Si stanno verificando, sezione per sezione, i voti di lista. Ma si controllano solo i verbali. Un caos che non aiuta né la democrazia, né la coesione. I Nuovi Vespri continua a ricevere segnalazioni di anomalie. Comunque, se tutto andrà bene, il Consiglio Comunale si insedierà a metà luglio. Per il Tribunale di Palermo la colpa è tutta della legge elettorale…
Si dovrà aspettare anche qualche settimana per l’insediamento del Consiglio Comunale di Palermo, ancora di più per conoscere il nome degli eletti nelle circoscrizioni dove lo spoglio è ancora in corso. Le operazioni di scrutinio, insomma, sono finite nel caos.
Leggiamo su Repubblica Palermo che, secondo il direttore amministrativo del Tribunale del capoluogo, Vincenzo Mineo, la colpa sarebbe tutta della legge elettorale e dei tempi imposti agli scrutatori: il fatto, cioè, di avere optato per lo spoglio notturno, dopo òa chiusura delle urne. “Avevamo segnalato alla Regione la necessità che lo spoglio iniziasse la mattina seguente”.. Presumibilmente sotto accusa è anche il voto disgiunto- previsto dalla legge elettorale- che avrebbe indotto tanta gente all’errore. Si racconta, infatti, di tanti voti annullati perché si contrassegnavano contemporaneamente liste diverse. Un rappresentante di lista ha raccontato ai Nuovi Vespri che in questi casi veniva annullato anche il voto al sindaco: scelta discutibile poiché almeno per il primo cittadino la volontà dell’elettore sarebbe stata chiara.
Che qualcosa non abbia funzionato- al di là della stanchezza degli scrutatori- lo conferma un altro dettaglio: l’ufficio elettorale sta convocando ad uno uno i presidenti di seggio dove si sono registrate anomalie. E devono essere pesanti per arrivare alla loro convocazione. Errori da matita blu.
Fatto sta che ci sono problemi pure per l’assegnazione del premio di maggioranza alla coalizione che ha sostenuto Orlando. Sempre Mineo dice al quotidiano palermitano che “si stanno verificando sezione per sezione i voti di lista”. Ma consultando i verbali. Ed è risaputo che se la verifica si limita ai verbali, in realtà, serve a poco.
I Nuovi Vespri ha raccolto numerose segnalazioni. Difficile dire se siano dovute a ‘semplici’ errori , se siano frutto della rabbia dello sconfitto, o di qualcos’altro. Probabilmente non lo sapremo mai.
C’è, ad esempio, chi fa notare che la lista UDC ha avuto 7240 voti a fronte di 2691 voti di preferenza: “Hanno votato tutti il simbolo? E il voto di genere? Nessuno ha messo il doppio nome”? ci segnala il padre di un candidato.
Non si tratta dell’unico caso. Molte altre liste hanno avuto più voti delle preferenze. Normale? Insomma, ci sarebbero stati elettori che hanno votato la lista e non la preferenza. Questo è possibile, ma nelle elezioni comunali – dove si vota spesso la persona – dovrebbe essere improbabile.
E ancora: “Sono Vittorio Catalano e sono stato candidato al Comune di Palermo nella lista Allenza per Palermo dove a mio avviso ci sono state delle anomalie in quanto molte persone mi hanno votato ma non ho trovato riscontro nei seggi elettorali”.
Simili rimostranze sono arrivate da altri candidati.
Idem per le circoscrizioni, dove, come detto, lo spoglio è ancora in corso. Dice Maurizio Alesi: “Ho fatto il consigliere dell’Ottava Circoscrizione, lavorando ogni giorni per 5 anni. Ho avuto pubblicati oltre 560 articoli di giornali documentati sulla mia pagina FB. Ho ricevuto 234 voti (solo quelli della mia famiglia allargata). E’ IMPOSSIBILE, considerate le conferme di preferenze, da parte di persone al di fuori di ogni dubbio, distribuite in ogni angolo della città. I voti ottenuti l’11 giugno sono addirittura inferiori a quelli ricevuti nel 2012. Forse il mio cognome ALESI ha contribuito a fare annullare molte schede di elettori che potrebbero avere scritto ALESSI. In questo caso I voti avrebbero dovuto essere attribuiti, considerato che non era presente alcun candidato mio omonimo (con una o con due “S”), se scritto accanto al simbolo “Alleanza per Palermo”.
Anche nei commenti ad alcuni articoli sul tema dello scrutinio, suggeriscono, come minimo, tanta confusione Ed esattamente come cinque anni fa, ci sono anche tanti cittadini che si lamentano della ‘scomparsa’ del proprio voto.
Certo è che una anomalia è sotto gli occhi di tutti: quasi 15mila schede annullate, il 5.51% del totale dei voti (hanno votato 270. 020 palermitani, il 52% degli aventi diritto). Meno del 2012, ma quanto basta per fare meritare a Palermo il premio di capitale dei voti nulli.
Per ridurre le anomalie forse sarebbe opportuna la doppia scheda: una per il sindaco e una per il Consiglio comunale. Prima verrebbero scrutinate le schede per l’elezione del sindaco, per le schede per il Consiglio comunale.
Ma, intanto, le cose stanno così: ancora una volta dubbi pesanti accompagneranno i risultati elettorali. Cosa che non aiuta né la democrazia, né la coesione di una società.
Ci sarebbe la via della richiesta del riconteggio del voto, ma è alquanto impervia: ci si arriva solo con un ricorso che, se accolto, si trascinerebbe comunque per anni e che avrebbe certamente i cuoi costi. Ricordiamo che in un caso, le elezioni palermitane sono state dichiarate illegittime proprio per brogli: le elezioni sono quelle del 2007. La sentenza è arrivata nel 2014….
ndr Sempre oggi abbiamo pubblicato la seconda parte di questa storia: