Parlamentare nazionale, già deputato all’Ars, Basilio Catanoso è, da sempre, molto vicino all’europarlamentare, Salvo Pogliese. La sua candidatura potrebbe nascere in rapporto ‘dialettico’ a Nello Musumeci. Lo scenario del centrodestra siciliano rimane comunque magmatico, perché i rapporti tra l’area Pogliese-Catanoso e Musumeci non sono mai stati idilliaci (benché tutt’e tre provengano da An). L’incognita di Berlusconi e Miccichè, sempre pronti a ‘trescare’ con il centrosinistra come hanno fatto cinque anni fa
Mentre tramonta l’ipotesi di Piero Grasso candidato del centrosinistra alla presidenza della Regione siciliana (sembra che il timore di un’eventuale sconfitta avrebbe avuto il sopravvento, anche se c’è chi non dispera di tornare alla carica sul presidente del Senato), qualche novità arriva dal mondo del centrodestra dell’Isola. Da questa parte, per ora, c’è solo la candidatura di Nello Musumeci, che non raccoglie il plauso di tutto questo schieramento politico. Ma, da qualche giorno, circola un nuovo, possibile nome: quello del parlamentare nazionale, Basilio Catanoso, da sempre molto vicino al parlamentare europeo, Salvo Pogliese.
Sia Catanoso, sia Pogliese oggi si ritrovano in Forza Italia. Ma entrambi provengono dalla destra di Catania, che in questa città vanta una lunga tradizione legata alla storia del Movimento Sociale Italiano Destra nazionale di Giorgio Almirante.
Catanoso, classe 1963, di professione imprenditore agricolo, è in politica da ragazzo. Dirigente del movimento giovanile di Alleanza nazionale (An), è stato eletto consigliere provinciale nel 1994 e poi parlamentare dell’Assemblea regionale siciliana nel 1996, sempre nelle file di An.
Nel 2001 è stato eletto parlamentare nazionale e tutt’ora è deputato a Montecitorio. Dopo la scomparsa di An, come tanti altri dirigenti di questo partito, ha aderito a Forza Italia.
La precisazione sulla storia politica di Catanoso è importante, perché anche Nello Musumeci previene dalle file di Alleanza nazionale.
Anche se nello stesso partito, i rapporti tra Catanoso e Pogliese da una parte, e Nello Musumeci dall’altra parte non sono mai stati idilliaci. Insomma – cosa che succede in tante formazioni politiche – dentro il partito sono sempre stati avversari.
Perché si fa il nome di Catanoso? Perché appartiene a un’area importante del centrodestra siciliano. E’ noto che uno dei possibili candidati del centrodestra alla guida della Sicilia avrebbe dovuto essere Salvo Pogliese, anche lui ex parlamentare regionale, oggi, come già ricordato, eletto al Parlamento di Strasburgo.
Il nome di Pogliese come possibile candidato a Palazzo d’Orleans, sede della presidenza della Regione, è tramontato per via della vicenda delle ‘spese pazze’ dell’Ars: vicenda nella quale Pogliese è rimasto coinvolto (a differenza di altri parlamentari, lui non è stato prosciolto). Il timore è che potrebbe incappare nei rigori della legge Severino (nel caso in cui dovesse essere eletto alla presidenza della Regione).
Da qui nascerebbe la possibile candidatura di Catanoso, molto legato a Pogliese. Tutto, ovviamente, dovrebbe rientrare in un accordo complessivo del centrodestra siciliano. Cosa non facile, perché, come già accennato, i rapporti tra l’area Pogliese e Musumeci non sono mai stati idilliaci.
Ma in politica, si sa, nulla è mai scontato e non è detto che gli ex di An – perché alle fine provengono tutti dalla stesa area politica – non riescano a trovare un accordo politico-elettorale che accontenti tutti.
Un’altra incognita che pesa sul centrodestra siciliano è l’atteggiamento di Forza Italia. Cinque anni fa una parte di questo partito, capeggiata da Gianfranco Miccichè (oggi commissario-coordinatore dei berlusconiani di Sicilia), tagliò la strada proprio a Musumeci, determinando l’elezione di Rosario Crocetta.
Allora Miccichè era candidato alla presidenza della Regione insieme con l’allora presidente della Regione uscente, Raffaele Lombardo. Una candidatura, lo ricordiamo, studiata apposta per rompere l’unità del centrodestra, indebolire Musumeci (che era il candidato ufficiale del centrodestra siciliano) e determinare, come già sottolineato, l’elezione di Crocetta.
Perché ricordiamo questo? Perché non è facile capire che cosa faranno Miccichè e il suo ‘capo’ Berlusconi. Cinque anni fa Berlusconi non è certo stato tenuto all’oscuro dall’operazione di ‘killeraggio’ ai danni di Musumeci. E non è facile capire che cosa abbiano in testa oggi Berlusconi e Miccichè: lavorano per far vincere le elezioni regionali al centrodestra siciliano? ‘Trescano’ a Roma dove – come abbiamo visto con la vicenda Piero Grasso – le più alte ‘autorità’ sono coinvolte nelle elezioni regionali siciliane in favore del centrosinistra?
Insomma: se nel centrosinistra siciliano il no di Grasso sta creando un sacco di problemi, le cose non vanno meglio nel centrodestra, dove – oltre alla difficile intesa tra l’area Pogliese-Catanoso e Musumeci – c’è anche da fare i conti con Berlusconi e Miccichè, abituati, nelle faccende siciliane, a giocare su due tavoli…
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