Sentiamo il dovere di avvertire i ‘capi’ di quello che resta del PD siciliano e di Forza Italia (siciliana) di non affannarsi alla ricerca di candidati per la presidenza della Regione siciliana. I vari Miccichè, Raciti, Romano, Cardinale, Cracolici, Cuffaro, Marziano, Falcone e via continuando sono così distratti che non sanno nemmeno che saranno alleati. E magari non hanno ancora realizzato che il candidato unico alla presidenza della Regione siciliana lo sceglierà Renzi dopo essersi consultato con Berlusconi…
di Procopio da Cesarea
Non hanno ancora completato lo scippo di circa 370 milioni di Euro dal Fondo pensioni dei dipendenti regionali, e già pensano a come rioccupare la Regione siciliana. Siamo al ridicolo, ma loro, i protagonisti della vecchia politica siciliana, non se ne rendono conto.
Gianfranco Miccichè, Saverio Romano e Totò Cuffaro, lato centrodestra, s’illudono, con appelli tra il neo-melodico e il crepuscolare, di fermare la candidatura di Nello Musumeci, che ormai dallo scorso novembre gira in lungo e in largo l’Isola dicendo che lui è il candidato dei siciliani. Lo vorrebbero convincere a ritirarsi tra le arance di Catania, ma quello manco li calcola e tira dritto come un treno.
Rosario Crocetta e Davide Faraone, lato centrosinistra, si beccano come due celebri capponi (non sappiamo se di Renzo o di Renzi). Faraone – che alle elezioni comunali di Palermo, su probabile input romano, si divide tra Leoluca Orlando e Fabrizio Ferrandelli – vuole le primarie del centrosinistra per individuare il candidato alla presidenza della Regione. Crocetta – ‘tradito’ da Renzi che gli ha fatto firmare due ‘Patti scellerati’ contro i Siciliani per poi mollarlo di brutto, dicendogli a chiare lettere che non gli garantirà nemmeno uno strapuntino al Parlamento nazionale – si aggrappa alla poltrona di Palazzo d’Orlèans, meditando rimpasti della Giunta, nella speranza – vana – che gli ultimi sei mesi di legislatura gli portino chissà quali novità.
In questa politica pre-elettorale – ricordiamoci che tra meno di quaranta giorni si vota in tanti Comuni dell’Isola e che il prossimo novembre si vota per eleggere il nuovo presidente della Regione e il nuovo Parlamento siciliano – gli esponenti dei partiti di centrosinistra, PD in testa, e quello che resta del centrodestra (Forza Italia e Cantiere Popolare) sono legati da un sentimento comune: la disperazione.
Il PD e i partiti di centrosinistra sanno di avere distrutto la Regione siciliana, condannandola al fallimento. Sanno di avere massacrato i Comuni (con la connivenza di quasi tutti i sindaci di centrosinistra), sanno di avere distrutto le ex Province, sanno di avere tartassato famiglie e imprese, sanno di aver consentito al Governo romano di svuotare le ‘casse’ della Regione.
Da miserabili e ‘pataccari’ della politica – visto che tutti i soldi della Regione se li è presi Roma grazie al loro ‘ascarismo’ – come già ricordato, stanno tentando di ‘svuotare’ anche il Fondo pensioni dei dipendenti regionali. Si sono già presi oltre 170 milioni di Euro arraffando i contributi pensionistici dei dipendenti di quest’anno e dei prossimi due anni; e vorrebbero mettere le mani su altri 170 milioni di Euro sbolognando al Fondo pensioni beni immobili fatiscenti e deprezzati (la prima manovra gli è riuscita, la seconda si annuncia un po’ ‘acitigna’…).
Nella testa dei vari Crocetta, Faraone, Raciti, Cracolici, Marziano e via continuando, i soldi ‘razziati’ dal Fondo pensioni e i soldi del PSR (Piano di Sviluppo Rurale) dovrebbero servire a mitigare la voglia dei Siciliani di mandarli a casa. Con questi mezzucci da “dozzina” s’illudono di mitigare la perdita di consensi alle imminenti elezioni comunali.
Non va meglio nel centrodestra, dove Musumeci sta servendo a coloro i quali, cinque anni fa, lo hanno ‘pugnalato’, facendogli perdere le elezioni regionali, una vendetta fredda e calcolata: come già ricordato, va avanti come un treno, tirandosi dietro leghisti, ex di An, ‘pezzi’ di Forza Italia, centristi sparsi e persino personaggi un tempo seguaci di Raffaele Lombardo; contemporaneamente, non rescinde il filo sottile con quello che resta del centrodestra ufficiale e… li tiene attaccati…
Il risultato è che agli esponenti di ciò che resta del centrodestra siciliano rimangono, come si dice dalle nostre parti, cu l’occhi chini e i manu vacanti: pensavano di avere già vinto le elezioni con un centrodestra siciliano riunificato, con Musumeci messo di lato a coltivare agrumi e loro a comandare: Stefania Prestigiacomo presidente della Regione, Gianfranco Miccichè presidente dell’Ars e altri sogni; invece è Musumeci che, giocando d’anticipo, gli sta facendo fare la fine dei baccalà…
Comunque, noi ci sentiamo in dovere di ‘tranquillizzare’ i vari Crocetta, Miccichè, Cracolici, Romano, Raciti, Cuffaro, Firrarello, Marziano, Cardinale, Falcone, Castiglione, Vinciullo, La Via e via continuando.
Intanto vi comunichiamo che siete alleati.
Renzi e Berlusconi, a Roma, hanno deciso che in Sicilia PD e Forza Italia andranno insieme alle elezioni regionali. Per cercare di battere i grillini, considerati forti.
Della partita – cioè alleati con berlusconiani e PD – saranno anche gli alfaniani, ma non Alfano, che forse verrà candidato a Firenze, nel PD (in Emilia, dove di solito si candidano i ‘paracadutati’ del centrodestra intruppati nel centrosinistra, con Bersani messo di traverso, Alfano non lo farebbero nemmeno entrare).
Ci sarà un unico candidato alla presidenza della Regione siciliana. Che dovrà fare ‘sintesi’ tra la disperazione del PD e la disperazione di Forza Italia.
Il candidato di PD-Forza Italia non sarà selezionato dalle primarie ‘miste’ già sperimentate in modo fallimentare ad Agrigento.
Il candidato alla presidenza della Regione siciliana del centrosinistra-centrodestra verrà scelto da Renzi, ‘audito’ Berlusconi.
E inutile che Enzo Bianco a Catania continui a ‘cassariarsi tutto’, lanciando il nome di Piero Grasso, l’attuale presidente del Senato diventato celebre per i ‘canguri’. Grasso è un’invenzione di Bersani e, in ogni caso, non ha la faccia di uno che porta voti.
Molto più probabile che Renzi scelga una mezza Giusy Nicolini di queste: insomma, qualcuno per fare scena e sceneggiate.
Ah, dimenticavamo: perderete lo stesso. Come si dice dalle nostre parti, e scusate il ‘francesismo’, unn’aviti unni iri…