Dare la notizia della morte di un amico è un’esperienza che non si augura a nessuno. Ma Santo Trovato non è stato solo un amico, è stato un leader, un maestro. Un vero uomo di sinistra che ha indicato la strada ai tanti che non si riconoscevano più nella finta sinistra italiana…
Dare la notizia della morte di un amico è un’esperienza che non si augura a nessuno. Il dolore, di per sé, è intimo, non ama le parole, né il rumore. Ma Santo Trovato non è stato solo un amico, è stato un leader, un maestro. Confinare la sua figura in una dimensione privata sarebbe ingiusto seppur le parole in queste momento sono difficili da trovare. Santo si è spento stamattina a Catania, dopo una malattia folgorante che in un mese ha spezzato la sua vita.
“Non ha importanza quanto si vive, ma come si vive e guardandomi allo specchio vedo una bella persona”. Con questo post su Facebook, scritto un paio di settimane fa, Santo ci ha lasciato intuire che stava per lasciarci.
Santo è stato una guida, non solo per chi scrive, ma per i tanti siciliani orfani di una sinistra che ha smarrito la sua identità e dei cui veri valori lui è stato maestro. Indipendentista da sempre, perché un vero uomo di sinistra non può che essere indipendentista. Santo Trovato, è stato e rimarrà sempre il leader del socialismo indipendentista siciliano.
Tra i tanti suoi scritti -che pubblicheremo o ripubblicheremo in suo onore, questo riassume il suo pensiero meglio di altri:
“Dire che l’indipendentismo siciliano non ha alcuna connotazione politica, non essendo di destra, né di centro e né di sinistra, equivale ad affermare che tale indipendentismo non ha alcuna progettualità politica e sociale.Eppure tutte le istanze separatiste/autonomiste che hanno attraversato la Sicilia dall’unità d’Italia sino ai nostri giorni, furono dettate dallo stato di malessere in cui versava la popolazione siciliana.
“Il Socialismo però, inteso come ‘corrente di pensiero universale’, e non l’interpretazione e la personalizzazione alla nordica italica maniera, – sul piano internazionale, nasce come un movimento favorevole all’autodeterminazione dei popoli, contrapponendosi al nazionalismo e all’imperialismo occidentale; è una corrente di pensiero che si batte per modificare la vita sociale ed economica delle classi meno abbienti e in particolare del proletariato.
Il difetto, pertanto, non sta nel pensiero della sinistra, in quanto ‘corrente di pensiero universale’, ma della sinistra italiana, così come in ogni e qualsiasi manifestazione della politica e del pensiero italiano nei confronti dei meridione e della Sicilia in particolare”.
Santo Trovato è stato un punto di riferimento per tutto il mondo indipendentista siciliano. Per la sua conoscenza della questione siciliana, che è sinonimo di “questione sociale siciliana”, per la sua libertà intellettuale, per la sua intelligenza critica che non ha mai fatto sconti a nessuno. In un mondo, quello dell’indipendentismo siciliano, fatto di troppi aspiranti generali, Santo, pur avendo tutte le caratteristiche di un leader carismatico, non ha mai esitato a farsi da parte per il bene della causa siciliana. Non gli interessava la fama, ma il progresso del suo popolo.
Una persona gentile e disponibile che non ha mai arricciato il naso dinnanzi all’ignoranza della sua gente (la mia, innanzitutto) riguardo a fatti fondamentali della storia siciliana, quella vera. Con pazienza e umiltà, ha sempre condiviso la sua conoscenza come un dono d’amore per la sua Sicilia.
A lui ci si rivolgeva- e non solo chi scrive- anche nei momenti di tensioni e di difficoltà legate al variegato mondo indipendentista. Riusciva, con le sue analisi e con il suo sorriso, a fare volare alto, a fare dimenticare le miserie e gli inutili isterismi. La Sicilia prima di tutto e quella selezione naturale che lascerà fuori i finti guerrieri.
Santo era una persona gentile, quella gentilezza che nasce da un animo puro. Ruvido, al tempo stesso, dinnanzi ad ogni forma di ipocrisia, ad ogni lettura superficiale dei fatti politici, ad ogni tipo di strumentalizzazione. Tante le sue battaglie che, come detto, ricorderemo insieme a voi, nei prossimi giorni.
In pochi dimenticheranno il suo discorso a Niscemi, in occasione di un raduno No Muos. Santo era arrabbiatissimo: quella era una lotta del popolo Siciliano in difesa della salute e in difesa del pacifismo. Qualcuno, a suo dire, aveva trasformato quella lotta in una lotta di bandiere, condannandola al fallimento. E aveva ragione. Le bandiere erano quelle rosse a lui carissime, ma nulla avevano a che fare con la lotta di un intero Popolo che andava riunito sotto un’unica bandiera: quella Siciliana.
Questo era Santo. Uno che non le mandava a dire nemmeno quando i colori potevano essere a lui graditi.
Santo ha militato nel MIS, ma la sua libertà intellettuale non gli ha consentito di rimanere in un movimento che si era avvicinato troppo ai potenti di turno. Ha fondato un suo movimento, Siciliani in Movimento, con il quale ha organizzato la prima marcia per l’indipendenza a Palermo. Poi non ha esitato a scioglierlo, rinunciando alla sua bandiera, per confluire in Siciliani Liberi, perché, come diceva Goethe, soltanto chi non ha bisogno di comandare è davvero grande.
Santo lascia un vuoto incolmabile. Solo i suoi insegnamenti potranno rendere meno dolorosa la sua mancanza.
Addio amico mio, addio maestro, addio leader incontrastato del socialismo indipendentista. Addio Siciliano libero, Siciliano vero.
Non ti dimenticheremo mai.
An.tu.do.
A Piera Battanin, sua splendida e amatissima moglie, compagna di vita e di tutte le battaglie, e a suo figlio, Fabrizio, le più sentite condoglianze da tutta la redazione de I Nuovi Vespri.
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"Santo ha militato nel MIS, ma la sua libertà intellettuale non gli ha consentito di rimanere in un movimento che si era avvicinato troppo ai potenti di turno.".
Trovo altamente fuori luogo, in un momento di così profondissimo dolore per tutti noi indipendentisti, una chiosa come questa , soggettiva, opinabile e strumentalizzante! Una caduta di stile!
Mi perdoni, ma è la verità. Io trovo fuori luogo la sua precisazione, parla con una persona che conosceva bene Santo e che lo ha anche intervistato in quell'occasione.
Antonella Sferrazza
Conoscevo bene anch'io Santo, posso confermare , era il suo pensiero e motivazione.
Un amico, un fratello, un patriota unico.Spiegava tutto con una semplice metafora, ogni volta una nuova, un piacere ascoltarlo.
Antudo Santo
Santo per me era prima di tutto un amico, mi voleva bene e tanto gliene volevo anch'io. Ricordo quando vivevamo nella stessa città all'"estero" e ci incontravamo per discutere di Sicilia, per me è stato un po' un maestro, ma anche un punto di riferimento. Questa notizia mi addolora profondamente, sarà più difficile la lotta senza di lui, ma libereremo la Sicilia anche per lui: quel che ha dato per la nostra causa non deve essere vanificato.