La manovra economica e finanziaria 2017 verrà approvata entro il 27 aprile, cioè a metà della prossima settimana. Sarà una Finanziaria-gruviera: non solo non ci sono i 162 milioni di Euro dell’accordo Stato-Regione, ma verrà ‘svuotato’ anche il Fondo pensioni dei dipendenti regionali. Ieri scontro in Aula sui fondi per Ortigia e Agrigento. Qualche timore per i 26 milioni di Euro di debiti fuori Bilancio dell’EAS (danno erariale?). Continua la farsa sui disabili. Altri timori per un possibile mezzo smantellamento del Servizio 118 a Messina e dintorni
Mentre la Sicilia affonda, se è vero che ormai la mancanza di risorse finanziarie colpisce indistintamente ogni angolo della pubblica amministrazione della Regione e dei Comuni (le ex Province ormai non le nominiamo più, condannate al buio della storia), nel Parlamento dell’Isola è ormai uno scontro continuo. Ieri, dopo un giorno di polemiche e contumelie, con ripetuti vuoti d’Aula (deputati che scappano per far mancare il numero legale) la giornata parlamentare si è chiusa con un nulla di fatto.
Ma la giornata di ieri non fa testo. Anche se non sembra, i giochi ormai sono fatti. Mancano solo alcuni dettagli per trovare la ‘quadra’ dentro la maggioranza di centrosinistra. In ogni caso la Finanziaria 2017 dovrebbe essere approvata entro il 28 aprile. Il motivo lo spiega il parlamentare Marcello Greco:
“Il 28 aprile comincia il congresso del PD. E i parlamentari di questo partito non potranno più essere presenti a Sala d’Ercole. Ne deduco che, tra il 26 e il 27 aprile la manovra di approverà. Tutte le altre cose sono chiacchiere”.
Si approverà una manovra-gruviera. Surreale, ad esempio, quanto sta succedendo per i disabili gravi. Dopo trasmissioni televisive, attori che piombano a Palermo per difendere i disabili e recite varie, è finalmente stata scoperta l’acqua calda: i soldi non ci sono né per i disabili gravi, né per le IPAB, né per il trasporto degli studenti disabili (come abbiamo scritto ieri qui).
La verità è che Roma ha ‘svuotato’ le ‘casse’ della Regione. E ha ridotto di due terzi i fondi per le attività sociali, passati da 50 milioni all’anno a circa 17 milioni di Euro all’anno (il riferimento è alla legge nazionale n. 328 del 2000). Ma questo non si deve dire, per non disturbare i manovratori romani. A parte qualche parlamentare dell’Ars che ha sollevato il tema che ha mandato in quasi-bancarotta la Regione (come Santi Formica), tutto rimane nel vago. Con i deputati che discutono di finanziare questa o quella iniziativa, ben sapendo che, nella Finanziaria 2017, ci sono entrate che non si materializzeranno mai.
Questo blog lo scrive da tempo: gli unici soldi veri di questa manovra economica e finanziaria 2017 sono nel Bilancio a legislazione vigente (sanità, pagamento degli stipendi e altre spese obbligatorie), mentre nella Finanziaria, in molti casi, di discute del nulla mescolato col niente.
Incredibile quello che succede con i 162 milioni di Euro frutto dell’accordo sull’articolo 36 dello Statuto. Stato, Governo regionale e maggioranza di centrosinistra che governano la nostra sempre più disastrata Isola hanno riscritto le norme di attuazione di questo articolo. Ma adesso Roma – che ha appioppato alla Regione una serie incredibili di penalizzazioni – non ha i soldi per onorare gli impegni assunti.
Così i 162 milioni di Euro di entrate dello Stato – che non ci sono – sono stati iscritti nella Finanziaria 2017 come accantonamenti negativi: con questi soldi teorici finanzieranno capitoli precisando:
“Queste risorse potranno essere spese quando arriveranno da Roma”. Campa cavallo…
Siccome a Roma, su ‘ordine’ dell’Unione Europea dell’Euro – debbono in un modo o nell’altro trovare 3 miliardi e mezzo di Euro da dare a Bruxelles (ovviamente da scippare dalle tasche degli italiani), è molto probabile che la Regione siciliana non vedrà mai questi 162 milioni di Euro.
Il bello è che, all’Ars, i parlamentari, queste cose le sanno. Ma non se ne parla. Così come sanno che lo Stato – che già scippa dalle entrate della Regione siciliana un miliardo e 300 milioni di Euro all’anno solo per il ‘risanamento’ dei conti pubblici che non si risanano mai (più altri scippi) – ha già fatto sapere che, per la citata manovra da 3 miliardi e mezzo, vorrebbe scippare alla Regione siciliana altri 700 milioni di Euro: cosa, questa, che renderebbe impossibile al Governo regionale che si insedierà il prossimo novembre, dopo le elezioni regionali, di amministrare. Anche di tale argomento, ‘ovviamente’, non si parla.
Qualcosa l’ha detta ieri la CGIL siciliana, unica organizzazione sindacale che segue i conti della Regione (aiutata dal fatto di avere un ufficio studi con un tecnico – Beppe Citarella – che segue l’evoluzione finanziaria della Regione siciliana). La CGIL siciliana, ieri, ha fatto sapere che alcune entrate inserite nella Finanziaria 2017 sono fittizie. E ha detto a chiare lettere che il vero scandalo della manovra sugli immobili della Regione consiste nel fatto che il Governo e l’Ars si accingono a saccheggiare il Fondo pensioni della Regione!
La manovra sul Fondo pensioni della Regione (già ‘alleggerito’ lo scorso anno di 50 milioni di Euro) è incredibile. Non sapendo dove trovare i soldi che Governo e maggioranza di centrosinistra hanno consentito a Roma di scippare dal Bilancio regionale, il presidente Rosario Crocetta e i parlamentari di maggioranza si accingono a ‘svuotare’ anche il Fondo pensioni della Regione ricostituito nel 2009. Una manovra folle, i cui effetti perversi si manifesteranno tra qualche anno, quando non ci saranno nemmeno i soldi per mandare in pensione gli attuale dipendenti della Regione! Ma anche di questo, figuriamoci!, non si parla.
In questo scenario da ultimi giorni di Pompei succede di tutto e di più. Ieri – altro esempio ‘scenico’ – è finita a contumelie il tentativo di erogare un po’ di quattrini a Ortigia e ad Agrigento. Lo sponsor degli interventi (per altro modesti) per il centro storico di Siracusa era il presidente della Commissione Bilancio e Finanze, Vincenzo Vinciullo; lo sponsor dei fondi per la Città dei Templi era il parlamentare agrigentino, Michele Cimino.
In entrambi i casi si tratta di due esperti nel cambio di casacca. I due provengono dal centrodestra e, per questioni ‘nobili’, sono passati nel centrosinistra a sostegno del Governo Crocetta. Il primo – Vinciullo – è in rotta di collisione con il Governo: e ieri, per la terza o quarta volta, quelli che dovrebbe essere i suoi ‘alleati’ gli hanno ‘impiombato’ un provvedimento che lo interessava direttamente. E’ finita male anche a Cimino, che se l’è presa con i parlamentari grillini che hanno chiesto il voto segreto.
Non è mancata qualche scena teatrale. Ne ha fatto le spese il vice presidente dell’Ars, Antonio Venturino, ex grillino inviso ai suoi ex compagni di strada. Ieri il parlamentare del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, l’ha strapazzato un po’. Ironizzando sul fatto che Venturino, nella vita, fa l’attore di teatro, Cancelleri ha detto che ““il mimo e l’attore bisogna farlo fuori da questo Parlamento”.
Sulla polemica si è gettato come un falco il parlamentare del partito dei Siciliani Mpa, Giovani Greco, che, a quanto pare, non sembra essere in buoni rapporti con Venturino.
“Quando da quest’Aula mancano Crocetta e Venturino si lavora meglio”, ha detto Greco.
Immediata e piccata la reazione di Venturino, che ha consigliato a Greco, che ormai va per i settant’anni, di andare in pensione. Pronta la contro risposta di Greco: “Io in pensione? Lei invece torni a Londra a fare l’attore”.
Appuntamento per oggi, nella tarda mattinata.
E oltre polemiche e contumelie? Un comunicato del citato onorevole Greco fa il punto della situazione sui debiti fuori bilancio dell’EAS (Ente Acquedotti Siciliani che dovrebbe essere sbaraccato):
“Il Governo regionale chiede all’Assemblea l’approvazione di un debito fuori bilancio dell’EAS che ammonta a 26 milioni di Euro. Come può il Governo chiedere di avallare un debito di questa portata alla luce delle gravi criticità e anomalie riscontrate dagli organi preposti di controllo competenti in merito ai bilanci degli ultimi dieci anni? Il Collegio dei revisori dei conti ha infatti evidenziato preoccupanti anomalie riguardo i residui attivi relativi ai bilanci degli esercizi che vanno dal 2012 al 2017 frutto, per altro, della mancanza degli stessi documenti relativi agli esercizi precedenti (2007-2011)”.
“Non si può legittimare una situazione di debito fuori bilancio di questa portata – conclude Greco – dal momento che il quadro attualmente delineato dalla documentazione ufficiale in nostro possesso non ci permette di conoscere la reale situazione finanziaria dell’Ente e come tale di essere chiamata in causa quale garante dei debiti contratti dall’EAS”.
Domanda: chi risponderebbe, eventualmente, di un possibile danno erariale? Ricordiamo che, lo scorso anno, la maggioranza di centrosinistra, per approvare debiti fuori bilancio molto discutibili, ha finto ‘divisioni’ d’Aula e ha fatto ricorso al voto segreto per impedire di rintracciare gli eventuali responsabili di un danno erariale. Pensate: una maggioranza che si ‘divide’ e chiede a se stessa il ricorso al voto segreto… Una farsa!
Le cronache di ieri registrano anche un comunicato stampa dei grillini su un mezzo smantellamento del servizio 118 a Messina e dintorni:
“Il Movimento 5 Stelle nel Messinese esprime forti critiche strutturali al piano di riorganizzazione della rete ospedaliera e al contempo solidarietà al personale del 118 che ha visto vanificare l’abnegazione e i sacrifici che hanno portato la rete nella provincia ad essere un’eccellenza nazionale”.
“Stando al documento ufficiale – dice la deputata all’Ars Valentina Zafarana – delle attuali 37 ambulanze (di cui 26 con il medico) ne rimarranno solo 26, e di queste solamente la metà, 13, continueranno ad avere il medico a bordo. E’ l’ennesimo scippo al territorio – aggiunge la portavoce Cinquestelle – l’assessore Gucciardi (Baldo Gucciardi, assessore regionale alla Salute ndr) fermi questo tira e molla sulla rete ospedaliera”.
La denuncia sul territorio è sostenuta dai meetup “Caprileone 5 Stelle” e “Nauloco” di Venetico, impegnati nelle prossime elezioni amministrative, e nel progetto di rete e il processo di riappropriazione del territorio che ha coinvolto gli altri meetup della provincia di Messina.
“Davanti a noi – si domandano gli attivisti 5Stelle – si presenta la prova di incapacità amministrativa, oppure è la volontà precisa di creare un problema e trovare una soluzione da rivendere in campagna elettorale?. La sensazione – affermano gli attivisti – è quella di un bello spottone elettorale in vista delle prossime elezioni, a danno delle persone”.
“Stando al documento ufficiale della riorganizzazione saranno soppresse nel dettaglio le ambulanze medicalizzate di Falcone, Milazzo, Letoianni, Francavilla di Sicilia, Papardo, Gazzi, Piemonte, Taormina, Saponara, Francavilla di Sicilia; eliminati i Pte (Presidi territoriali di emergenza) di Brolo, Capo D’Orlando, Tortorici, San Piero Patti, Santo Stefano di Camastra; tutti i Pte diverranno solo stazioni capolinea delle ambulanze rimaste”.
“Smantellare questa rete, costruita in più di vent’anni – concludono i grillini – significa privare una popolazione di oltre 650 mila residenti (senza considerare i turisti), di un servizio vitale. Una cosa è certa, non staremo in silenzio davanti a questo scempio”.
Immediata è arrivata la smentita dell’assessore Gucciardi, che parla di “tabelle vecchie”. Insomma, i documenti ai quali farebbero riferimento i grillini di Messina sarebbero superati.
La smentita che non ha convinto il parlamentare grillino dell’Ars, Francesco Cappello:
“Ricordiamo all’assessore – dice Cappello – che le tabelle contenute nel documento metodologico che stabiliscono la ridefinizione del numero delle postazioni sono contenute nel decreto assessoriale del 31 marzo 2017 pubblicato in Gazzetta Ufficiale in data 14.04.2017. Definire vecchie delle tabelle approvate appena 20 giorni fa e ‘già validate dell’Agenas’ è davvero singolare. Piuttosto l’assessore faccia seguire la sua smentita da una rettifica delle tabelle contenute nel documento stesso e dall’oralità di generiche rassicurazioni passi alla concretezza dei fatti attraverso documenti scritti, a meno di non volere smentire ancora una volta se stesso, smentendo il suo stesso documento. Per nostro conto non ci fermeremo sino a quando non avremo visto nero su bianco quanto da lui stesso affermato”.
“Non vorremmo – conclude Cappello – che dietro la pubblicazione di queste tabelle ci fosse l’intento di superare lo scoglio ministeriale per strappare un ok da sventolare in campagna elettorale e rimandare i tagli a tempi successivi”.
In effetti un po’ di confusione con la nuova rete ospedaliera della Sicilia c’è. Il dubbio è che sia stata fatta confusione – non casuale? – tra documenti consegnati a Roma (dove ci sarebbero i veri dati della nuova rete ospedaliera siciliana) e documenti che girano in Sicilia (dove verrebbero nascosti alcuni tagli).
Vero? Falso? Forse il Governo regionale dovrebbe chiarire tale punto.
AGGIORNAMENTO
LA SEDUTA D’AULA E’ STATA RINVIATA A MERCOLEDI’ 26