Sala d’Ercole ha approvato anche l’articolo 13 della Finanziaria che prevede lo ‘svuotamento’ del Fondo pensioni dei dipendenti regionali. Ma con una riscrittura che decifreremo quando avremo tra le mani il testo. Confusione sulle norme per i disabili gravi per i quali le uniche coperture finanziarie certe sono rappresentante dallo scippo di oltre 50 milioni di Euro dall’IRFIS. Risolto il problema dei dipendenti degli ex Sportelli multifunzionali
In un clima di grande confusione il Parlamento siciliano, ieri, ha approvato la Finanziaria 2017. E’ stata un’approvazione sofferta. Manca soltanto il voto finale, previsto per oggi. Il sì è arrivato anche per il contestatissimo articolo 13: ovvero la vendita di un lotto di beni immobili al Fondo pensioni. Anche se tutti scrivono che si è trattato di una vendita, in realtà non è una vendita, ma un’odiosa imposizione: il Fondo pensioni dei dipendenti regionali – che dovrebbe essere gestito da questi ultimi e che invece è gestito da un Governo che, da quando si è insediato, non ha mai fatto gli interessi della Sicilia – è stato costretto ad accettare di scambiare i soldi raccolti fino ad oggi per un lotto di immobili.
C’è stata, è vero, una riscrittura della norma, ma è comunque passato un principio allucinante, che è paradigmatico del momento storico che stiamo vivendo: il primato della finanza sulla politica e sulla stessa vita delle persone.
Tante altre norme sono rimaste nel cosiddetto ‘collegato alla Finanziaria’ che Sala d’Ercole dovrebbe esaminare e approvare a maggio (così almeno si dice).
Tornando al Fondo pensioni, non avendo ancora tra le mani il testo, siamo costretti a prendere per buono quello che abbiamo sentito e letto qua e là, tra comunicati stampa, giornali e blog.
Ribadiamo: non siamo nelle condizioni, in questo momento, di conoscere quanti soldi verranno scippati al Fondo pensioni della Regione. Da quello che abbiamo capito, gli stessi deputati che hanno votato sì a tale norma non sanno, ad esempio, qual è il valore degli immobili che, con una forzatura, hanno rifilato al Fondo pensioni dei dipendenti regionali. Dubbi anche sul pagamento del mutuo che grava anche sui proprietari privati degli immobili che fanno capo a Banca Intesa e Unicredit.
Duro l’intervento del parlamentare del Movimento Cinque Stelle, Giancarlo Cancelleri, che ha parlato di “truffa” e di “bugie dell’assessore-commissario di Renzi in Sicilia, Alessandro Baccei. Ma quest’ultimo, che alla fine ha messo in riga la maggioranza di centrosinistra dell’Ars, a cominciare dai parlamentari del PD, ha replicato sprezzante che “la matematica parla chiaro”, e se Cancelleri non la capisce è un problema suo.
La cosa incredibile di questa storia è che parlamentari eletti – parliamo degli esponenti del PD e, in generale, degli esponenti di centrosinistra – si siano piegati agli ordini di un personaggio che nessuno, in Sicilia, ha eletto e che può vantare solo il fatto di essere stato inviato in Sicilia da Renzi.
Andiamo alla norma che, lo ribadiamo, illustreremo meglio quando avremo tra le mani il testo approvato. Da quello che abbiamo sentito e letto, la norma è stata approvata con una riscrittura che non abbiamo capito se c’è o deve ancora essere formulata. Sappiamo – così almeno ci sembra di aver capito – che a questa riscrittura parteciperà anche l’opposizione.
Noi speriamo di aver capito male. Perché sarebbe gravissimo, sotto il profilo politico, se le opposizioni avessero partecipato alla riscrittura di una norma che interessa il Governo e che, piaccia o no, si configura solo come un vergognoso scippo ai danni dei dipendenti regionali. Anche su questo punto proveremo a capirne di più.
Da quello che abbiamo compreso, il Parlamento dell’Isola avrebbe deciso di spostare di due anni l’operazione, ‘congelando’ i soldi nel caso in cui la vendita degli immobili non dovesse andare a buon fine. Insomma. confusione e contraddizioni. Superfluo aggiungere – lo ribadiamo ancora una volta – che questa parte della legge andrà letta con attenzione.
Non possiamo comunque dimenticare che nei mesi scorsi, in previsione della manovra da 3 miliardi e mezzo di Euro che l’Europa dell’Euro ha imposto all’Italia, si è detto che le Regioni a Statuto speciale – e tra queste ovviamente la Sicilia – avrebbero dovuto partecipare con un contributo aggiuntivo.
Si vociferava, nei mesi scorsi, che lo Stato – che ogni anno, per il ‘risanamento’ dei propri conti scippa al Bilancio della Regione un miliardo e 300 milioni di Euro (una somma quasi pari a quella tolta alla ricca Lombardia!) – avrebbe dovuto pagare altri 700 milioni di Euro.
Erano voci. Ma non passa inosservata la coincidenza tra la manovra nazionale da 3 miliardi e mezzo di Euro e lo scippo al Fondo pensioni dei dipendenti regionali.
Un’altra norma attesa è quella per i disabili gravi. Norma che è stata approvata con la previsione di un mega-finanziamento pari a circa 240 milioni di Euro all’anno sulla carta. Perché sulla carta? Perché si tratta, in parte, di coperture che sarà impossibile garantire ogni anno e, in parte, tutte da verificare.
Per quest’anno le risorse dovrebbero essere assicurate dalle seguenti voci:
a) dal Fondo regionale di 36 milioni di Euro creato a marzo;
b) dal 10 per cento del Fondo regionale dell’Autonomie locali pari a 34 milioni di Euro: solo che questo Fondo, pari a 340 milioni di Euro, non è stato ancora erogato dalla stessa Regione ai Comuni: se ne deduce che, allo stato dei fatti, è una previsione di spesa fittizia;
c) 15 milioni di Euro dovrebbero arrivare dai trasferimenti ai Comuni dei fondi destinati ai all’abbattimento delle barriere architettoniche: questi fondi sono stati erogati?
d) 68 milioni di Euro dovrebbero arrivare dal Fondo nazionale per le non autosufficienze. Questa è una norma-burla, perché, per il 2017, questo Fondo nazionale è stato azzerato. La Regione ha a disposizione solo i fondi del 2016 che, incredibilmente, non ha speso, lasciando i disabili senza assistenza (come vi abbiamo raccontato qui). Tra l’altro, i fondi non spesi nel 2016 – almeno a noi risulta così – ammontano a un po’ più di 30 milioni di Euro: da dove spuntano questi 68 milioni di Euro? In più, a partire dal prossimo anno, il costo di questo servizio passerà a carico della sanità siciliana.
Domanda: ma soldi veri, in questa storia dell’assistenza ai disabili gravi ci sono, oltre ai circa 30 milioni di Euro del Fondo nazionale per la non autosufficienza del 2016 non spesi dalla Regione?
Sì, sono i 53 milioni di Euro che verranno scippati all’IRFIS, una sorta di banca regionale che dovrebbe sostenere le imprese e che, invece, andrà a sostituirsi ai soldi che lo Stato ha negato ai disabili gravi. Una totale follia che non potrà essere ripetuta il prossimo anno: tant’è vero che, per il prossimo anno, verrà sostituita dalle entrate dell’IVA (che spettano sì alla Regione, ma che in questo momento lo Stato trattiene, erogando alla stessa Regione solo una parte di tali entrate).
Un’altra voce di entrata dovrebbe essere costituita dalle tasse automobilistiche stimate in 27 milioni di Euro (stima vera?). A questi, a partire dal prossimo anno, si dovrebbero aggiungere i risparmi della Centrale unica degli acquisti: altra norma strana, perché la Centrale unica degli acquisti è stata pensata – almeno per la Sicilia – per togliere risorse al sistema Sicilia e per consegnare il pacchetto delle forniture a imprese non siciliane, secondo il modello economico ‘ascaro’ del centrosinistra siciliano.
Una norma approvata riguarda i circa 6 mila precari ASU che lavorano nella Regione. I quali passeranno sotto le bandiere degli LSU per un’improbabile stabilizzazione.
Il sì dell’Aula è arrivato anche per l’esenzione del ticket per gli inoccupati che fanno parte di un nucleo familiare con reddito che non superi 11 mila Euro. La norma era stata stralciata ed è stata ripescata – supponiamo – per accontentare una parte dell’opposizione in cambio di un sostanziale silenzio sulle vergogne di questa Finanziaria.
Un’altra norma apre uno spiraglio ai dipendenti dell’Associazione Regione Allevatori della Sicilia (ARAS), che potranno prestare servizio presso l’Istituto Zootecnico della Regione con contratti renziani, pardon, precari.
Approvata – almeno così ci è sembrato di capire – anche la norma che dovrebbe bloccare la decadenza dei sindaci dei Comuni che non approveranno i bilanci.
Le reazioni.
Ecco il gruppo parlamentare del Movimento Cinque Stelle:
“L’unica cosa buona di questa Finanziaria è che è l’ultima. Per fortuna non avremo più a che fare con pagliacciate di questo genere che mettono il degno sigillo su un’esperienza di governo che definire fallimentare è più che un eufemismo”.
“Tutte le manovre di Crocetta sembrano fatte con lo stampino: niente per lo sviluppo, per le imprese, per le famiglie e tante bandierine da sventolare sotto il naso dei propri elettori. Questa è stata forse ancora peggiore, nata già morta, bloccata per tre giorni sull’articolo 13 e condotta in porto, per il rotto della cuffia, una maggioranza inesistente”.
Su questa “torta rancida” non poteva non mancare una velenosa ciliegina che è arrivata in tarda serata.
“E soprattutto quasi in maniera occulta – dicono i deputati – col gioco delle riscritture e le votazioni veloci per alzata e seduta è stato quasi nascosto un vergognoso salvacondotto per i PIP, che hanno commesso reati contro l’ordine pubblico prima del 2013”.
Poco, pochissimo da salvare in questa manovra, come l’introduzione della figura del “caregiver” per i disabili o l’esenzione ticket per gli inoccupati, un vecchio pallino del M5S.
“Il caregiver – afferma Giancarlo Cancelleri – potrebbe essere la svolta umanitaria per la questione disabili. L’introduzione di questa figura consentirà, infatti, il doppio vantaggio di assicurare ai disabili cure amorevoli anche da propri familiari, consentendo a questi ultimi di avere un ‘ristoro’ che possa supplire alla propria impossibilità di recarsi al lavoro, non potendosi allontanare dai loro assistiti”.
La figura del caregiver è prevista in un emendamento del M5S all’articolo pro-disabili e si aggiunge agli altri 3 soggetti da cui i disabili potranno farsi assistere, e cioè gli accreditati all’albo regionale delle istituzioni socio assistenziali pubbliche e private, gli operatori iscritti al registro pubblico degli assistenti familiari e gli operatori OSA e OS”.
“Da salvare in questa Finanziaria – prosegue la nota dei grillini dell’Ars – anche l’esenzione ticket per gli inoccupati, un vecchio pallino del MoVimento, che da sempre ha cercato di fare diventare legge, sia con un ddl autonomo, sia con emendamenti alle varie Finanziarie”.
“La norma – dice la deputata Vanessa Ferreri – contempla la gratuità delle cure sanitarie, non solo per i disoccupati, ma anche per chi un lavoro non lo ha mai trovato e per i liberi professionisti che hanno cessato l’attività”.
“Attualmente in Sicilia, in tema sanitario – conclude la nota dei grillini – si fa distinzione tra inoccupati (coloro in cerca di prima occupazione) e disoccupati, garantendo l’esenzione dal ticket solo a questi ultimi”.
Pietro Alongi, parlamentare del Nuovo Centrodestra Democratico:
“Viva soddisfazione per il voto d’Aula favorevole al mio emendamento il quale inserisce all’interno del Fondo per disabilità e non autosufficienza aiuti rivolti alla categoria dei disabili psichici, in particolare per il pagamento delle rette dei pazienti ricoverati nella comunità alloggio, per legge obbligatoriamente a carico dei Municipi”.
“Questo, finalmente, permetterà ai sindaci di mettersi in regola e – prosegue il deputato – consentirà agli assistiti uno standard di vita adeguato, accanto a un significativo aiuto per le loro famiglie. Non si potevano fare discriminazioni fra i vari tipi di disabilità – precisa Alongi – e oggi si è trovata la soluzione equa”.
“Le comunità alloggio per disabili psichici – conclude il deputato – dopo la chiusura dei manicomi, nel ’99 sono state ascritte all’assessorato alla Famiglia con la costituzione di uno specifico capitolo, il 182519. Fino a quella data afferivano all’assessorato alla Sanità”.
Quello che il parlamentare Alongi dimentica di dire è che il Governo che appoggia ha deciso, qualche ano fa, di ridurre drasticamente l’intervento della Regione in favore dei disabili psichici.
Fino a qualche anno fa il 70% delle rette dei disabili psichici era a carico della Regione. Che ha deciso di pagare solo il 10%, caricando tutti i costi sui Comuni lasciati senza soldi.
certo, i Comuni, invece di organizzare ‘festini’ e pagare gli ‘amici’ con il ricorso ai debiti fuori bilancio potrebbero prima pagare le comunità per i disabili psichici. Ma le responsabilità della Regione – e in particolare del Governo – sono in ogni caso gravissime, perché è stato il Governo a decidere di versare appena il 10% del costo di questi disabili.
Roberto Di Mauro, capogruppo del Movimento per le Autonomie:
“Siamo di fronte all’ennesima operazione spregiudicata e spericolata di finanza creativa del Governo Crocetta e della pseudo-maggioranza che in Aula prova a sostenerlo fra uno scivolone e l’altro. Con immobili che è ormai acclarato non hanno alcun valore, basti pensare che già per tre volte si è provato a venderli all’asta senza alcun risultato, si pretende di dare garanzie ad una operazione che nel suo complesso non ha alcuna sostenibilità. Dopo aver rinunciato a miliardi di Euro che ci spettavano con i contensiosi, dopo aver portato il livello di tassazione ai livelli massimi possibili e aver assunto debiti per il prossimo trentennio, adesso il Governo Crocetta mette a gravissimo rischio il Fondo pensioni dei dipendenti, mettendo una ipoteca su una delle poche certezze rimaste nelle disastrate ‘casse’ regionali.”
Totò Lentini, parlamentare regionale:
“Un Governo incapace di reperire a Roma le risorse che spettano alla Sicilia, ricorre alle ‘patacche’ per racimolare qualche soldo ai danni del personale regionale. Il patrimonio che Crocetta vuole d’imperio fare comprare al Fondo pensioni è ancora valutato al prezzo di stima di anni fa, in piena bolla immobiliare, e senza considerare la mancata manutenzione di molte strutture. Il risultato è quello di rifilare al Fondo – che deve assicurare le pensioni al personale regionale, personale che versa obbligatoriamente allo stesso Fondo le ritenute sugli stipendi – delle vere e proprie ‘patacche’, senza tutelare i sacrosanti interessi dei dipendenti”.
“Il Fondo pensioni, infatti – aggiunge Lentini – è ormai da tempo privo dell’organismo di amministrazione che dovrebbe approvare l’operazione solo dopo averne valutato la congruità. Con la norma invece si compie l’ennesimo ‘scippo’ ai danni del personale regionale, considerato peraltro che la Regione è già debitrice di 118 milioni di Euro verso lo stesso Fondo, che si troverà gravato dell’onere improprio (per il quale non possiede la necessaria struttura di competenze tecniche) di amministrare e manutenere immobili, il cui valore effettivo ed il cui rendimento sono tutti da dimostrare”.
“Ennesimo colpo di coda – conclude Lentini – di un’esperienza di governo disastrosa che sta saccheggiando per incapacità le risorse della Sicilia”.
Adriana Vitale, ex sportellista, su facebook: il suo intervento riguarda la norma, approvata dall’Ars, che dovrebbe aver finalmente risolto il problema dei circa mille e 400 dipendenti degli ex Sportelli multifunzionali che dovrebbero riprendere al lavorare dopo tre anni di peripezie e di sofferenze.
“Chi pensa e dice che il nostro risultato sia il frutto della imminente campagna elettorale, mente sapendo di mentire, è intellettualmente disonesto, non conosce o fa finta di non conoscere un percorso lungo tre anni. Il nostro era un problema sociale serio. Sapevamo che era necessario sensibilizzare e coinvolgere i deputati in maniera trasversale come testimonia un appello fatto in tempi non sospetti, dove chiedevano una collaborazione tra di loro a prescindere dalla personale collocazione politica. Ci siamo messi al lavoro, abbiamo spiegato chi siamo, la nostra utilità professionale, i nostri drammi quotidiani, con dignità, senza mai piangerci addosso.
Le nostre legittime lacrime erano silenziose, il dolore di un progetto di vita frantumato che ognuno di noi manifestava con pudore. Fin da subito il nostro urlo silenzioso è stato raccolto da Vincenzo Figuccia, che ha squarciato il velo dell’indifferenza con una sensibilità poco comune per un politico.
Mariella Maggio, una grande donna, sempre coerente con se stessa, è riuscita ad abbattere il muro dell’indifferenza dentro le istituzioni.
Marcello Greco, che ha fatta sua la nostra battaglia e nel suo ruolo l’ha portata avanti fino allo sfinimento.
Santi Formica, che con la sua esperienza e competenza ha squarciato il velo dei luoghi comuni sulla nostra importanza professionale.
Toto Cordaro, i cui interventi intelligenti, puntuali, opportuni sono stati per noi motivo di conforto.
Nello Musumeci, la cui autorevolezza, umanità, sensibilità politica sono stati per noi preziosi.
Enzo Vinciullo, che ha preso a cuore il nostro dramma e ha mantenuto la promessa di portare a termine il suo personale impegno.
Giovanni Panepinto, che ha materialmente portato in commissione la nostra proposta di norma impegnandosi in prima persona per l’approvazione in commissione fino a risultato raggiunto.
Sergio Tancredi, il cui impegno in V e II commissione è stato determinante per raggiungere l’obiettivo,
Marco Falcone, che fin dall’inizio è stato per noi un’interlocutore importante che ha sposato la nostra vertenza.
Totò Lentini, Edy Tamajo e tutti gli altri deputati che anche in silenzio si sono fatti carico delle nostre istanze. Il nostro risultato è anche il vostro.
Grazie a tutti voi che con costanza e impegno avete posto fine ad una vera e propria ingiustizia.