Per carità, se si tratta di soggetti che lavoravano in questo settore nei Comuni prima dell’avvento degli ATO rifiuti, è giusto assumersi. Ma se sono stati assunti dagli ATO rifiuti per chiamata diretta, grazie alle intercessioni di politici e sindacalisti, perché dovrebbero essere assunti? Perché lo prevede una legge regionale che andava impugnata? I sindacalisti della CISL siciliana non vogliono capire che nella pubblica amministrazione si entra per concorso
Come sono stati assunti i circa 13 mila dipendenti degli ormai ex ATO rifiuti? Ci sono stati concorsi pubblici? No, perché gli ATO rifiuti erano società per azioni costituite da Comuni. Così le assunzioni sono state ‘pilotate’ per chiamata diretta dalla politica e dai sindacati. Assunzioni clientelari. Assunzioni fatte a umma umma da soggetti privati – gli ATO rifiuti – grazie alle segnalazioni (clientelari) di politici e sindacalisti. Personale – quei sta il bello – pagati con i fondi pubblici.
Dopo di che l’Ars ha approvato anche una legge per tutelare quelli che politici e sindacalisti hanno fatto assumere a umma umma. Della serie: al posto degli ATO rifiuti sono arrivate le Srr, le Società per la regolamentazione del servizio rifiuti? Bene, che siano questa ultime ad assumere e a pagare il personale assunto a umma umma da politici e sindacalisti.
Questa è la legge ‘tribale’ delle assunzioni alla siciliana. Peccato, però, che i Comuni dell’Isola siano stati lasciati senza soldi. Con quali soldi, infatti, dovrebbe essere pagato questo personale? E perché dovrebbero assumerli?
Poi ci sono Comuni che hanno deciso di gestirsi il servizio facendo a meno di questo personale. Tra questi c’è il Comune di Bagheria, in provincia di Palermo. Cosa, questa, che non è mai andata già alla CISL siciliana, che segue con particolare ‘apprensione’ la sorte dei lavoratori degli ATO rifiuti (chissà perché…).
“La vicenda delle assunzioni dei 15 netturbini da parte dell’Amministrazione comunale guidata dal sindaco Patrizio Cinque, certifica ancora una volta il caos nel settore dei rifiuti in Sicilia, con un livello di responsabilità che è certamente politico, istituzionale e burocratico”, scrivono in un comunicato Dionisio Giordano, segretario regionale Fit CISL Ambiente, e Alessandro Miranda, della Fit Cisl provinciale (supponiamo della provincia di Palermo ndr) dopo l’assunzione di 15 netturbini al Comune di Bagheria invece dei 27 lavoratori ex Coinres aventi diritto.
E qui la prima domanda ai signori della CISL siciliana: perché il personale Coinres avrebbe diritto all’assunzione?
“Il governo della città di Bagheria – prosegue la nota della CISL siciliana – che nelle intenzioni avrebbe dovuto distinguersi dagli errori della politica del passato, calpesta la normativa vigente in materia di assunzione e utilizzo del personale del settore dei servizi ambientali; 27 i lavoratori aventi il diritto secondo quanto stabilito dalla legge 9 del 2010, che dovrebbero rientrare in servizio a Bagheria e che invece restano disoccupati. Piuttosto si è preferito creare ulteriore precariato con queste assunzioni fuori norma””.
Il “diritto” di questi lavoratori – come abbiamo già accennato – non è sancito dall’aver sostenuto un concorso pubblico, ma da una legge regionale che ha stabilito, non abbiamo capito a che titolo, che questo personale ha ‘diritto’ all’assunzione. A meno che non si tratti di personale che lavoravano nei Comuni in questo settore prima dell’avvento degli ATO rifiuti e che era stato assunto per concorso.
Perché il personale assunto dagli ATO rifiuti senza concorso dovrebbe avere ‘diritto’ all’assunzione?
Secondo la Federazione Trasporti e Ambiente della CISL, “il Commissario di nomina regionale continua a non esercitare i poteri sostitutivi e sanzionatori previsti dalle ordinanze del Presidente della Regione. Già nel mese di febbraio abbiamo posto insieme agli altri sindacati all’attenzione delle Procure della Repubblica di Palermo e Termini Imerese e della Procura Regionale della Corte dei Conti la vicenda relativa al bando di assunzione per gli opportuni accertamenti sotto i profili civili e penali; oggi assistiamo all’assunzione”.
Se non abbiamo capito male, la Giustizia – penale e contabile – dovrebbe sanzionare chi non rispetta una legge regionale che ha stabilito che il personale assunto per chiamata diretta dagli ex ATO rifiuti debba essere assunto dal soggetto pubblico che è subentrato agli stessi ATO rifiuti.
“Il girone dantesco nel quale si trovano molti dei diecimila addetti dei servizi ambientali in Sicilia – leggiamo sempre nel comunicato della CISL siciliana – e più in generale il sistema rifiuti dell’Isola, l’apparente condivisione di chi ha l’obbligo di intervenire e allo stato attuale non lo ha fatto, l’incoerenza manifesta di chi, anche sul fronte sindacale, sottoscrive le note per le Procure e poi consente a propri rappresentanti di partecipare al bando, generano un clima di amarezza di confusione e di sconcerto, ma non certamente di rassegnazione. Noi continueremo a tutelare i lavoratori anche attraverso le denunce pubbliche e nelle opportune sedi, perché possa prevalere il diritto e la legalità”.
P.S.
I signori della CISL siciliana provano “sconcerto” perché il personale ex Ato rifiuti (che ora sono diventati 10 mila: ma a noi ne risultavano 13 mila) non vengono assunti dalle pubbliche amministrazioni senza aver superato alcun concorso. Noi, invece, proviamo sconcerto nel leggere che un’organizzazione sindacale continua a chiedere assunzioni senza concorso nella pubblica amministrazione della Sicilia.
E non ci vengano a dire che c’è una legge regionale che lo prevede: la legge richiamata dalla Cisl è uno dei tanti esempi di utilizzazione errata dell’Autonomia legislativa della Sicilia.
Ribadiamo: se questo personale lavorava nei Comuni prima dell’avvento degli ATO rifiuti – ed è stato assunto con concorso – non fa dire sull’assunzione. Ma il personale assunto dagli ATO rifiuti senza concorso perché dovrebbe essere assunto? Quali diritti in più hanno verso gli altri disoccupati?
Gli ATO rifiuti – come gli ATO idrici – sono stati strumenti efferati di clientele: hanno assunto personale per chiamata diretta in quanto società di capitali, e quindi ‘private’, e hanno pagato gli assunti con il denaro pubblico. E, adesso, questo ‘babbio’ dovrebbe continuare.
Nulla contro questo personale: solo la constatazione che tutti i disoccupati hanno diritto al lavoro, anche chi non è stato raccomandato da politici e sindacalisti.
A questi lavoratori diciamo: non fatevi prendere in giro. I Comuni siciliani sono senza soldi. L’unica via da percorrere, insieme a tutti gli altri disoccupati della Sicilia, è il reddito di cittadinanza.
La verità è che in Sicilia, spesso, sindacalismo e clientelismo sono sinonimi…
A proposito: ma che fine hanno fatto gli spazzini che lavoravano nei Comuni prima della legge ‘intelligente’ sugli ATO rifiuti?
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