I servizi ai disabili e, in generale, alle categorie deboli della Sicilia sono saltati perché Roma ha tagliato i fondi alla Regione e ai Comuni. Un elemento è ormai chiaro: i tagli hanno riguardato tutte le Regioni italiane. Ma in Sicilia sono stati, in assoluto, i più pesanti. In questa incredibile vicenda c’è una precisa responsabilità politica che riguarda tutta la dirigenza del centrosinistra siciliano. E’ a questi soggetti – ministri, sottosegretari, presidenti, parlamentari nazionali e regionali e sindaci – che i Siciliani debbono chiedere conto e ragione
Il caso più incredibile che sta passando sotto silenzio è quello delle IPAB. E’ la sigla che sta per Istituzioni Pubbliche per l’Assistenza e la Beneficienza. Sono, per essere chiari, le Opere Pie. O meglio, quello che rimane di questo mondo. Cosa rimane? Rimangono persone che non è facile quantificare che, da quasi tre anni, continuano a lavorare senza retribuzioni.
Abbiamo visto tutti, in TV, più volte, le immagini di alcuni disabili gravi abbandonati. Le Iene, poi PIF, quindi Ficarra e Picone si sono prodigati – fino ad oggi senza ottenere risultati concreti – per porre fine a una vergogna. Ancora ieri, in Assemblea regionale siciliana, durante la discussione generale sulla Finanziaria 2017, si è parlato anche di questo tema.
Più nelle parole che nei fatti, ‘volteggiano’ 100 milioni di Euro per i disabili che non è facile capire da dove arriveranno. L’unica cosa certa è che questi soldi, per ora, sono solo teorici. Se questi benedetti 100 milioni di Euro esistessero per davvero – come abbiamo provato a raccontare qui qualche giorno fa – li avrebbero inseriti nel Bilancio già approvato. Siccome non sanno ancora dove trovare questi fondi, li hanno inseriti nella Finanziaria.
Ieri, ancora una volta, è stato detto che saranno i Comuni a pagare questi 100 milioni di Euro. Con quelli soldi? Con il 10% dei fondi che la Regione erogherà ai Comuni. Ora, a parte l’assurdità di far pagare ai Comuni siciliani una spesa che è di competenza dello Stato, quello che il Governo regionale non dice – quello che l’assessore-commissario della Regione siciliana per conto di Renzi, Alessandro Baccei, non dice è che i soldi ai Comuni della nostra Isola l’Amministrazione regionale li erogherà – se mai li erogherà – nei prossimi mesi.
Ora: siamo quasi nella terza decade di aprile, i fondi della Regione verranno erogati ai Comuni la prossima estate, forse in autunno, mentre i disabili sono senza assistenza, per quello che si è capito, dall’inizio di quest’anno. C’è o no qualcosa che non funziona?
Ci sono, in questa storia, anche le IPAB citate all’inizio di questo articolo. Nella IPAB lavorano centinaia di persone. Sapete di cosa si occupano, in molti casi? Di anziani malati e di disabili gravi. La Tv non ha mostrato questi anziani malati e questi disabili gravi perché chi li accudisce, con grande senza di responsabilità, non li ha abbandonati.
Nei giorni scorsi la parlamentare regionale del Movimento 5 Stelle, Angela Foti – per la precisione il 13 aprile – ha scritto nel seguente comunicato:
“La politica non può continuare a guardare dall’altra parte, qui siamo di fronte ad un dramma che rischia di sfociare da un momento all’altro nella tragedia. È inammissibile, vergognoso e folle lasciare intere famiglie senza stipendio anche per 31 e 32 mesi. Significa condannarle alla disperazione più nera, col pericolo che qualcuno faccia qualche pazzia”.
“Abbiamo presentato – continua la deputata – un emendamento alla Finanziaria attualmente in discussione per consentire di erogare fondi fino ad otto milioni di Euro a questi enti, grazie ad un taglio lineare di tutti i capitoli dell’1,5 per cento, per non causare pesanti ricadute su altri settori. Speriamo che in Aula ci si immedesimi nel dramma di queste persone e si capisca che ritardi di quasi tre anni negli stipendi possono essere tragici”.
“E dire – aggiunge Angela Foti – che la politica dovrebbe essere sensibile ai ritardi negli stipendi, visto che nel 2012, per mezzo del presidente dell’Ars Francesco Cascio, protestò vibratamente, quanto inopportunamente, per un ritardo di pochissimi giorni delle paghe da favola dei deputati”.
Nel comunicato si sottolinea che “ulteriori ritardi degli stipendi non solo rischiano di mandare al collasso i lavoratori delle IPAB, ma anche le stesse strutture con enormi danni ai suoi ospiti”.
“I dipendenti – racconta la Foti – continuano a recarsi al lavoro con grandissimo senso di responsabilità, per non abbandonare al loro destino anziani e disabili, anche gravissimi. Se i lavoratori si fermassero, alcuni degli ospiti delle IPAB, che devono essere pure imboccati, resterebbero perfino senza mangiare”.
Si aspetta la riforma della IPAB, approvata dalla Commissione legislativa di merito e insabbiata on si sa più da quanti mesi nelle ‘sabbie mobili’ della Commissione Bianco e Finanze dell’Ars.
“Alcune volte la riforma delle IPAB è stata messa all’ordine del giorno – conclude la parlamentare grillina – ma non è mai stato discusso. Nonostante le continue sollecitazioni che ho fatto al presidente della seconda commissione”. Il riferimento è al presidente della Commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo.
Quello degli anziani e dei disabili gravi ricoverati presso le IPAB della nostra Isola è un caso limite. Del quale non si parla. Del resto, anche a parlarne cosa si risolve? Di fatto, anche i disabili gravi dei quali si sono occupati Le Iene, PIF e Ficarra e Picone aspettano ancora che si materializzino i fondi regionali.
Così come in attesa sono anche gli studenti disabili della Sicilia che, da quando sono rientrati a scuola dopo le vacanze di Natale, sono stati lasciati senza i mezzi di trasporto. Se i genitori hanno la possibilità di accompagnarli a scuola, bene: altrimenti rimangono a casa.
Non solo. Giustissimo occuparsi dei disabili gravi. Ma non si capisce perché tutti gli altri disabili della Sicilia non debbano nemmeno godere dell’attenzione mediatica. “Il rischio – ha detto il presidente dell’Associazione Nazionale di Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale (ANFFAS), Giuseppe Giardina – è che si crei una guerra tra poveri” (come potete leggere qui).
Di fatto, nel silenzio generale, a partire da gennaio di quest’anno, grazie ai tagli operati dal Governo nazionale alla Regione siciliana e anche alla spesa sociale, le categorie deboli della nostra Isola sono state abbandonate.
E’ importante la precisazione sulla spesa sociale, argomento che viene tenuto nascosto, anche nel dibattito che in queste ore va in scena nel Parlamento siciliano. I fondi della legge nazionale n. 328 del 2000 per la Sicilia sono stati ridotti, nel silenzio generale, da 50 milioni di Euro all’anno a 17 milioni di Euro all’anno.
Che significa questo? Che tra qualche mese, ai problemi dei disabili abbandonati, si sommeranno altri problemi, perché la legge 328 sostiene tutte le altre attività sociali.
La situazione è grave e, purtroppo, è anche seria. Perché chi oggi in Sicilia si occupa delle cosiddette categorie deboli, venendo meno i fondi regionali e dovendo fronteggiare i tagli di due terzi del fndi della legge 328 potrebbe, a un certo punto, decidere di gettare la spugna.
P.S.
Noi ci chiediamo se il presidente della Regione, Rosario Crocetta, e tutti gli esponenti dei partiti di centrosinistra – PD in testa – con riferimento ai vari Antonello Cracolici, Fausto Raciti, Bruno Marziano, Giovanni Panepinto, Salvatore Cardinale, Giampiero D’Alia, unitamente a ministri, sottosegretari e parlamentari nazionali di questo schieramento politico – si rendono conto del danno che hanno provocato consentendo a Roma di ‘svuotare’ le ‘casse’ della Regione siciliana.
Ieri, a Sala d’Ercole, l’onorevole Santi Formica ha detto una cosa condivisibile: per il risanamento dei conti pubblici del nostro Paese la Regione Lombardia – che è la Regione più ricca d’Italia – con i suoi 10 milioni circa di abitanti contribuisce al citato risanamento dei conti italiani con un miliardo e 400 milioni di Euro all’anno. Mentre la Sicilia – che ormai è tra le Regioni più povere d’Italia – contribuisce con un miliardo e 300 milioni di Euro all’anno.
Domanda: chi ha fatto questi conti? Il ministro dell’Economia Padoan? I vari Crocetta, il Ministro Angelino Alfano, il sottosegretario Davide Faraone, i parlamentari nazionali del PD e, in generale del centrosinistra e i già citati Antonello Cracolici, Fausto Raciti, Bruno Marziano, Giovanni Panepinto, Salvatore Cardinale, Giampiero D’Alia come mai non hanno detto nulla? Sono d’accordo?
A questi personaggi va detto che le scelte che hanno avallato hanno determinato l’impoverimento della Sicilia e l’impossibilità, oggi, di accudire anche ai disabili.
Il fatto che la TV e i ‘grandi giornali’ non parlino degli scippi finanziari operati in danno della Regine siciliana non significa che questi scippi non ci siano. Sarà nostra cura cominciare a spiegare ai cittadini che la responsabilità di tutto quello che sta succedendo in Sicilia – a cominciare dalla mancata assistenza ai disabili – è dei politici che abbiamo citato. Ai quali vanno associati i sindaci di centrosinistra della Sicilia, che sanno tutto e stanno zitti.
Sarà importante, per i Siciliani, il voto alle elezioni comunali di giugno.