Il Cobas/Codir si infuria per l’approvazione dell’articolo 13 della Finanziaria. Annuncia che darà battaglia in tutte le sedi e svela i nomi di tutti i deputati che hanno detto sì “ad un atto politicamente ignobile che tra qualche anno pagheranno tutti i dipendenti regionali ma anche i cittadini siciliani…”
E’ durissima la reazione del Cobas/Codir dinnanzi all’approvazione dell’articolo 13 della Finanziaria 2017. Si tratta, come vi abbiamo detto qui, dell’operazione immobiliare a carico del Fondo pensioni dei dipendenti regionali che dovrebbe essere gestito da questi ultimi e che invece si ritroverà ‘snellito’ per decisione del Governo Crocetta. La norma è stata riscritta prima dell’approvazione e non ne conosciamo ancora i dettagli. Si tratterebbe solo di uno slittamento di due anni che prevede anche il ‘congelamento’ dei soldi nel caso in cui la vendita degli immobili non dovesse andare a buon fine. Ma la sostanza resta. Quanto basta per fare infuriare il sindacato dei regionali. Che promette battaglia e che svela i nomi dei deputati che hanno detto sì (sotto il verbale del voto):
“E’ stato compiuto un atto politicamente ignobile – si legge in un comunicato del Cobas/Codir- che tra qualche anno pagheranno tutti i dipendenti regionali ma anche i cittadini siciliani che per fare fronte alle spese correnti del bilancio 2017, volute dal “rivoluzionario” Rosario Crocetta, dovranno pagare contributi di solidarietà (i dipendenti) o maggiori tasse regionali (tutti i cittadini) per fare fronte al pagamento delle pensioni.
“Il governo regionale – con questa manovra imposta dal proconsole romano Alessandro Baccei – sta minando gravemente la stabilità finanziaria dell’ente previdenziale, imponendo l’immobilizzazione di quasi il 50% dei fondi dell’Ente in beni immobili, per una consistenza di circa 360 milioni di euro, senza i necessari requisiti di redditività e liquidità previsti dal regolamento del Fondo. Si tratta di immobili difficilmente commerciabili sul mercato e che abbisognano, invece, di almeno 50 milioni di euro di interventi di ristrutturazione e adeguamento (interventi che la Regione non ha mai fatto)”.
Ma il Cobas/Codir , maggiore sindacato del pubblico impiego regionale, darà battaglia in tutte le sedi giudiziarie “per arginare questo gravissimo attentato alla stabilità finanziaria del Fondo Pensioni”:
“Intanto, il sindacato chiederà una stringente verifica dei requisiti posseduti dai componenti del Fondo nominati dal governo regionale per verificare che non vi siano casi di incompatibilità che possano condizionare le scelte e l’autonomia dell’Istituto. Inoltre, attraverso il rappresentante sindacale nel collegio di sorveglianza verrà data battaglia per non procedere al trasferimento dei beni immobili, rivendicando – invece – l’immediato versamento delle risorse finanziarie dovute e trattenute ai lavoratori e che devono essere utilizzate non per le spese correnti del governo Crocetta ma per la obbligatoria costituzione del Fondo Pensioni. Contestualmente, il sindacato solleciterà la Presidenza del Consiglio dei Ministri per verificare la legittimità costituzionale della norma approvata chiedendo di impugnarla”.
Su questo ultimo punto sembra difficile che il sindacato avrà soddisfazione. Si vocifera, infatti, che parte delle risorse smobilitate del fondo potrebbero proprio finire nelle casse del Governo nazionale sotto forma di contributo al risanamento della finanza pubblica. La Regione già verso 1,3 miliardi di euro l’anno, una cifra sproposita e più di ogni altra regione. Non sarebbero abbastanza. In ogni caso, il fatto che la norma sia stata presentata dal Governo regionale come lo scheletro dell’intera finanziaria, lascia bene intendere che quei soldi andranno a coprire voci di spesa che con le finalità del fondo non c’entrano proprio nulla.
Vedremo. Intanto, ecco il verbale della votazione: