Comuni siciliani sempre più in difficoltà e disabili gravi in piazza: lo Stato centrale è ‘innocente’?

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Ce lo chiediamo perché a noi risulta che i soldi che oggi mancano alla Regione, ai Comuni e ai disabili gravi se li è presi il Governo nazionale che prima ha ‘svuotato’ le ‘casse’ regionali e poi ha tagliato, di due terzi, i fondi per le attività sociali (legge nazionale n. 328 del 2000). Nella Sicilia che affonda giorno dopo giorno ci sono precise responsabilità romane che, però, mediaticamente, vengono nascoste 

La Sicilia continua ad affondare, ma la politica siciliana, in tutte le sue sfaccettature, continua ad ignorare quello che sta succedendo. Anzi, non mancano speculazioni e azioni tese ad aumentare la confusione. Ieri, intanto, l’Assemblea regionale siciliana ha deciso di rinviare a dopo le vacanze di Pasqua l’avvio dei dibattito sulla manovra economica e finanziaria 2017. Il tutto mentre infuria una ‘guerra’ politica del PD contro il presidente della Regione, Rosario Crocetta, ‘reo’ di non volersi fare da parte dopo essere stato ‘spremuto’ a dovere dai renziani del Partito Democratico, che nella nostra Isola dettano legge e che per tentare di mantenersi a galla usano tutto.

Con molta probabilità, va in questa direzione – ovvero all’insegna della strumentalizzazione – la polemica che va montando, ancora una volta, sulla gestione dei disabili gravi della Sicilia.

La responsabilità di quanto sta succedendo – ovvero la mancanza di soldi in favore dei disabili che hanno bisogno di un’assistenza h 24 – è in primo luogo dello Stato, che ha tagliato alla Regione ingenti risorse finanziarie (in alcuni casi violando anche lo Statuto), e in secondo luogo di un Governo a trazione PD che ha consentito a Roma di ‘saccheggiare’ il Bilancio regionale.

‘Cose’ non facili da illustrare a cominci e, in generale, a uomini dello spettacolo che, a quanto si dice, sarebbero pronti a scendere in piazza insieme con i disabili gravi della Sicilia. Scaricando le responsabilità dei ritardi sul presidente della Regione, Crocetta, che ‘casualmente’, come già ricordato, è oggi l’obiettivo del Partito Democratico.

Il PD – lo ricordiamo ancora una volta – vorrebbe che Crocetta uscisse di scena, per dare spazio non si capisce a chi (si parla delle possibili candidature, alla presidenza della Regione, di due esponenti del PD: Antonello Cracolici, assessore regionale all’Agricoltura e renziano della seconda ora, o di Davide Faraone, sottosegretario alla Sanità e renziano della prima ora).

Ma Crocetta non ci sta. Visto dal suo punto di vista ha qualche ragione: si è assunto la responsabilità politica di due ‘Patti scellerati’ firmati proprio con Renzi ai tempi in cui quest’ultimo era capo del Governo italiano; due ‘Patti’ che hanno regalato a Roma ingenti risorse finanziarie che la Corte Costituzionale, con tanto di sentenze, ha assegnato alla Regione siciliana (primo ‘Patto scellerato’ del giugno 2014); per non parlare del secondo ‘Patto’ (giugno dello scorso anno) con altri oneri appioppati alla Regione, compresa la riscrittura in stile Azzeccagarbugli delle norme di attuazione dell’articolo 36 dello Statuto (in cambio di quattro soldi di IRPEF che nella Finanziaria regionale in discussione in queste ore all’Ars sono addirittura iscritti come accantonamenti negativi: cioè soldi che non ci sono a che chissà quando arriveranno: un capolavoro!).

Ecco, dopo aver fatto tutto questo, o meglio, dopo aver consentito tutto questo in danno dei Siciliani, il PD – che è la forza politica prima responsabile di questo ‘svuotamento’ delle ‘casse’ della Regione – vorrebbe che Crocetta si accollasse la responsabilità di tale disastro davanti ai Siciliani e si togliesse di mezzo.

Crocetta, invece – supponiamo con il suo mentore senatore Giuseppe Lumia – ha già presentato il simbolo del suo nuovo movimento politico (‘Riparte Sicilia’) e ha detto che si ricandiderà alla presidenza della Regione. Cosa, questa, che sta facendo letteralmente impazzire i dirigenti del PD siciliano. Da qui l’attacco mediatico contro Crocetta.

In questo scenario, con molta probabilità, si iscrive la manifestazione di piazza dei disabili, appoggiata, così sembra, da Pif, Ficarra, Picone e Fiorello.

Che dire? Che, in effetti, Crocetta, per questa categoria qualcosa ha già fatto. Il Governo, per quest’anno, ha già stanziato 36 milioni di Euro. I soggetti che dovranno percepire questi fondi dovranno essere identificati dalle Aziende Sanitarie Provinciali (ASP). Ovviamente nel rispetto dei tempi di identificazione (a quanto pare il numero di disabili, in alcuni casi, sarebbe cresciuto…).

Il passaggio è delicato, perché l’iniziativa del Governo, se non abbiamo capito male, prevede di erogare 2 mila Euro al mese ad ogni disabile grave, senza obbligo di redicontazione: ed è invece obbligo dell’Amministrazione evitare che questi soldi finiscano nella mani sbagliate.

A questi fondi si aggiungeranno i fondi che verranno stanziati con la Finanziaria regionale 2017 che dovrebbe essere approvata dall’Ars entro la fine di questo mese.

E allora? Un po’ di confusione, in questo settore, c’è. Ma è molto singolare che, fra te tante proteste, tutte legittime, per carità, nessuno ricordi che è stato il Governo nazionale di Gentiloni ha ridurre (di due terzi!) i fondi della legge nazionale sulle attività sociali (la legge nazionale n. 328 del 2000).

Ricordiamo che, sulle attività sociali, la Regione interviene per una parte, mentre la parte più consistente, sotto il profilo finanziario, è sempre stata a carico dello Stato, sia con la citata legge nazionale n. 328, sia con il Fondo, sempre nazionale, sulla grande disabilità. Risorse nazionali che Roma ha tagliato.

Non si capisce, insomma, perché le legittime proteste di questo mondo investano soltanto la Regione siciliana. Forse perché l’obiettivo da colpire, in questo momento, è Crocetta? Ed è singolare che a scrivere questo sia un blog che al presidente Crocetta di sconti non ne ha fatto mai!

Sapete perché precisiamo ‘ste cose? Perché noi la ‘guerra’ tra Crocetta e il PD la vogliamo vedere tutta, fino in fondo. Non escludiamo, infatti, che l’attuale presidente della Regione, prima o poi, decida di vuotare il sacco, raccontando tutto quello che il PD gli ha imposto a scapito della Sicilia e dei Siciliani.

Presidente Crocetta, avanti: racconti tutto!

Un’altra vicenda kafkiana è legata ai Comuni siciliani. Quasi tutti i Comuni della nostra Isola sono in gravi difficoltà finanziarie. Motivo: i tagli operati da Roma e dalla Regione.

Ora, senza soldi i Comuni non possono approvare i Bilanci, a meno che, fra le entrate, non iscrivano poste di Bilancio false o accantonamenti negativi, come sta facendo la Regione siciliana (in pratica, si mettono fra le entrate somme che non ci sono e si scrive: noi questi soldi li mettiamo nel Bilancio, ma li spenderemo quando si materializzeranno: è una follia contabile prima che giuridica).

E’ quello che ha fatto negli ultimi anni e che sta facendo la Regione anche quest’anno. Ma forse alcuni Comuni siciliani non possono nemmeno fare questo e non possono nemmeno ricorrere alle scoperture di tesoreria (leggere prestiti dalle banche). Pur non avendo responsabilità, i Consigli comunali di otto Comuni (Valdina, Monforte San Giorgio, San Piero Patti, Casteldaccia, Castiglione di Sicilia, Monterosso Almo, Calatafimi Segesta) sono stati sciolti. E adesso, grazie a una norma approvata qualche settimana addietro dall’Ars con l’esercizio provvisorio, andranno a casa anche i sindaci.

La situazione è confusa. L’assessore alle Autonomie locali, Luisa Lantieri, ha dichiarato al quotidiano Blog Sicilia:

“Si tratta di un provvedimento dovuto e inevitabile. La norma, anche se non è stata da noi voluta, non può essere disapplicata. L’intenzione del legislatore è chiara e la decadenza dei sindaci è conseguenziale. se esistono aspetti di legittimità costituzionale sulla norma, ebbene, dovranno essere i sindaci interessati a sollevare la questione davanti alla Corte Costituzionale, non può essere la Regione a farlo né, tantomeno, possiamo decidere di non rispettare la legge”.

La norma inserita nella legge sull’esercizio provvisorio non è stata voluta dal Governo. Si è materializzata in Assemblea regionale con l’obiettivo di aumentare il caos nel Comuni.

Insomma: non solo Stato e Regione hanno lasciato i Comuni senza soldi e nell’impossibilità di approvare i Bilanci: ma adesso gli stessi Comuni ‘inadempienti’ pagano il conto: scioglimento dei Consigli comunali e sindaci mandati a casa! Possibile?

L’ANCI Sicilia (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani) ha già annunciato ricorso. Il ricorso, però, ha i suoi tempi. Intanto la Regione notificherà ai sindaci dei sette Comuni la decadenza e l’11 giugno si andrà a votare anche in questi sette Comuni. Si eleggeranno sette nuovi sindaci e sette nuovi Consigli comunali che poi, per mancanza di soldi, verranno mandati a casa e si ricomincerà.

Tutto questo è ridicolo, ma – come per i disabili gravi – nessuno fa presente che sono i tagli finanziari operati dal Governo nazionale che stanno provocando tutto questo terremoto.

Tenendo conto che questo terremoto per ora riguarda 7 Comuni, ma tra qualche mese potrebbe essere esteso a centinaia di Comuni siciliani: perché mentre noi scriviamo il Governo nazionale prepara una manovra da 3 miliardi e mezzo di Euro (di tagli: cioè di soldi che dovranno essere tolti dalle tasche degli italiani). E tra questi tagli, si parla di altri 700 milioni di Euro in meno alla Regione siciliana! Con risvolti che potrebbero essere drammatici per i Comuni della nostra Isola (proprio in queste ore il Comune di Palermo sta ricorrendo a scoperture con le banche per pagare gli stipendi ai dipendenti comunali).

Cosa troveranno i nuovi sindaci? E cosa troverà il nuovo presidente della Regione?

 

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  • Articolo estremamente interessante, lo inoltrerò a PIF, Ficarra, Picone e Fiorello, magari via twitter, e vediamo se la loro è solo disinformazione (magari correggono il tiro) oppure argomenteranno le loro motivazioni...

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