di nota è l’audizione che si è tenuta oggi presso la commissione Bilancio e Finanze dell’Ars dei vetici dell’ANAS Sicilia. I ‘capi’ dell’ANAS sicula hanno ribadito la loro volontà di prendere in gestione le autostrade siciliane gestite oggi dal CAS, il Consorzio Autostrade Siciliane che fa capo alla Regione.
Si tratta di una pretesa folle da parte dell’ANAS, dietro la quale si intravede lo zampino delle burocrazie ministeriali che, non potendo più scippare fondi dal Bilancio regionale, vorrebbero infilare direttamente le mani nelle tasche dei siciliani!
Fino ad oggi l’ANS ha gestito in Sicilia – malissimo! – l’autostrada-colabrodo Palermo-Catania, l’autostrada Palermo-Trapani-Mazara del Vallo (l’unica che si salva dal marasma autostradale siciliano) e le strade a scorrimento veloce (allucinante quello che succede sulla Palermo-Agrigento, come potete leggere qui e anche qui).
Non solo. Quasi tutti i fondi europei del FESR (Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) della programmazione 2007-2013 sono stati utilizzati dalle Ferrovie e dall’ANAS.
In pratica, lo Stato invece di investire nelle infrastrutture della Sicilia fondi ordinari, li sostituisce con i fondi europei!
Il tutto in barba ai regolamenti europei, che invece prevedono la cosiddetta ‘addizionalità’: fondi europei che debbono sommarsi (‘addizionarsi’) e non sostituirsi ai fondi dello Stato. Se questo avviene si vanifica il significato economico dei fondi strutturali dell’Unione Europea.
Questa truffa avviene con l’avallo di un’Unione Europea che fa finta di non vedere!
Dopo di che, per ‘premio’, la Sicilia dovrebbe regalare all’ANAS le tre autostrade gestite dal CAS: la Palermo-Messina, la Messina-Catania (che è una delle autostrade più frequentate d’Italia, perché chi arriva a Catania per andare a Taormina la deve percorrere!) e la Siracusa-Gela (in fase di completamento).
Insomma, una Regione autonoma dovrebbe cedere le proprie autostrade a un soggetto – l’ANAS – che in Sicilia ha sempre brillato per grande inefficienza. E hanno pure la sfacciataggine di proporre una cosa simile!
Il tutto con il parere contrario del Servizio studi Ufficio Bilancio de Parlamento siciliano (come potete leggere qui).
Per fortuna, oggi, i deputati della commissione Bilancio e Finanze dell’Ars hanno fiutato il raggiro e hanno detto che, prima di parlare di cessione delle tre autostrade all’ANAS, bisognerà valutare l’operazione sotto il profilo economico.
In realtà, non c’è nulla da valutare: il progetto dell’ANAS – che poi è il progetto del Governo nazionale – è quello di incassare i pedaggi da tutte le autostrade siciliane per portare i soldi dei siciliani a Roma.
Lo ribadiamo: avendo ‘svuotato’ le ‘casse’ della Regione e non sapendo cosa scippare più alla Sicilia, le burocrazia ministeriali si vorrebbero impossessare, attraverso ANAS, di tutte le autostrade siciliane per infilare le mani direttamente nelle tasche dei siciliani. Il resto sono chiacchiere.
Bisognerà capire, adesso, cosa faranno gli ascari del Governo regionale. E’ chiaro, infatti, che i ‘padroni’ romani saranno molto adirati per questa insubordinazione siciliana!
A che titolo u presidente dell’Ars si rivolge ai colleghi per “spiegare”? Pensa di essere così bravo da salire in cattedra, l’onorevole Ardizzone?