In Sicilia voteranno anche i pesci? Sembrerebbe di sì, altrimenti non si spiegherebbe un bando da 7 milioni e 300 mila euro da spartire tra lo “sviluppo dei prodotti di mare”, “marchi di qualità”, “valorizzazione del potenziale produttivo del settore”. All’appello mancano solo gli armatori e i pescatori che con la pesca, si sa, non c’entrano… Guarda caso, una spartizione di soldi in piena campagna elettorale…
Prodotti ittici di qualità. Urrah!
L’assessore all’Agricoltura e in utroque alla Pesca, Antonello Cracolici, ha tirato fuori dal suo cappello magico un’altra “santina”. Un bando per 7 milioni 300.000 euro (pari a 15 miliardi di vecchie lire), destinati allo sviluppo dei prodotti del mare (che poi sarebbero i pesci, i molluschi e i crostacei, o forse no).
Si va dai premi ai marchi di qualità (chi la certifica la qualità? Ci piacerebbe saperlo), ai finanziamenti ad associazioni (già costituite ed operanti da anni o da costituire tra figli, fratelli, sorelle, concubine e cinedi dei politici?) e portatori (speriamo sani) di interesse
del settore (qualcuno sa dirmi chi sono e dove sono e che fanno in concreto? A me fanno pensare a dei gabbiani dalle grandi aperture alari).
Le risorse, dice l’assessore, serviranno a finanziare “interventi di valorizzazione del potenziale produttivo del settore” (anche qui c’è chi può spiegarmi che cosa significa “potenziale produttivo” e come si misura se è solo “potenziale”?).
Tralasciando le “filiere corte” tra (attenzione!) ristoratori, aziende di trasformazione e commercializzazione.
E pescatori? A quanto pare non sono necessari.
E infine la goduria pura: finanziamenti ad attività di animazione (Teatro? Musica? Pantomime? Farse e tragedie del mare?); consulenze tecniche sempre a parenti, agnati, cognati, padri e figli, nipoti e, ancora, studi economici sulle aree oggetto dell’intervento, assegnati come sopra.
Tutto questo, mentre le statistiche ci dicono che la pescosità del mare Mediterraneo, su cui è competente l’assessorato, è al lumicino.
Ma perché questi soldi e tutti gli altri destinati alla pesca non vengono distribuiti ai pescatori e agli armatori per finanziare un lungo, salutare e proficuo riposo biologico e dare così tempo alla natura di riprendersi?
Non sarebbe più utile più logico?
Forse sì, ma certamente non altrettanto remunerativo…
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