Milioni di cittadini europei, oggi, stanno provando, con una legge d’iniziativa popolare, a dire basta al glifosato. All’Italia mancano 20 mila firme. Sabato in tutte le piazze italiane sarà possibile firmare la petizione (che può essere firmata anche on line). I cittadini, insomma, si possono ribellare alle multinazionali. E, di fatto, possono contraddire il voto favorevole del Parlamento europeo sul CETA, il trattato internazionale UE-Canada che riguarda, anche, il grano duro canadese fatto maturare con il ricorso al glifosato
L’appuntamento è per sabato 13 maggio, quando in tutte le piazze italiane ed europee si raccoglieranno le firme per dire “No” all’Unione Europea che vorrebbe riempire le nostre vite di altri dieci anni di glifosato, l’erbicida più diffuso nel mondo che ormai ritroviamo in tanti alimenti, a cominciare dai derivati dal grano. Sabato prossimo si raccoglieranno le firme per l’ICE, la legge di iniziativa popolare per dire #StopGlifosato, cosa che è possibile fare firmando la petizione on line (che potete leggere qui).
Ormai abbiamo capito tutti cos’è oggi l’Unione Europea e quali interessi difende. Contrariamente alle balle che ci raccontano, oggi la UE è fortemente condizionata delle multinazionali. Nel caso del glifosato (o gliphosate), l’Unione Europea sta difendendo gli interessi di una delle più grandi multinazionali del mondo: la Bayer-Monsanto (che ormai operano insieme, come potete leggere qui).
I lettori di questo blog – grazie alla battaglia che stiamo conducendo in difesa del grano duro siciliano – conoscono molto bene quali sono gli effetti del glifosato sull’organismo umano e le patologie che provocano (qui potete approfondire gli studi scientifici internazionali sull’argomento).
Insomma, non ci sono più alibi per bandire il glifosato dalle nostre vite. La stessa Germania – di certo il Paese che oggi ha grande voce in capitolo sulle scelte dell’Unione Europea – oggi è in grande difficoltà. Da un lato, infatti – come già accennato – c’è la Bayer, storica multinazionale della farmaceutica che oggi opera di concerto con la Monsanto (la multinazionale americana che ha lanciato il glifosato nel mondo), che, ovviamente, vorrebbe avere altri dieci anni di ‘business’ con il glifosato; ma dall’altra parte ci sono i cittadini tedeschi che, avendo promosso, ad esempio, le analisi sulla birra, hanno scoperto che anche la loro bevanda preferita contiene glifosato!
(In Germania le analisi sugli alimenti si possono effettuare, in Italia, invece, i potenti stanno cercando in tutti i modi di fare sparire le analisi che GranoSalus ha effettuato su otto marche di pasta che – ma guarda che caso! – contengono, tra le altre cose, anche il glifosato: qui le analisi sulle otto marche di pasta di GranoSalus).
“In questi giorni – si legge in un comunicato delle associazioni che si battono per liberare l’Europa dal glifosato – il commissario UE per la Salute e la sicurezza alimentare, Vytenis Andriukaitis, ha sostenuto le conclusioni di EFSA e ECHA (rispettivamente l’agenzia europea sul cibo e quella per la sicurezza dei prodotti chimici) che hanno emesso dei pareri di non cangerogenicità per l’erbicida più diffuso al mondo, ma di ‘solo’ rischio per la salute degli occhi e l’inquinamento delle falde acquifere. Inoltre, il Copa-Cogeca, organizzazione dei sindacati agricoli e delle cooperative europee, ha scritto una lettera al presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, chiedendo all’Esecutivo UE il rinnovo dell’autorizzazione dell’erbicida per 15 anni”.
Insomma, per le ‘autorità’ europee il glifosato va bene!
“Ma, come hanno rivelato EU Observer e One World – leggiamo sempre nel comunicato – il parere dell’EFSA appare discendere direttamente da una relazione scritta dalla Monsanto, l’azienda produttrice del glifosato. Secondo le mail sequestrate da un tribunale statunitense, almeno due importanti studi scientifici su cui si è basata la decisione dell’agenzia europea per la sicurezza alimentare sono stati trasferiti direttamente dalla multinazionale a studiosi che poi li hanno firmati, avallandone l’indipendenza”.
“Non è un segreto per nessuno: sia l’EFSA che l’ECHA hanno ammesso di aver basato la loro decisione anche su studi prevenienti da Monsanto”, afferma Maria Grazia Mammuccini, portavoce della Coalizione #StopGlifosato. Che aggiunge:
“Il punto è quanto l’hanno basata sugli studi effettivamente indipendenti. Dopo che l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha messo il glifosato nella lista dei prodotti probabilmente cancerogeni, sollevando l’attenzione dei cittadini, quasi nulla sembra essere sfuggito al controllo delle multinazionali”.
“Per quello che riguarda le 45 associazioni che fanno parte della Coalizione, il problema non è rifiutare le evidenze scientifiche: noi chiediamo, al contrario, che gli studi vengano fatti nel rispetto dell’indipendenza della ricerca, pagati con soldi pubblici e non influenzati da chi produce. La politica europea non sta facendo il suo dovere”, ha aggiunto Maria Grazia Mammuccini.
Quasi 800 mila cittadini europei hanno già firmato l’Iniziativa ICE contro il glifosato, per costruire una legge ‘dal basso’ contro l’erbicida. L’Italia non ha ancora raggiunto il quorum: per farlo servono 20 mila firme entro la fine del mese.
“E’ importante che ci sia una mobilitazione generale delle persone che hanno a cuore la loro salute e quella dell’ambiente”, dice ancora Maria Grazia Mammuccini.
L’appuntamento centrale della campagna, lo ribadiamo, è per sabato 13 maggio nelle piazze italiane ed europee. Raccogliere queste 20 mila firme per dire No al glifosato.
La partita non è semplice. Perché dire “No” al glifosato, per l’Unione Europea, significherebbe mettere in discussione alcune parti del CETA, l’accordo commerciale internazionale tra la UE e il Canada.
In Canada, infatti, una parte della produzione di grano duro (circa 4 milioni di quintali all’anno, come potete leggere qui) viene prodotta proprio con il glifosato, utilizzato non per eliminare le erbe infestanti, ma per far seccare lo stesso grano artificialmente (lì il grano duro matura ad ottobre con il clima umido: da qui la maturazione artificiale che riempe le spighe di glifosato,come potete leggere qui).
Un eventuale “No” al glifosato avrebbe effetti anche in Italia,con particolare riferimento alle industria della pasta che oggi utilizzano anche il grano duro canadese.
Lo scontro, a questo punto, sarà duro: sul glifosato vincerà l’Unione Europea delle multinazionali, che ha già ‘incassato’ il sì del Parlamento Europeo al CETA grazie al voto favorevole dei Popolari e dei ‘presunti’ socialisti del PSE (in favore del CETA – questo è bene che i cittadini italiani lo sappiano – hanno votato il PD e Forza Italia, guarda caso le due forze politiche che si accingono ad allearsi in Italia e in Sicilia; contro il CETA hanno votato gli europarlamentari del Movimento 5 Stelle), o vincerà l’Europa che non vuole più essere avvelenata?
Di seguito l’elenco delle associazioni che aderiscono alla Coalizione italiana #StopGlifosato:
ACP-ASSOCIAZIONE CULTURALE PEDIATRI – AIAB – ANABIO- APINSIEME – ASSIS – ASSOCIAZIONE PER L’AGRICOLTURA BIODINAMICA – ASSO-CONSUM – ASUD – AVAAZ – CDCA – Centro Documentazione Conflitti Ambientali – CONSORZIO DELLA QUARANTINA – COSPE ONLUS – DONNE IN CAMPO CIA LOMBARDIA – EQUIVITA – FAI – FONDO AMBIENTE ITALIANO – FEDERBIO – FEDERAZIONE PRO NATURA – FORUM ITALIANO DEI MOVIMENTI PER L’ACQUA – FIRAB – GREEN BIZ – GREEN ITALIA – GREENME – GREENPEACE – IBFAN- ITALIA – IL FATTO ALIMENTARE- IL TEST – ISDE Medici per l’Ambiente – ISTITUTO RAMAZZINI – ITALIA NOSTRA – LEGAMBIENTE – LIFEGATE – LIPU-BIRDLIFE ITALIA – MDC-MOVIMENTO DIFESA DEL CITTADINO – NAVDANYA INTERNATIONAL – NUPA-NUTRIZIONISTI PER L’AMBIENTE – PAN ITALIA – Pesticide Action Network – REES-MARCHE – SLOW FOOD ITALIA – TERRA NUOVA – TOURING CLUB ITALIANO – UNAAPI-UNIONE NAZIONALE ASSOCIAZIONI APICOLTORI ITALIANI – UPBIO – VAS-VERDI AMBIENTE E SOCIETA’ – WWF ITALIA – WWOOF-ITALIA