Sono private quando devono gestire i loro affari e dettare regole ai correntisti. Ma quando qualcosa si rompe al loro interno, diventano pubbliche e sponsorizzate dai contribuenti
E così il governo italiano con i soldi dei contribuenti ha “salvato” due banche dal fallimento. E’ certo una buona notizia per i correntisti e gli azionisti della banca, i quali vengono assolti dall’aver avuto fiducia in una accolita di banditi e farabutti probabilmente senza averne mai controllato l’operato. Certo, le carte le Banche le spediscono, tante, tantissime pagine e pagine, sembra ENIGMA, il codice segreto nazista,ma chi le legge? E se c’è chi le legge, chi le capisce? E poi, chi va alle assemblee che magari si svolgono a Cardiff? E così il diritto di controllo che spetta all’azionista si va a fare benedire.
Al parco buoi basta lucrare qualche centesimo nel dare e avere e si sente importante come uno gnomo di Zurigo. Invece è soltanto uno gnomo.
Le banche, si sa, non sono modelli di democrazia. La riservatezza, la segretezza sono il loro vangelo laico, e con questa scusa, di nessuna operazione nulla si sa, tantomeno di chi la esegue e a favore di chi.
Tutto questo mi andrebbe bene se valesse la regola del “chi rompa paga”. Ma le banche, che sono private, soggette a regole interne e gelose della loro autonomia, diventano delle donne pubbliche appena qualcosa si rompe al loro interno. I loro guai diventano i guai della nazione, tutti finiscono sui giornali e comincia sempre la stessa manfrina. Quelle ai quali non gliene è mai fregato niente degli azionisti, improvvisamente se ne preoccupano.
Agitando lo spettro dei licenziamenti di massa vanno a battere cassa al Governo il quale, come un pugile suonato che quando suona un qualunque campanello si alza comincia a boxare, da qualche tempo sembra no aver di meglio da fare se non il bagnino per questo particolare genere di bagnanti. E così gli italiani, anche i terroni(e questo mi fa una rabbia!), quelli che i veneti considerano esseri inferiori e che per loro dovrebbero essere espulsi dalla loro “civiltà,” e che nemmeno dove stanno queste due banche, senza nemmeno essere consultati vedranno sottrarsi 5 miliardi di euro dai loro contributi allo Stato per salvare queste due bagnarole. 5 miliardi euro.
C’era da mettere in sicurezza metà del territorio italiano, di che costruire condotte d’acqua dal Brennero a Capo Passero. Invece niente. Paghiamo i debiti degli altri con una aggravante: non dico che non vedremo in galera nessuno di quelli che hanno fatto e/o permesso tutti questo schifo, perché è esattamente quello che non accadrà, ma nemmeno sapremo i nomi e i cognomi di chi ha amministrato le due banche nel periodo dello sfacelo; di quelli che sono stati gli utilizzatori e i beneficiari di quell’allegra e malavitosa gestione; di quelli che erano i sindaci e i revisori che avrebbero dovuto accorgersi che i conti non tornavano.
Né nessuno ci dirà mai che cosa ha omesso di fare la Banca d’Italia, organo di vigilanza di tutti gli istituti bancari in questi casi specifici. Come mai Visco,il governatore della banca d’Italia è ancora al suo posto? Perché non si dimette? E perché, dato che non si dimette, non è stato sollevato dall’incarico? Proprio nessuno è colpevole? Si, sono tutti colpevoli, ma sono i poteri forti. Fanno quello che vogliono,comprano chi vogliono, corrompono chi vogliono, travolgono chi vogliono correntisti, depositanti, azionisti,controllori pubblici e privati, politici e governi.
Ecco perché nessuno subisce le conseguenze delle sue malefatte. Perché tranne i contribuenti tutti gli altri o pagano, o sono pagati.
Diceva Bertholt Brecht: “Non è criminale rapinare una banca, è criminoso fondare una banca. Io aggiungerei: anche salvarla.