Il candidato sindaco di Siciliani Liberi contesta l’ipotesi di uno store della società svedese nell’ultimo angolo di verde agricolo residuo di quella che una volta era la Conca d’Oro: “Chiunque vuole spazi per investire in Sicilia, lo faccia a certe condizioni…”
Sul possibile imminente accordo fra IKEA e l’amministrazione comunale di Palermo, secondo il quale la Società Svedese avrebbe intenzione di installare un proprio punto vendita a Ciaculli, interviene il candidato sindaco di Siciliani Liberi, Ciro Lomonte che, come vi abbiamo detto qui, è un architetto e nel suo programma, che potete leggere qui, la rigenerazione urbana occupa uno spazio importante:
“Noi Siciliani Liberi- dice Lomonte- non possiamo non spendere una parola sull’argomento, anche in virtù del nostro programma per Palermo, che si contraddistingue proprio per la particolare attenzione all’urbanistica, alle borgate, alle periferie, al verde.
Per noi questo è proprio un caso esemplare, che corrisponde a una cattiva consuetudine della politica cui è necessario porre fine. Se ogni volta si sceglie di sacrificare sempre nuovo verde, se si aumenta sempre la cubatura è perché questa, di fatto, è la scelta più facile, la più “economica”. Poco importa se rende la città sempre più brutta e invivibile, salvo poi lamentarsi della qualità dell’aria.
A parte il fatto che- aggiunge il candidato sindaco di Siciliani Liberi- occorrerebbe ragionare sull’effettivo valore aggiunto che queste opere creerebbero nel complesso: strutture di sola vendita di beni prodotti altrove, con tutte le conseguenti ricadute sull’economia locale complessiva e sulla produzione artigianale. Occorrerebbe chiedersi se la “logica dell’ipermercato” (peraltro in declino negli Stati Uniti, proprio là dove è nata) sia a somma zero, o se quello che si guadagna creando qualche nuovo posto di lavoro, lo si perde da un’altra parte sacrificando, ad esempio, il comparto artigianale .
Ma volendo tralasciare tutto questo,- dice Lomonte- non volendo essere contrari per partito preso a certe logiche di mercato, siamo disponibili a ragionare su questa opportunità, che saluteremmo con favore se l’IKEA, o chiunque, volesse spazi per investire in Sicilia, lo facesse a certe condizioni.
Non siamo infatti contrari per principio. Chiunque voglia occupare il nostro territorio con una propria mega struttura, deve fare un investimento di riqualificazione VERO. È agghiacciante sentir parlare di “riqualificazione” l’assessore Gini a proposito della cementificazione dell’ultimo angolo di verde agricolo residuo di quella che una volta era la Conca d’Oro.
Chiunque voglia chiedere uno spazio per installare una propria struttura, – sottolinea Lomonte- prenda una zona degradata della periferia e la riqualifichi a proprie spese, in sinergia con l’amministrazione e secondo logiche qualitative, sia dal punto di vista urbanistico, che da quello architettonico.
Nel caso di IKEA, peraltro, noi preferiremmo verificare l’esistenza di aree disponibili nell’area industriale di Termini Imerese. Quella sarebbe una zona adattissima, che necessita realmente di riqualificazione e che si trova ad una distanza sufficientemente lontana dal centro abitato di Palermo da non aggravare la già insopportabile congestione del traffico veicolare di mezzi leggeri e pesanti, come invece accadrebbe costruendo un polo commerciale così grande proprio all’ingresso della città”.
PALERMO E I MANDARINETI DI CIACULLI: DOPO IL CIMITERO ANCHE L’IKEA?
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