Ieri sono stati ‘vietati’ due striscioni dei collettivi del liceo scientifico Cannizzaro e del liceo classico Garibaldi di Palermo. Perché? Perché, a modo loro, dicevano quello che i magistrati che indagano sulla trattativa dicono da anni. E che sempre ieri è stato ribadito da Roberto Scarpinato e da Fiammetta Borsellino…La solidarietà del M5S e dell’Ugl
Lo show non ammette sbavature. E tali sono stati considerati due striscioni degli studenti dei collettivi del liceo scientifico Cannizzaro e del liceo classico Garibaldi di Palermo, ieri, durante la commemorazione della strage di Capaci.
“Non siete Stato voi, siete stati voi” si leggeva nel primo. “Il corteo siamo noi, la passerella siete voi” nel secondo. Sono stati bloccati in via Duca della Verdura, mentre si dirigevano sotto l’albero di Falcone, in via Notarbartolo, dove telecamere e flash attendevano la pupiata antimafiosa (qui vi abbiamo raccontato della vergognosa ‘dimenticanza’: il giudice Alfonso Giordano non invitato alla commemorazione dei venticinque anni della strage di Capaci ).
Ragazzi che, evidentemente, non si bevono il raccontino da fiction dei mafiosi campagnoli dietro gli eventi che hanno sconvolto quel terribile anno. Ragazzi che, a modo loro, hanno espresso cioè che tanti magistrati dicono da tempo e ciò che le persone comuni sospettano ancora da più tempo. Proprio ieri, ad esempio, in una intervista rilasciata a Marco Travaglio, il magistrato Roberto Scarpinato ha ribadito ciò che è emerso in lunghi anni di indagini sulla trattativa stato-mafia:
“In questi 25 anni abbiamo raggiunto l’importante risultato di condannare all’ergastolo gli esecutori mafiosi delle stragi e i componenti della “commissione” di Cosa Nostra che le deliberarono. Ma restano ancora impermeabili alle indagini rilevanti zone d’ombra: un cumulo di fonti processuali, tali e tante da non potere essere neppure accennate tutte, convergono nel fare ritenere che la strategia stragista del 1992-’93 ebbe matrici e finalità miste, frutto di una convergenza di interessi tra la mafia e altre forze criminali. Lo diceva già in un’informativa del 1993 la Dia (Direzione Investigativa Antimafia): dietro le stragi si muoveva una “aggregazione di tipo orizzontale, in cui ciascuno dei componenti è portatore di interessi particolari perseguibili nell’ambito di un progetto più complesso in cui convergono finalità diverse”; e dietro gli esecutori mafiosi c’erano menti che avevano “dimestichezza con le dinamiche del terrorismo e con i meccanismi della comunicazione di massa nonché una capacità di sondare gli ambienti della politica e di interpretarne i segnali. Insieme a personaggi come Salvatore Riina, Matteo Messina Denaro, i fratelli Graviano e altri boss che perseguivano interessi propri di Cosa Nostra, si mossero altre forze che utilizzarono la mafia come braccio armato, come instrumentum regni e come causale di copertura per i loro sofisticati disegni finalizzati a destabilizzare la politica”.
Non solo. Fiammetta Borsellino, figlia di Paolo, ieri ha avuto il coraggio di rompere il muro della retorica inutile che, come ogni 23 Maggio, abbonda: “Dobbiamo pretendere con forza la restituzione di una verità, non qualsiasi, non una mezza verità, ma quella utile a dare un nome e un cognome alle menti raffinatissime – le chiamava mio padre – che con le loro azioni e omissioni hanno voluto eliminare questi servitori dello Stato e impedire la ricostruzione dei fatti. Quelle menti raffinatissime – ha aggiunto – che hanno permesso il passare infruttuoso delle ore immediatamente successive alle esplosioni, ore decisive per acquisire le prove fondamentali”.
I ragazzi di Palermo, insomma, capiscono meglio di quanto i parrucconi imbiancati dell’antimafia e le celebrazioni show lasciano trapelare. Ma a loro non è stato consentito esprimere il loro pensiero.
“Lo Stato democratico rispetta e tutela sempre le espressioni del dissenso. Chiederò conto al ministro dell’Interno, Marco Minniti, di questa vicenda raccontata dalle cronache, perché a nessuno può essere consentito di proibire la libera manifestazione del pensiero, anche quando i relativi contenuti non dovessero piacere agli apparati pubblici”, dice in una nota la deputata nazionale M5s, Chiara Di Benedetto. “La Costituzione – sottolinea la parlamentare 5stelle – non è interpretabile a piacimento,è cristallina. Il questore di Palermo, Renato Cortese, dovrà chiarire come si sono svolti i fatti e per quali obiettivi agli studenti sarebbe stato compresso in via preventiva il diritto di manifestare”.
A solidarizzare con gli studenti anche Filippo Virzi‘, responsabile della Comunicazione dell’Ugl Sicilia,
“Esprimo tutta la mia solidarietà agli studenti del Garibaldi per lo striscione sequestrato ieri nel corso del corteo organizzato a PALERMO in occasione della commemorazione della strage di Capaci, il quale recitava ‘Non siete Stato voi, siete stati voi’; e agli studenti del Cannizzaro i quali replicavano a loro volta, ‘Il corteo siamo noi, la passerella siete voi. Il dissenso non è consentito, anche se pacifico e ironico, quanto e’ accaduto ieri durante il corteo studentesco, e’ un atto lesivo della libertà di opinione, che si accertino i motivi di tale drastica azione”.
Che dire? Evidentemente sono graditi solo ragazzi indottrinati a recitare slogan pre-confezionati. Non è colpa loro, va da sé, ed è sempre bello vedere giovani che neanche erano nati nel 1992 e che ricordano Falcone e Borsellino. Ma un po’ più di verità sarebbe il modo migliore per onorare la memoria dei due magistrati siciliani.