Migranti bancomat della ‘ndrangheta, Cantone: “E’ solo la punta dell’iceberg”

15 maggio 2017

La retata di stamattina in Calabria è l’ennesima prova di un affare sporchissimo che fa arricchire clan e cooperative vicine ai politicanti, mentre mette a dura prova la resistenza dei territori e la sicurezza dei cittadini. il presidente dell’Autorita’ Nazionale Anti-Corruzione dice la sua. Mentre il Movimento 5 Stelle parla di “migrantopoli”. Da non sottovalutare il fatto che l’associazione Fraternita della Misericordia è arrivata fino a Lampedusa…

Solo una settimana fa, il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, lo aveva ribadito dinnanzi alla Commissione Antimafia: “C’è una massa di denaro destinata all’accoglienza dei migranti che attira gli interessi delle organizzazioni mafiose e dico questo sulla base di alcune risultanze investigative”.  Il magistrato che ha avuto il coraggio di sfondare il muro dell’ipocrisia sull’accoglienza dei migranti e sollevato più di un dubbio sul ruolo delle Organizzazioni non governative, aveva ragione. Ma non aveva detto nulla di nuovo. E non ci riferiamo solo al rapporto Europol-Interpol che ha attribuito alla criminalità  internazionale la responsabilità del traffico di migranti, ma anche alle numerose inchieste italiane (dal Cara di Mineo a Mafia Capitale) che hanno mostrato come, al di là dei buonisti e degli affaristi, quello dei migranti sia senza ombra di dubbio un business ed evidentemente anche ad altre indagini in corso.

La retata di stamattina in Calabria è l’ennesima prova di un affare sporchissimo che fa arricchire clan e cooperative vicine ai politicanti, mentre mette a dura prova la resistenza dei territori e la sicurezza dei cittadini.

Dalle indagini della Dda di Catanzaro – come ci hanno raccontato le agenzie di stampa- è emersa un’infiltrazione della ‘ndrangheta in tutte le attività imprenditoriali connesse al funzionamento dei servizi di accoglienza del Cara “Sant’Anna” di Isola Capo Rizzuto. L’inchiesta `Jonny`ha portato al fermo di 68 persone accusate di associazione di tipo mafioso, estorsione, porto e detenzione illegale di armi, intestazione fittizia di beni, malversazione ai danni dello Stato, truffa aggravata, frode in pubbliche forniture e altri reati di natura fiscale, tutti aggravati dalla modalità mafiose. La cosca facente capo alla famiglia Arena, come si legge sul Corriere della Sera, controllava, a fini di lucro, la gestione del centro di accoglienza per migranti nel Cara “Sant’Anna” di Isola Capo Rizzuto grazie alla collusione con esponenti della “Fraternita di Misericordia”. Sempre secondo gli investigatori, il tramite era Leonardo Sacco, governatore della Misericordia, che ha permesso di aggiudicare a imprese create ad hoc dai mafiosi gli appalti indetti dalla Prefettura di Crotone per le forniture dei servizi di ristorazione presso il centro di accoglienza di Isola di Capo Rizzuto e di Lampedusa. Tra i fermati c’è anche il parroco 70enne di Isola Capo Rizzuto, don Edoardo Scordio.

Leonardo Sacco è considerato il ras dei centri di accoglienza e come accennato le sue mani sono arrivate fino a Lampedusa. Chissà che qualche inchiesta non rivelerà qualcosa anche sul centro lampedusano. (Tre mesi fa  L’Espresso aveva raccontato nei dettagli  il ruolo di Sacco e della ‘ndrangheta (famiglia Arena) nella gestione del grande centro calabrese per rifugiati). 

Di certo non possiamo meravigliarci: solo gli ingenui continuano a difendere la politica dell’accoglienza del nostro Paese che, di fatto, ha finito per alimentare la criminalità.

Certo è anche che, come ha detto oggi il presidente dell’Autorita’ Nazionale Anti-Corruzione, Raffaele Cantone all’Agi, è “che la vicenda non meraviglia e che siamo solo dinnanzi alla punta di un iceberg”. 

Intanto, infuria la polemica politica:  “Migrantopoli è una realtà che deve essere smantellata al più presto.- si legge sul blog di  Beppe Grillo- I centri di accoglienza sono una gallina dalle uova d’oro”. Poi commenta le foto con l’arrestato Leonardo Sacco: “Tutti i partiti che hanno governato hanno avuto a che fare con lui. Proprio come con Buzzi per Mafia Capitale. Dal Cara di Mineo a Crotone passando per la malagestione di Lampedusa… guarda caso, sempre tutti amici del Ministro Alfano. Alfano, la misura è colma: dimissioni subito!”.
“Dopo Mafia Capitale, adesso la ‘ndrangheta. Il M5s nel 2014, dopo una visita al Cara di Crotone dell’europarlamentare Laura Ferrara, aveva denunciato in un esposto il malaffare nella gestione del centro più grande d’Europa. L’operazione della Dda di Catanzaro, che ha portato in carcere 68 persone, conferma i nostri dubbi” affermano i 5 Stelle che ricordano come in occasione di una visita al Cara di Sant’Anna di Crotone il M5s ha “scoperto che il Ministero dell’Interno ha misteriosamente avocato a se tutti i documenti nonostante la convenzione siglata con la cooperativa stabilisca diversamente. Perché? Cosa voleva nascondere l’allora Ministro Alfano?” scrive il M5s che si interroga pure su Lampedusa.

“Oltre a gestire il centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto, la confraternita della Misericordia ha nel 2014 vinto anche l’appalto di quello di Lampedusa. Vogliamo vederci chiaro anche lì”. Inoltre, “l’Europa non può lavarsi le mani se i propri fondi vanno ad arricchire le mafie. Il Regolamento di Dublino impone all’Italia di trattenere i rifugiati sul proprio territorio anche quando vogliono raggiungere i loro parenti in altri Paesi europei. Questa è la trappola in cui nasce il business dell’immigrazione. Bisogna prosciugare i pozzi di questo business, ecco perché al Parlamento europeo abbiamo presentato una proposta di riforma del Regolamento di Dublino”.

Alfano si difende: “Gli esperti di social media hanno trovato (nel profilo di Sacco, ndr.) una galleria fotografica di personaggi di altissimo livello e con tutti i principali protagonisti della politica italiana, e non solo della politica. Facendo politica, ciascuno ha migliaia di foto: per carattere, non mi sottraggo quando mi chiedono una foto. E non mi pare – ha concluso – che sia stato introdotto nell’ordinamento giuridico italiano il reato di fotografia”.
Ma al di là delle polemiche politiche è chiaro che le responsabilità politiche nel caos della gestione del fenomeno migranti – basta guardare al capitolo appalti e affidamenti diretti e alle inchieste catanesi e romane- ci sono. E sembrano alquanto trasversali.

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