Il M5S e la trappola degli infiltrati: i grillini usati per fare da taxi?

10 maggio 2017

Le pesantissime polemiche che hanno travolto il candidato sindaco di Palermo, Ugo Forello, non riportano in primo piano solo i dubbi sui furbetti dell’antiracket, ma anche quelli legati ad ‘esterni’ che potrebbero usare il movimento per la scalata elettorale. In questo caso l’obiettivo sarebbe più ambizioso delle comunali: le elezioni regionali di novembre della Sicilia

L’ultima polemica che si è abbattuta sul candidato sindaco di Palermo del M5S, Ugo Forello, è pesantissima e, con ogni probabilità, è destinata a compromettere definitivamente il sogno dei grillini di conquistare il capoluogo siciliano. La vicenda dell’audio diffuso sul web , al di là delle minacce di querela e dei comunicati di solidarietà al candidato palermitano, ha colpito non poco anche quella parte di opinione pubblica che, fino a pochi giorni fa, si dichiarava fedele al Movimento 5 Stelle, a prescindere dal nome del candidato.

In effetti, lo spaccato che emerge da quella conversazione tra l’addetto alla comunicazione M5S e i parlamentari Riccardo Nuti, Giulia Di Vita, Claudia Mannino (coinvolti  nell’inchiesta sulle firme false)Loredano Lupo e Chiara Di Benedetto,  non può non lasciare segni.

Per diverse ragioni. La prima è legata al contenuto stesso della registrazione. Si parla, come sappiamo, della gestione di Addiopizzo da parte di Ugo Forello, definita “poco trasparente”. E del probabile conflitto di interessi degli esponenti di Addiopizzo, presenti sia nel comitato del ministero degli Interni che gestisce il fondo per i risarcimenti agli imprenditori estorti sia appunto nei collegi difensivi degli stessi imprenditori.

“Un circuito meraviglioso” grazie al quale la gestione dei fondi antiracket si trasformerebbe in un vero e proprio business. Alimentato anche dalla gestione dei fondi del PON Sicurezza (un milione di Euro) e protetto attraverso l’allontanamento di collaboratori scomodi. Se i contenuti di quella registrazione corrispondo al vero, è chiaro che ci troviamo dinnanzi ad un ‘altra farsa: dopo quella dell’antimafia, anche quella dell’antiracket.

Non che siano mancati sospetti prima di ora. Sappiamo che anche la Commissione Antimafia se ne è occupata e che le sue indagini sono rimbalzate agli onori della cronaca proprio in occasione della candidatura di Forello.

Ma la ragione per cui questa vicenda è destinata a segnare pesantemente le sorti del M5S è prettamente politica. Nell’audio si parla di una scalata dei professionisti dell’antiracket all’interno del M5S. Un particolare che non è inedito e di cui, all’interno dello stesso movimento, si è parlato ampiamente durante le comunarie. Ricordate? Riccardo Nuti denunciava apertamente l’infiltrazione di soggetti esterni al M5S e si riferiva proprio a Forello.

Non era il solo. La base dei grillini sentiva puzza di bruciato. In questo articolo, intitolato I professionisti dell’antiracket provano a colonizzare il M5S avevamo dato voce a questi dubbi.

Ora, ammesso e non concesso che le cose stiano come volevano quei sospetti, c’è da chiedersi quali conseguenze possano avere eventuali infiltrati sul M5S siciliano e, domanda da un milione di dollari: chi li manovra a livello politico?

C’ è chi pensa che il disegno è abbastanza chiaro: i partiti tradizionali perdono consensi e siccome i grillini li guadagnano, ecco che cercano di rubargli il ‘modulo’ infiltrando soggetti tra i candidati grillini: sono note le polemiche esplose a Genova, dove Grllo ha contestato la candidata poi messa fuori messa fuori; mentre a Palermo – perché di fatto è successo questo – hanno fatto fuori il nucleo storico per metterci Forello. 

E’ così? Se così fosse, l’interesse dei manovratori andrebbe certamente al di là della guida della città di Palermo. In ballo c’è qualcosa di più grosso: la scelta dei candidati alle regionali nel collegio di Palermo e non solo. Il M5S è dato tra i favoriti nella corsa alle regionali. Il rischio è che i grillini facciano da ‘taxi’ a soggetti legati alla vecchia politica che poi si piazzerebbero al governo della Regione. Sarebbe una beffa colossale e, come sempre, il caso si risolverebbe secondo il solito teorema del cambiare tutto per non cambiare nulla.

Si tratta, ovviamente solo di ipotesi. Resta il mistero di una candidatura, quella di Forello, per il quale Grillo ha sacrificato il nucleo storico del suo movimento e causato forti malumori nella base.

Ne valeva la pena?

 AGGIORNAMENTO

Apprendiamo da Repubblica Palermo che Ugo Forello è a Roma per discutere del caso con i vertici del Movimento. Intanto, sul suo profilo Facebook il deputato Chiara di Benedetto interviene sul caso:

“In merito all’audio che circola da alcuni giorni in rete, è necessario precisare alcune cose: i partecipanti alla riunione oggetto della registrazione, erano pienamente consapevoli e concordi alla registrazione della conversazione. Io e i miei colleghi non abbiamo ‘rubato’ nulla, non siamo ‘ladri’. Aggiungo che ho dato mandato al mio avvocato di querelare chiunque affermi il contrario. Non siamo i responsabili della diffusione dell’audio – aggiunge Di Benedetto – E’ vero, piuttosto, che l’audio e’ agli atti come prova processuale per la difesa, depositato presso la Procura di Palermo, dalla quale, è sotto gli occhi di tutti, vi e’ una costante fuga di notizie che subiamo da mesi. E’ evidente il tentativo di distogliere l’attenzione dal contenuto dell’audio. Mi auguro che la Procura voglia fare chiarezza e che venga aperto al piu’ presto un fascicolo nell’interesse dei cittadini e anche del Movimento 5 stelle che continuero’ sempre a difendere da chi vuole fermarlo”.

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